UN FISCO A MISURA DI FURBETTO – IL GOVERNO FINORA HA INANELLATO 18 CONDONI, PIÙ DI UNO A MESE, IN GRAN PARTE MASCHERATI DA ESPRESSIONI MORBIDE COME “STRALCIO”, “RAVVEDIMENTO” O “CONCILIAZIONE” – DA ULTIMO È ARRIVATA LA “SANATORIA INPS-INAIL” SUI CONTRIBUTI PREVIDENZIALI NON VERSATI DALLE IMPRESE – LA MELONI NON HA MAI NASCOSTO LA SUA FILOSOFIA DELLA LOTTA ALL’EVASIONE COME “PIZZO DI STATO SUL PICCOLO COMMERCIANTE”…
Estratto dell’articolo di Valentina Conte per "la Repubblica"
giorgia meloni e il pizzo di stato - vignetta by emiliano carli
L’ultimo arrivato è il “condono Inps-Inail”. Una sanatoria sui contributi previdenziali e assicurativi non versati dalle imprese. Le sanzioni si fanno piccole. Le rate lunghe. Paghi un po’. E via il pensiero. È la filosofia di questo governo di destra: «Non disturbare chi fa». Anche se fare significa evadere. E anche se dietro i contributi dimenticati c’è un lavoratore in nero o in grigio. Più a rischio di altri di volare da un’impalcatura.
Nella sua prima manovra di bilancio, Natale 2022, l’esecutivo Meloni ha toccato un record forse mondiale: dodici condoni infilati uno dopo l’altro in finanziaria, ben mascherati da espressioni morbide come sanatoria, rottamazione, stralcio, ravvedimento, conciliazione, definizione agevolata. La più bella di tutte, molto salviniana: «Tregua fiscale». Un bel modo per far respirare i furbetti, negando di aiutarli. Anzi rassicurando che «non si fanno sconti».
C’era persino la sanatoria del possesso non dichiarato di criptovalute, che non si sa bene quale urgenza avesse. Accanto alla cancellazione di tutte le cartelle sotto i mille euro. E al sempreverde Salva- Calcio. Ritornava la logica dell’evasione di necessità, di quelli che «non ce la fanno a pagare».
maurizio leo giorgia meloni giancarlo giorgetti
Passati neanche tre mesi, inizio primavera 2023, arriva il tredicesimo condono infilato nel decreto bollette. Condono penale per chi è stato già condannato in primo grado per i reati di omesso versamento di ritenute e Iva: una cosina da niente.
E via di questo passo, lungo tutto il 2023. La sanatoria sugli scontrini non emessi: un «ravvedimento operoso» per Palazzo Chigi. La sanatoria sul nero di magazzino.
La riforma dell’adempimento collaborativo, con la soglia di fatturato abbassata gradualmente da un miliardo a 100 milioni dal 2028 per accedere al super patto con il fisco: pago un tot per un paio d’anni, senza subire controlli, anche se faccio più fatturato. Un condono preventivo, autorizzato. Accompagnato da un altro regalino, lo scudo penale: la non punibilità per il reato di dichiarazione infedele.
MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI
Arriviamo poi a questo inizio del 2024. Ovvero alla grande pulizia di Pasqua dell’arretrato da 1.200 miliardi di cartelle fiscali che forse nessuno pagherà più. Se l’Agenzia delle entrate è in affanno e non ce la fa a rincorrerti per versare il dovuto, dopo 5 anni uno stralcio e via: si prende la multa, la tassa, il contributo, l’Irpef e l’Iva evase e si butta via.
Il Giubileo delle tasse: tutto ti è perdonato. Infine la ciliegina, come detto: la sanatoria pure sull’evaso a Inps e Inail. In totale mancano all’appello 84 miliardi, tra tasse e contributi evasi dagli italiani. Dato che fotografa la situazione a tutto il 2021.
L’esecutivo Meloni ha risposto con 18 condoni, forse anche malcontati. Più di uno per ogni mese di governo. La premier d’altro canto non ha mai nascosto la sua filosofia della lotta all’evasione come «pizzo di Stato sul piccolo commerciante», anche se ora esalta il recupero «record » dell’Agenzia delle entrate. […]
GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI antonio tajani giorgia meloni giancarlo giorgetti