di maio toninelli grandi opere tav

FOLLIE TAV! IN UNA SETTIMANA I COSTI PASSANO DA 7 A 3,5 MILIARDI. E COME PER MAGIA, IL TUNNEL CONVIENE, VISTO CHE I COSTI PER CHIUDERE TUTTO ARRIVEREBBERO A 4 MILIARDI - AIROLA: ''SE SI FA, ME NE VADO DAL MOVIMENTO MA MI PORTO DIETRO IL SIMBOLO. IL M5S SAREBBE FINITO'' - TONINELLI RINVIA DI UN'ALTRA SETTIMANA, PRONTO A TERGIVERSARE FINO A DOPO LE EUROPEE. IL PD PRESENTA UNA MOZIONE DI SFIDUCIA CONTRO DI LUI

 

DANILO TONINELLI

  1. TAV: PD PRESENTA MOZIONE SFIDUCIA CONTRO TONINELLI

 (ANSA) - "Presenteremo una mozione di sfiducia per Toninelli che ha bloccato i cantieri in tutta Italia, ha preso in giro gli italiani e per essere stato di fatto commissariato". Lo annuncia la capogruppo Pd in commissione Trasporti della Camera Raffaella Paita. "Il 3 febbraio (1 mese fa) - sostiene Paita - Di Maio aveva definito la minitav una 'super cazzola'. Oggi apprendiamo che Conte (Mascetti?) sposa la linea minitav dettata dalla Lega. Un progetto che non esiste. Nulla di più assurdo e falso".

 

 

 

  1. LA TAV, IN UNA SETTIMANA I COSTI PASSANO DA 7 A 3,5 MILIARDI

Estratto dall'articolo di Annalisa Cuzzocrea per ''la Repubblica''

 

Chiamare i bandi di gara «ricognizioni tra le imprese» che dunque «non preoccupano», come dice il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Aggiungere un allegato all’analisi costi-benefici «che abbatte di circa la metà l’eccesso di costi passando da 7 a 3,5 miliardi, perché si considerano solo le spese che sosterrà l’Italia», come spiegano Marco Ponti e Francesco Ramella, autori della prima analisi e ora del supplemento.

PAITA

 

Fissare al 26 maggio il referendum consultivo del Piemonte sull’alta velocità. Nel giro di poche ore si è definita l’exit strategy del governo per uscire dall’angolo sulla Tav e far partire i bandi di gara entro marzo senza perdere i 300 milioni dell’Unione europea. Operazione non semplice e molto rischiosa, soprattutto per i 5 stelle. Tanto che già ieri il senatore torinese Alberto Airola avvertiva: «Se diciamo sì esco dal Movimento e mi tengo il simbolo».

 

Come per dire che non può essere il vero M5S a dire sì all’alta velocità in Val Susa, tradendo le sue origini e tutta la sua storia. Eppure, tra i suoi, qualcuno ci sta lavorando. E lo sta facendo ai più alti livelli: perché a chiedere un supplemento di analisi alla commissione è stato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte (…)

 

 E perché un’altra fonte che ha seguito il dossier da vicino rivela: «L’unica possibilità, se vogliamo essere una forza di governo, è dire sì alla Mini-Tav. Un percorso ridotto, ma che comprenda il tunnel di base. Senza di quello i fondi europei non potrebbero arrivare».

ALBERTO AIROLA

 

A Torino, al Collegio Carlo Alberto, Marco Ponti conferma: «Il governo ci ha chiesto un supplemento di analisi in cui si considerassero solo i costi e i benefici per l’Italia». Una delle critiche alla precedente analisi era il fatto che i costi superassero di 7 miliardi i benefici, ma nel calcolo erano comprese anche le spese che dovranno sostenere francesi e Unione europea. Nella seconda analisi, invece, secondo quanto rivela Francesco Ramella, «più o meno i costi italiani superano i benefici di 3 miliardi e mezzo». Un risultato molto diverso dai 7 originali, perché sommando i costi massimi che l’Italia dovrebbe sopportare per bloccare l’opera, si arriva a 4 miliardi. Sarebbe più conveniente finirla che bloccarla? «Dipende dai costi delle penali», risponde Ramella. Appunto. (…)

 

 

 

  1. TAV AD ALTA TENSIONE

ALBERTO AIROLA

AdnKronos

 

"Io stesso sto studiando bene il dossier" assicura il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ma a proposito della linea ferroviaria Torino-Lione sta per arrivare un supplemento di analisi sui costi e benefici per l'Italia, fa sapere il professor Marco Ponti, l’esperto chiamato dal ministro Toninelli ad analizzare una trentina di opere pubbliche. L'idea del premier è forse quella di trovare un compromesso, nel governo gialloverde, e andare avanti

 

 

A chi ha domandava cosa emerge dal supplemento, Ponti ha precisato: "Quando il ministero lo pubblicherà si conoscerà". "E' una valutazione sui costi e benefici per l'Italia", ha aggiunto Francesco Ramella, componente del gruppo che ha redatto l'analisi osservando "i costi sono facilmente definibili, un po' più complicato è definire quali sono i nostri benefici".

 

MARCO PONTI NO TAV

Nel frattempo il ministro Danilo Toninelli ha assicurato che "entro la prossima settimana prenderemo una decisione" sulla Torino-Lione, "questo è certo". "Nei prossima giorni faremo un incontro con il premier Conte e i due vicepremier Di Maio e Salvini e chiariremo tutto. E nonostante i punti di partenza distanti arriveremo ad una decisione", ha sottolineato. Quanto a Telt il ministro ha detto che "è una società di diritto francese e nel diritto francese c'è la clausola di senza seguito,".

 

Quindi "i bandi se dovessero partire rappresentano in realtà una ricognizione di 6 mesi, non partono i bandi ma parte una ricognizione. Se riusciamo e riusciremo a chiudere prima della settimana prossima non avremo neanche il problema dell'apertura dei bandi".

TONINELLI DI MAIO SALVINI 19

 

"La Tav sta diventando una televonela intollerabile con puntate sempre più grottesche", attacca Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia. "Il ministro Toninelli da mesi rinvia puntualmente la questione 'alla prossima settimana', senza però precisare di quale mese e di quale anno. Intanto si avvicina la scadenza dei bandi nell'incertezza più totale e il colmo è che dopo otto mesi di permanenza a Palazzo Chigi il premier Conte oggi ha annunciato che sta ancora studiando il dossier", ha aggiunto.

 

In realtà sempre Conte ieri ha fatto sapere che si lavora "al decreto per sbloccare i cantieri. Siamo in fase finale, penso già prossima settimana potremo tirare fuori questo dl che ci consentirà di riaprire i cantieri bloccati e semplificare quei passaggi che in questo momento appaiono ostativi per la realizzazione di progetti".

Toninelli di maio

 

Ma nel Movimento 5 Stelle sulla Tav c'è chi, come il senatore grillino Alberto Airola, non ha intenzione di cambiare idea: "Non ci sono spazi di contrattazione. O il M5S dice no oppure sarò io a dire ciao al Movimento", ha detto in un'intervista all'Adnkronos Il parlamentare piemontese ha fatto della battaglia contro l'alta velocità Torino-Lione una delle stelle polari della sua azione politica e non le manda a dire alla Lega, che sul tema cerca una mediazione con il Movimento 5 Stelle.

 

"Non so quanto questa vicenda possa essere legata alle elezioni - osserva -. Credo che il Carroccio su questo tema voglia fare campagna elettorale, in modo un po' becero a mio avviso". Il ministro M5S delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, oggi ha annunciato che "entro la prossima settimana" il governo prenderà una decisione per sciogliere definitivamente il nodo Tav. Il sottosegretario leghista Armando Siri ostenta fiducia e assicura: "Stiamo ragionando e stiamo trovando le sintesi giuste per fare il bene del Paese. Non vedo gamberi nel governo, gente che torna indietro".

 

CONTE TONINELLI

Airola però non vuole sentire ragioni: "Toninelli è sicuramente in difficoltà perché la Lega insiste" ma "è giusto porre un punto fisso perché, come ho detto milioni di volte, il Tav è una cosa che abbiamo sempre osteggiato: non si fa e basta, spazi di manovra non ce ne sono". Ma se il M5S dovesse aprire una trattativa, lei come si comporterebbe?

 

"In quel caso me ne vado dal Movimento. E sono convinto che me ne vado col simbolo. Sarò più meritevole di loro di portare il simbolo del M5S se si apre una trattativa", risponde Airola. Se il Movimento 5 Stelle dovesse lasciare spiragli per un dialogo, dice Airola all'Adnkronos, "si schianterebbe definitivamente. Non sarebbe più 5 Stelle, perderebbe la fiducia del popolo, la sua identità". "Noi - insiste il senatore torinese - siamo entrati nelle istituzioni grazie ai valsusini: uno dei primi eletti del M5S è stato Davide Bono nel 2010, col 3% alle regionali, grazie ai voti della Valsusa. Beppe Grillo si è preso anche una denuncia per quella battaglia. Per me non si transige".

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen donald trump xi jinping cina unione europea stati uniti

FLASH! - COME REAGIRE ALLA TERZA GUERRA MONDIALE DI TRUMP? PIU’ CHE UNA WEB-TAX SULLE BIG TECH, PER METTERE IN GINOCCHIO IL DAZISTA DELLA CASA BIANCA, FACENDO RITORNARE DI COLPO LE ROTELLE AL LORO POSTO, SAREBBE SUFFICIENTE LA VENDITA DEL 10% DEI TITOLI DEL TESORO AMERICANO IN POSSESSO DI CINA E UNIONE EUROPEA (AL 2024 PECHINO NE DETENEVA 768 MILIARDI, MENTRE I 27 PAESI UE NE HANNO IN PANCIA OLTRE DUEMILA MILIARDI) – DI TALE MOSSA MORTALE, CONFERMATA A DAGOSPIA DA FONTI AUTOREVOLI, NE STANNO DISCUTENDO NELLA MASSIMA RISERVATEZZA GLI EMISSARI DEL DRAGONE DI XI JINPING E GLI SHERPA DEI CAPOCCIONI DI BRUXELLES (COME DICONO A QUARTICCIOLO: ‘’EXTREME EVILS, EXTREME REMEDIES…’’)

donald trump matteo salvini giuseppe conte vladimir putin

DAGOREPORT – ALLEGRIA! RICICCIA L’ALLEANZA DEGLI OPPOSTI POPULISMI: SALVINI E CONTE - SABATO SCORSO, I GEMELLI DIVERSI SI SONO RITROVATI IN PIAZZA A SBANDIERARE LE COMUNI POSIZIONI TRUMPUTINIANE CHE DESTABILIZZANO SIA LA MAGGIORANZA DI GOVERNO CHE L’OPPOSIZIONE - IL LORO RUOLO DI GUASTATORI NEI RISPETTIVI SCHIERAMENTI FA GODERE TRUMP, CHE HA PRESO DUE PICCIONI CON LA SUA FAVA: CONDIZIONA IL GOVERNO MELONI E SPACCA IL PD DI ELLY SCHLEIN – SFANCULATO BEPPE GRILLO, ANNIENTATO LO ZOCCOLO DURO PENTASTELLATO, AL POSTO DELL'ELEVATO", COME "IDEOLOGO", CONTE HA MARCO TRAVAGLIO - IL RUOLO DI CASALINO NEL SUCCESSO DELLA MANIFESTAZIONE ANTI-RIARMO DI SABATO... - VIDEO 

giorgia meloni donald trump economia recessione dazi

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI VOLERÀ FINALMENTE NEGLI STATI UNITI PER IL TANTO AGOGNATO FACCIA A FACCIA CON TRUMP: MA COSA ANDRÀ A FARE? SOPRATTUTTO: QUALE RISULTATO OTTERRÀ? -L’UNICO SPAZIO CHE OGGI HA A DISPOSIZIONE LA THATCHER DELLA GARBATELLA È IL PERIMETRO STABILITO DA KAISER URSULA CON MACRON E MERZ, CHE SI RIASSUME IN TRE PUNTI: DIALOGO, REAZIONE E DIVERSIFICAZIONE DEI MERCATI - L'EVENTUALITA' CHE, DOPO OCCHIONI E MOINE MELONIANE, IL TRUMPONE RINCULI DAL 20% A ZERO DAZI E' DA ESCLUDERE: IL TYCOON BANCAROTTIERE PERDEREBBE LA FACCIA - MA L'UNDERDOG NON PUO' TRATTARE NEMMENO UN DIMEZZAMENTO DELLE TARIFFE RECIPROCHE AL 10% PERCHE' LA NEGOZIAZIONE DEVE PASSARE PER BRUXELLES – LA DUCETTA PUÒ SOLO PROVARE A ESERCITARE UNA MORAL SUASION SUL SUO AMICO TRUMP E FARSI SCATTARE QUALCHE FOTO PER FAR ROSICARE DI INVIDIA MATTEO SALVINI - VIDEO

vespa meloni berlusconi

DAGOREPORT - VABBE’, HA GIRATO LA BOA DEGLI 80 ANNI, MA QUALCOSA DI GRAVE STA STRAVOLGENDO I NEURONI DI "GIORGIA" VESPA, GIA' BRUNO - IL GIORNALISTA ABRUZZESE, PUPILLO PER DECENNI DEL MODERATISMO DEMOCRISTO DEL CONTERRANEO GIANNI LETTA, CHE ORMAI NE PARLA MALISSIMO CON TUTTI, HA FATTO SOBBALZARE PERFINO QUELLO SCAFATISSIMO NAVIGATORE DEL POTERE ROMANO CHE È GIANMARCO CHIOCCI – IL DIRETTORE DEL TG1, PRIMO REFERENTE DELLA DUCETTA IN RAI, E’ RIMASTO BASITO DAVANTI ALL’”EDITORIALE” DEL VESPONE A "CINQUE MINUTI": "DAZI? PER IL CONSUMATORE ITALIANO NON CAMBIA NULLA; SE LA PIZZA A NEW YORK PASSERÀ DA 21 A 24 EURO NON SARÀ UN PROBLEMA". MA HA TOCCATO IL FONDO QUANDO HA RIVELATO CHI È IL VERO COLPEVOLE DELLA GUERRA COMMERCIALE CHE STA MANDANDO A PICCO L’ECONOMIA MONDIALE: È TUTTA COLPA DELL’EUROPA CON “GLI STUPIDISSIMI DAZI SUL WHISKEY AMERICANO’’ - VIDEO

tulsi gabbard donald trump laura loomer timothy haugh

DAGOREPORT - È ORA D’ALLACCIARSI LE CINTURE. L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE E' NEL PANICO TOTALE: SU CONSIGLIO DI UNA MAGA-INFLUENCER, LA PROCACE LAURA LOOMER, GIOVEDI' TRUMP HA CACCIATO SU DUE PIEDI IL GENERALE TIMOTHY HAUGH, DIRETTORE DELLA NATIONAL SECURITY AGENCY - LA NSA È LA PRINCIPALE AGENZIA DI CYBERSPIONAGGIO DEGLI STATI UNITI (CON 32 MILA DIPENDENTI, È QUASI IL 50% PIÙ GRANDE DELLA CIA) - LA CACCIATA DI HAUGH AVVIENE DOPO LA DECAPITAZIONE DEI CAPI DEI SERVIZI SEGRETI DI CIA E DI FBI, CHE TRUMP CONSIDERA IL CUORE DI QUEL DEEP STATE CHE, SECONDO LUI, LO PERSEGUITA FIN DALL’ELEZIONE PRESIDENZIALE PERDUTA CONTRO BIDEN NEL 2020 – UNA EPURAZIONE MAI VISTA NELLA TRANSIZIONE DA UN PRESIDENTE ALL’ALTRO CHE STA ALLARMANDO L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE. CON TRUMP CHE SI FA INTORTARE DA INFLUENCER BONAZZE, E FLIRTA CON PUTIN, CONDIVIDERE INFORMAZIONI RISERVATE CON WASHINGTON, DIVENTA UN ENORME RISCHIO - (E C’È CHI, TRA GLI 007 BUTTATI FUORI A CALCI DA ''KING DONALD'', CHE PUÒ VENDICARSI METTENDO A DISPOSIZIONE CIÒ CHE SA…)

elon musk donald trump matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - LE “DUE STAFFE” NON REGGONO PIÙ. IL CAMALEONTISMO DI GIORGIA MELONI NON PUÒ PIÙ PERMETTERSI DI SGARRARE CON MACRON, MERZ, URSULA, CHE GIÀ EVITANO DI CONDIVIDERE I LORO PIANI PER NON CORRERE IL RISCHIO CHE GIORGIA SPIFFERI TUTTO A TRUMP. UN BLITZ ALLA CASA BIANCA PRIMA DEL CONSIGLIO EUROPEO, PREVISTO PRIMA DI PASQUA, SAREBBE LA SUA FINE -  UNA RECESSIONE PROVOCATA DALL’AMICO DAZISTA TRAVOLGEREBBE FRATELLI D’ITALIA, MENTRE IL SUO GOVERNO VIVE SOTTO SCACCO DEL TRUMPUTINIANO SALVINI,

IMPEGNATISSIMO NEL SUO OBIETTIVO DI STRAPPARE 4/5 PUNTI AGLI ‘’USURPATORI’’ DELLA FIAMMA (INTANTO LE HA “STRAPPATO” ELON MUSK AL CONGRESSO LEGHISTA A FIRENZE) - UN CARROCCIO FORTIFICATO DAI MEZZI ILLIMITATI DELLA "TESLA DI MINCHIA" POTREBBE FAR SALTARE IN ARIA IL GOVERNO MELONI, MA VUOLE ESSERE LEI A SCEGLIERE IL MOMENTO DEL “VAFFA” (PRIMAVERA 2026). MA PRIMA, A OTTOBRE, CI SONO LE REGIONALI DOVE RISCHIA DI BUSCARE UNA SONORA SCOPPOLA…