FINISCE LA FAVO-LETTA? - SILVIO FRIGNA: “COME PUÒ REGGERE UN GOVERNO PD-PDL, SE IL PD MI VOTA CONTRO L’INCANDIDABILITÀ IN SENATO?”

Carmelo Lopapa per La Repubblica

Il day after è il giorno nero della solitudine e dei dubbi più amari. Silvio Berlusconi ragiona a mente fredda sulla nota di Napolitano e non trova più l'uscita d'emergenza. Le parole del capo dello Stato erano state accolte con moderata soddisfazione dal partito, ma nel leader ora prevale la consapevolezza amara che non c'è salvataggio che tenga di fronte alla condanna. Altro che agibilità politica. «Non mi lascia via d'uscita, se passa anche l'incandidabilità in Senato non so che può succedere » è la riflessione fatta dal Cavaliere coi pochi sentiti ieri.

Umore nero, dunque, in una giornata che ha trascorso ad Arcore come questo Ferragosto in cui non trova nulla da festeggiare. Ore trascorse solo a ragionare sul da farsi, perché anche la grazia si scopre meno scontata del previsto. Si impone il silenzio per il secondo giorno consecutivo, Berlusconi, e lo impone a tutto il partito. Pausa di riflessione sulle parole di Napolitano, quasi a volerle pesare con distacco. E con molto scetticismo, come filtra da Arcore.

Questo non vuol dire che da domani verrà staccata la spina al governo Letta, spiegano i dirigenti più vicini al capo, ma «certo la situazione resta complicata». Oggi voleranno gli aeroplani con la scritta "Forza Italia, Forza Silvio" sulle spiagge italiane, sembra l'avvio della campagna elettorale ma non potrà esserlo, il capo dello Stato ha tolto dal tavolo l'opzione del voto anticipato. «Inutile che si illudano, resta grande come una casa il nodo dell'incandidabilità che il Senato sta per votare» spiega ai suoi Berlusconi.

Perché quando a metà settembre, dopo l'esame in giunta, si voterà in aula e il Pd darà il suo sì e il Pdl voterà contro, è il ragionamento venuto a galla in queste ore, «non so come potrebbe reggere la maggioranza e il governo e non so se i ministri possano restare ancora al loro posto» avverte il Cavaliere.

Se questo è l'umore, nonostante il no alla crisi e alle elezioni premesso dal Colle, la resa dei conti sembra solo rinviata di un mese. Lo stato resta d'allerta. Tanto più che la grazia non è affatto scontata. Gli avvocati, da Coppi a Longo, non escludono che possa essere chiesta.

In realtà Berlusconi ha enormi perplessità. Non solo perché mancano un paio di
presupposti (dovrebbe iniziare prima a scontare domiciliari o servizi sociali e dovrebbe essere definita la pena interdittiva rimandata in appello) perché sul suo capo gravano quattro inchieste e due condanne in primo grado. Il fatto è che in queste condizioni, sebbene chiesta, potrebbe non essere concessa.

Del resto Napolitano ha scritto che in caso di richiesta verrebbe valutata. «Non potrei mai accettare l'onta di vedermela respingere » mette in guardia l'ex premier rivolto agli avvocati. E poi l'incandidabilità resterebbe in piedi. Un rompicapo.

Così, la sensazione è da vicolo cieco. Berlusconi sta cercando di metabolizzare l'ipotesi concreta di dover comunque affrontare a breve domiciliari o servizi sociali. Ed esercitare da quella condizione a dir poco anomala la sua leadership. «Ma com'è ovvio non si rassegna all'idea» spiega chi è di casa a Villa San Martino.

Daniele Capezzone, tra i pochi a rompere il silenzio, sostiene che va bene il capo dello Stato ma «ora bisogna trovare una soluzione: il Pdl ha dimostrato responsabilità, ora tocca a tutti gli attori politici e istituzionali evitare ferite irrimediabili ». Anche se una colomba come Sandro Bondi invita il partito a non dividersi e sostenere «la stabilità del governo di cui facciamo parte». Che poi sarebbe la linea di Berlusconi, nelle ultime ore forse
un po' meno.

Tacciono i capigruppo, tacciono anche i falchi alla Santanché. Fuori dal Pdl intanto si agita la questione della leadership che dentro il partito finora è stata silenziata. Rompe gli indugi il leghista Flavio Tosi, sindaco di Verona, dicendo che bisogna «guardare avanti» e annunciando la sua disponibilità a candidarsi alla premiership del centrodestra. Con «primarie all'americana », magari. Roberto Maroni tace.

Entusiasta Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia: «Ci vediamo a settembre ad Atreju per aprire una nuova stagione del centrodestra» le risponde. «Tosi alle primarie? Prende il 4 per cento. Con Meloni vanno al 9» replica al veleno Roberto Formigoni. I berlusconiani sono già in allarme, «finché c'è Berlusconi non servono primarie » taglia corto l'eurodeputata Licia Ronzulli. Tutti chiusi a testuggine, a difendere il fortino del capo.

 

MANIFESTAZIONE PDL VIA DEL PLEBISCITO SILVIO BERLUSCONI E FRANCESCA PASCALE berlusconi e pascaleSilvio Berlusconi and Francesca Pascale article CCDD DC x Berlusconi alla camera con Napolitano (e capelli)

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...