ENEL, BATTAGLIA ALL’ULTIMA SCOSSA – IL FONDO PETROLIFERO NORVEGESE, NORGES, MEGA-INVESTITORE GLOBALE CHE HA IN PANCIA IL 2,2% DI ENEL, DICE NO A PAOLO SCARONI ALLA PRESIDENZA E APPOGGIA LA LISTA DI MINORANZA DI ASSOGESTIONI E SUL CANDIDATO PRESIDENTE PROPOSTO DA FONDO COVALIS, MARCO MAZZUCCHELLI – COME MAI IL “FATTO QUOTIDIANO”, UNICO TRA I GIORNALI ITALIANI, SI E’ SCHIERATO A DIFESA (COME MILLE DISTINGUO) DI SCARONI COME PRESIDENTE DELL’ENEL?
1 - LA BATTAGLIA DEI FONDI SU ENEL NORGES NON VOTERÀ SCARONI I SINDACATI: "EVITARE SCALATE"
Estratto dell’articolo di F. Sp. per “la Stampa”
No a Paolo Scaroni alla presidenza, ma nessuna apertura alla lista dell'hedge fund Covalis. Norges, come tutti i grandi fondi, si muove in vista dell'assemblea che mercoledì eleggerà i nuovi vertici dell'Enel. In campo, fatto inedito, ci sono due liste a contendersi la maggioranza del cda. Quella promossa dal Tesoro - primo socio con il 23,6% che candida, oltre a Scaroni, Flavio Cattaneo come ad – e un'altra, appunto, targata Covalis. Questa schiera sei nomi, nessun potenziale ad, ma un candidato presidente alternativo: Marco Mazzucchelli. Norges, fondo sovrano della Norvegia alimentato dal petrolio, ha in pancia circa il 2,2% dell'Enel.
Un voto "pesante" che sarà schierato – come ha chiarito ieri – per la terza lista che, contrariamente alle altre, propone solo tre nomi vocati alla minoranza: a presentarla è il comitato dei gestori, sotto l'egida di Assogestioni. Una scelta che ricalca quella dei principali proxy advisor, i consulenti dei fondi sul voto.
In Enel le votazioni sulla governance saranno due: la prima per eleggere il cda attraverso il voto di lista, la seconda per nominare il presidente. Il fondo sovrano norvegese, che per sua politica non può votare per un candidato che non sia indipendente (vincolo che condivide con diversi altri fondi), non sosterrà Paolo Scaroni il quale si è auto-indicato «non indipendente» per via del pregresso impegno come ad di Enel tra il 2002 e il 2005, un trascorso talmente lontano nel tempo (ben oltre i tre anni previsti dalla legge) che, secondo un parere pro veritate del superavvocato Andrea Zoppini, gli avrebbe permesso tranquillamente di dichiararsi indipendente.
In ogni caso, per tale fattore tecnico (che tiene fuori dal dibattito ufficiale la questione dei trascorsi rapporti tra Scaroni e la Russia), la scelta di Norges andrà sul candidato presidente proposto da Covalis, ossia al banchiere ex Credit Suisse Mazzucchelli, che invece si presenta da indipendente. Il problema per Mazzucchelli, però, è un altro: arrivare alla votazione per la scelta del presidente, a cui accede solo chi riesce prima a ottenere un posto in consiglio.
Moltiplicandosi le indicazioni per Assogestioni, la lista di minoranza accresce le proprie chance di guadagnare la maggior parte dei voti, come accaduto anche tre anni fa. Ma non avendo candidati per coprire tutte le seggiole, lascerà alle liste lunghe la maggioranza di esse. Visto il peso assembleare del Tesoro (attorno se non oltre il 40%), per mandare un uomo in consiglio a Covalis serve avere tra il 7 e il 10% dei voti assembleari. E per l'hedge fund racimolarli non sarà facile. Lo scenario possibile è che i fondi, concentrando i voti su Assogestioni, senza votare Scaroni, promuovano Scaroni, che pure ha dalla sua oltre il Tesoro l'indicazione di Iss, il proxy advisor più influente. Il fatto però che un gruppo come Enel sia al centro degli interessi di un hedge fund e che i fondi siano sempre più ago della bilancia preoccupa i sindacati […]
2 - PISTOLA ALLA TEMPIA, IN ENEL MEGLIO SCARONI
Estratto dell’articolo di Marco Palombi per il “Fatto quotidiano”
Sono giorni che una strana domanda tormenta i nostri sonni: ma pistola alla testa voti Paolo Scaroni o Marco Mazzucchelli? Nel sogno, le lacrime agli occhi, i pugni stretti, ci rispondiamo in un sussurro... Scaroni. […] Il governo Meloni, attraverso il Tesoro, azionista di maggioranza col 23%, nella sua lista di sei nomi indica Flavio Cattaneo come Ad e appunto Scaroni come presidente. Come Il Fatto ha già scritto, quest’ultima è una scelta pessima: il 76enne ex quasi tutto, col suo carico di errori, peccati e relazioni, è il classico caso di passato che non passa […]
[…] Com’è noto, in assemblea dei soci verranno presentate altre due liste: quella “tradizionale” (e gregaria) di Assogestioni e la novità assoluta, la lista del fondo basato alle Cayman Covalis (ha l’1% di Enel e l’appoggio di alcuni “colleghi”) che propone come presidente il succitato Mazzucchelli, che assumiamo senza dibattere sarebbe scelta migliore di Scaroni.
Covalis si lamenta dell’opacità dei meccanismi di scelta dei vertici aziendali, supportato da alcuni proxy advisor e, da ieri, dal fondo petrolifero norvegese, mega-investitore globale: tutta gente che ha legittime ragioni di policy, di politics, di vision, a non dire di money. E allora perché Scaroni? Perché Enel […] è un’azienda strategica per l’Italia, che dovrà nel prossimo futuro investire molto, anche comprimendo gli utili e […] governare aziende del genere coi fondi esteri comporta una remunerazione del loro capitale incompatibile con gli investimenti necessari agli obiettivi del Paese. […]