L’AMMUINA DEL BANANA SUL FINIS MONTIS - L’ELETTORATO È SCONTENTO E IL PDL RISCHIA DI SCOMPARIRE: CHE FARE? - LETTA TENTA DI MEDIARE, AVVERTENDO I FACINOROSI: SE IL GOVERNO DOVESSE CADERE, L’ITALIA FAREBBE LA FINE DELLA GRECIA, COSA CHE VERREBBE ATTRIBUITA A CHI STACCASSE LA SPINA ALLA BANDA DEL LODEN - LA GENIALATA DEL BANANA: “DOVREBBE CADERE, MA NON PER MANO NOSTRA”…

Adalberto Signore per "il Giornale"

Tanto è forte l'insofferenza verso il governo Monti e la tentazione di far saltare davvero il banco che neanche l'appello accorato di Gianni Letta o la lunga telefonata tra Berlusconi e Monti riescono davvero a calmare le acque. Certo, a guardare il termometro ieri la temperatura era scesa di qualche decimo di grado, ma il livello di tensione resta comunque alto ed è difficile prevederne davvero le conseguenze.

Ed è questa, forse, l'unica ragione per cui perfino uno solitamente cauto come Letta è costretto ad alzare la voce. È mercoledì notte e a Palazzo Grazioli è appena finito il «giro» di tavolo per valutare il risultato delle amministrative. Seppure con sfumature diverse - c'è chi vorrebbe il voto anticipato e chi si accontenterebbe di un «deciso allontanamento» dal Professore - tutti sono d'accordo sul fatto che il Pdl debba al più presto «sganciarsi» dal governo. E lo stesso Cavaliere scuote più volte la testa in segno di assenso mentre ascolta gli interventi dei presenti.

Tocca all'ex sotto­segretario alla presidenza, insomma, provare a frenare la valanga in arrivo. Con tono piuttosto grave Letta «ricorda a tutti» che se Monti dovesse cadere «i mercati ci punirebbero pesantemente» e «l'Italia rischierebbe la fine della Grecia».Un disastro, è il suo ragionamento, che andrebbe «in conto» a chi decidesse di staccare la spina al governo. Parole decise, anche se - forse per la prima volta - più di uno dei presenti interviene per ribattere.

Non che si metta in discussione il senso di quanto detto da Letta, ma Alfano, Lupi, Cicchitto, Corsaro insistono nel ripetere che non si può comunque ignorare «il malessere del nostro elettorato». Anche perché andare avanti così fino alle elezioni del 2013, insiste Gasparri, significherebbe «la liquefazione del Pdl».

La convinzione, insomma, è che serva un cambio di registro. Il dubbio, invece, è come concretizzarlo. «Dovrebbe cadere il governo ma non per mano nostra», la butta lì Berlusconi quasi fosse un auspicio. Ma è come volere la botte piena e la moglie ubriaca. Quel che è certo è che il clima è surriscaldato come mai prima, al punto che Letta non si limita alla netta presa di posizione durante il vertice di Palazzo Grazioli ma rimette in moto la sua macchina diplomatica.

Contatti a 360 gradi, con Palazzo Chigi per ottenere una correzione di rotta dopo l'uscita di Monti sulle «conseguenze umane» della crisi (leggi suicidi) e anche con Casini per verificare se sia possibile riprendere un dialogo. D'altra parte, il leader dell'Udc ha ammesso che il voto moderato è finito «sotto le macerie» ed ora sta valutando tutte le ipotesi, compresa quella della Confederazione dei moderati lanciata da Berlusconi.

Ed è proprio grazie agli uffici di Letta che il Cavaliere e Monti si sentono al telefono nel tentativo di un chiarimento visto che l'ex premier resta convinto che il Professore intendesse attribuire al suo governo la responsabilità dei suicidi di questi mesi. Un colloquio che evidentemente non basta se ieri sera ben 41 deputati del Pdl - ex Forza Italia ed ex An, da Brunetta a Meloni e Beccalossi ­ hanno firmato un'interrogazione parlamentare per chiedere a Monti di spiegare il senso della sua frase sulle «conseguenze umane» della crisi.

Una presa di posizione che arriva qualche ora dopo l'altolà di Alfano che in una nota invita il governo Monti a non toccare la riforma della pubblica amministrazione varata dal governo Berlusconi: «Sarebbe un errore». Il Pdl, insomma, resta sugli scudi nonostante i contatti e le mediazioni. Segno che il Cavaliere - seppure ancora in riflessione - resta comunque molto scettico. Ecco perché non è escluso che l'ex premier possa convocare un ufficio di presidenza del Pdl a breve, già prima dei ballottaggi, per affrontare la questione del sostegno a Monti.

 

berlusconi monti berlusconi monti gianniletta DUE GIGANTI IN PARLAMENTO BRUNETTA E MELONI GIORGIA MELONI RENATO BRUNETTA

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…