1. "ATTENTI!", AVVERTE L’ESPERTO DEI FLUSSI ELETTORALI ROBERTO D’ALIMONTE, “FINORA TUTTI HANNO DETTO CHE L’UNICO PROBLEMA PER BERSANI ERA IL SENATO. INVECE IO DICO CHE ADESSO LA QUESTIONE PUÒ DIVENTARE LA CAMERA: GLI SCANDALI, SOPRATTUTTO QUELLO DEL MONTE DEI PASCHI, STANNO DETERMINANDO UN CALO COSTANTE DEL PD" 2. “SE, NEI PROSSIMI GIORNI, DOVESSIMO SCOPRIRE CHE GRILLO ERODE PIÙ LA BASE DEL PD CHE QUELLA DEL PDL, LA PARTITA ALLA CAMERA PUÒ RIAPRIRSI. CHI ARRIVA AL 30 PER CENTO DEI VOTI PRENDE IL PREMIO DI MAGGIORANZA. IL PD POTREBBE SCENDERE A UNA PERCENTUALE DEL GENERE. E BERLUSCONI NON POTRÀ ARRIVARE AL 35 PER CENTO, MA AL 30 SÌ” 3. UNA NOVANTINA DI DEPUTATI, UNA QUARANTINA DI SENATORI. IL PARLAMENTARE CINQUE STELLE È LA NOVITÀ DEFLAGRANTE DELLA POLITICA ITALIANA. COME SI COMPORTERÀ CONCRETAMENTE? ‘’RISCHIO SCILIPOTI’’ PER IL GRILLISMO SENZA LIMITISMO...

1. ROBERTO D'ALIMONTE: "EFFETTO 5 STELLE E PORCELLUM, IL PDL È CRESCIUTO, IL PD RALLENTA"
di Paola Zanca per Il Fatto


Gli ultimi sondaggi elettorali sono stati pubblicati l'altro ieri. Ora è scattata la fase finale della par condicio: stop alle previsioni. Ma molto può ancora cambiare nelle due settimane che ci separano dal voto. Per il professor Roberto D'Alimonte, politologo alla Luiss ed editorialista del Sole 24 Ore, c'è un dato da tenere particolarmente sott'occhio: la decrescita del Pd. Così preoccupante da fargli dire: "Chi vota Grillo rischia di far vincere Berlusconi".

Professore, andiamo con ordine.
Tutti i sondaggi danno i democratici in vantaggio.

Perché dovrebbero scendere?
È vero, se si guarda la fotografia delle rilevazioni rese note venerdì si vedono solo elementi favorevoli per Pier Luigi Bersani. Io ho parlato di una distanza tra i due schieramenti di 6,6 punti, Ilvo Diamanti scende al 5,5 per cento, Swg arriva al 4. In ogni caso, si tratta di un distacco forte, per un certo verso tranquillizzante per il Pd. Ma bisogna cambiare prospettiva.

Sarebbe a dire?
Ci sono due modi per vincere le elezioni: o guadagni più voti del tuo avversario, o aspetti che il tuo avversario ne perda più di te.

Sarebbe questa la strategia del centrodestra?
Cominciamo a chiarire una cosa: questa è la prima volta che si vota con questa legge elettorale e con questo livello di frammentazione. Il Porcellum era un sistema calibrato su due coalizioni, non prevede il caso di una competizione a quattro.

Cosa significa?
Che rischia di prendere il premio di maggioranza chi arriva al 30 per cento dei voti. Se il trend negativo prosegue, il Pd potrebbe scendere a una percentuale del genere. E Berlusconi non potrà arrivare al 35 per cento, ma al 30 sì.

Finora tutti hanno detto che l'unico problema per Bersani era il Senato.
Invece io dico che adesso la questione può diventare la Camera: il Pdl ha recuperato buona parte di quello che poteva recuperare, d'ora in poi credo che la sua possibilità di crescita sia limitata. Il problema è la decrescita del Pd: gli scandali, soprattutto quello del Monte dei Paschi, stanno determinando un calo costante, soprattutto tra i simpatizzanti meno organici al partito.

Le ragioni del calo sono solo queste?
No, il Pd ha dimenticato anche l'abc della politica, la necessità di fare campagna in mezzo alla gente, come ha fatto durante le primarie. Cosa che, invece, sta facendo Grillo.

Per questo "il fattore Cinque Stelle" è diventato determinante?
Dopo una fase di appannamento, Grillo è di nuovo in ascesa. Se, nei prossimi giorni, dovessimo scoprire che Grillo erode più la base del Pd che quella del Pdl, la partita alla Camera può riaprirsi. E Berlusconi rientrare in gioco.

Lo chiamano voto utile. Ma non è un ricatto?
Con buona pace di Grillo e di Ingroia, qui si tratta di chiarire un punto. Lo dico da analista: oggi, con questo sistema elettorale, chi vuole essere certo di voltare pagina con il berlusconismo, non ha altra scelta: deve votare Bersani o Vendola.

2. PASDARAN ANTI CASTA CON IL RISCHIO SCILIPOTI
di Andrea Scanzi per Il Fatto


L'onda lunga sta per abbattersi sul Parlamento. I marziani a cinque stelle sono in procinto di atterrare su Roma. A inizio anno il M5S sembrava in calo. Adesso, anche grazie allo "Tsunami Tour" di Beppe Grillo, oscilla tra il 15 e il 20 percento. I sondaggi sembrano al ribasso, perché molti si vergognano di dire che voteranno M5s. Un po' come capitava con Craxi e (ancora) con Berlusconi.

Una novantina di deputati, una quarantina di senatori. Cifre non azzardate, che significherebbero anche presidenze di commissioni. Il parlamentare cinque stelle è la novità deflagrante della politica italiana. Come si comporterà concretamente? Cercherà anzitutto di non "contaminarsi", tendendo a far gruppo come capitava alla prima Lega.

La distinzione tra "noi" e "loro" è decisiva per il M5s: nel momento esatto in cui rischia di somigliare agli "altri", la sua forza decade. Il mandato di milioni di elettori è chiaro: si vota M5s perché faccia pulizia, perché "mandi tutti a casa"; perché si concretizzi come virus benefico nel sistema infetto della politica. E perché sia granello di sabbia nell'ingranaggio della casta.

A fronte di una tale richiesta (di pancia e di testa) moralizzatrice, il parlamentare cinque stelle - il marziano grillino - non può sbagliare. E l'errore primo sarebbe confondersi con gli altri: lo sbracamento, la scilipolitizzazione. Quel mix di arrivismo, arroganza e ignoranza che ha travolto anche la Lega.

Il M5s ha poche regole, tutte ratificate in rete da Beppe Grillo. Il "Codice di Comportamento 5 Stelle eletti in Parlamento", pubblicato a fine 2012, fornisce qualche risposta. "I gruppi parlamentari del Movimento Cinque Stelle non dovranno associarsi con altri partiti o coalizioni o gruppi se non per votazioni su punti condivisi"; "i parlamentari dovranno rifiutare l'appellativo di ‘onorevole' e optare per il termine ‘cittadina' o ‘cittadino'"; "rotazione trimestrale capogruppo e portavoce Camera e Senato con persone sempre differenti, la scelta dei capogruppo sarà operata dai gruppi di Camera e Senato"; "evitare la partecipazione ai talk show".

La trasparenza è un aspetto basilare: "Votazioni parlamentari motivate e spiegate con video sul canale YouTube del Movimento 5 Stelle"; "il parlamentare eletto dovrà dimettersi se condannato, anche solo in primo grado, nel caso di rinvio a giudizio sarà sua facoltà decidere se lasciare l'incarico"; "rendicontazione spese mensili per l'attività parlamentare (viaggi, vitto, alloggi, ecc) sul sito del M5s".

In Sicilia, i consiglieri M5s hanno restituito il 70 percento del loro stipendio, utilizzandolo come microcredito a supporto di piccola e media impresa. L'abbattimento dei costi della politica verrà reiterato in Parlamento: rifiuto dei rimborsi elettorali (100 milioni di euro), indennità parlamentare di 5mila euro lordi (invece dei 10435 attuali) più diaria e benefit.

Meno chiara la destinazione dei contributi per i gruppi di comunicazione a Camera e Senato. Il "cittadino" 5 Stelle si smarcherà dai colleghi "onorevoli" nel look casual, nel presentarsi come persone comuni, nell'aborrire il piccolo schermo: nel preferire l'accusa di dilettanti a quella - per loro intollerabile - di professionisti della politica.

È il mito dell'"uno conta uno", della mamma casalinga che potrebbe divenire ministro dell'Economia: della "semplicità" da contrapporre alla "complessità". Il parlamentare cinque stelle riverbererà quanto già fatto dai colleghi nei consigli comunali e regionali. Grillo ripete: "Apriremo il Parlamento come una scatola di sardine". Come? Smascherando gli accordi sottobanco, spulciando ogni delibera, riprendendo ogni istante con la webcam per poi pubblicarlo su Youtube. L'eletto cinque stelle sarà il polemista guastatore di Camera e Senato.

Un po' Don Chisciotte e un po' Savonarola, un po' hacker e un po' nerd. Uno dei primi banchi di prova concreti sarà l'elezione del presidente della Repubblica. Esauriti i "voti pindarici" (ieri Antonio Di Pietro, oggi Dario Fo), il M5s dovrà cimentarsi con il pragmatismo. E scegliere il presidente meno indigesto (Romano Prodi, forse). Il parlamentare cinque stelle sarà fieramente provvisorio, sottoposto al controllo della Rete (e del tandem Grillo-Casaleggio). Se è vero che farà opposizione, è errato immaginarlo come capace solo di dire "no".

Meno ideologico di Rivoluzione Civile, meno polveroso della vecchia Idv (e numericamente più forte), il M5s sfrutterà - come in Comuni e Regioni - la sua trasversalità per decidere di volta in volta. In Sicilia ha più volte appoggiato Crocetta. In Parlamento voterà ora a favore delle proposte del verosimile governo Bersani-Monti e (più spesso) contro. Sfuggente e non etichettabile (ma tutt'altro che imprevedibile), la milizia inter-nauta dei marziani grillini continuerà a cortocircuitare la politica. Sperando di generare, attraverso choc sistematici, un effetto in qualche modo salvifico.

 

 

bersani grillo ROBERTO DALIMONTE BERLU BERSANI BERSANI, BERLUSCONIVIGNETTA GIANNELLI BERSANI COME GRILLO BERSANI, BERLUSCONIVAURO SU BERLUSCONI BERSANI PORCELLUM jpegPierluigi Bersani Silvio Berlusconi Romano Prodi Pierferdinando Casini Mario Monti Angela Merkel GRILLO asp jpegBEPPE GRILLO AL MARE BEPPE GRILLO NUOTA NELLO STRETTO DI MESSINA grillo beppe GRILLO NUDOBEPPE GRILLO IN SICILIA DOPO LA TRAVERSATA A NUOTO DELLO STRETTO DI MESSINA BEPPE GRILLO IN ACQUA INSEGUE UNA SCHEDA ELETTORALEgrillo e pizzarotti c b d ef bc ad c d BEPPE GRILLO COME FORREST GUMP

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)