NON LE RESTA CHE PIANGERE (E APPARIRE) - LA FORNERO INVECE DI LAVORARE PARLA (TROPPO) - LA GAFFE SUI GIOVANI “CHOOSY” E’ L’ULTIMA DI UNA LUNGA SERIE: PENSIONI, ESODATI, DISOCCUPAZIONE, PRECARIATO (E NON VA DIMENTICATA LA MINACCIA A MANO ARMATA DELLA SCORTA AL GRAN PREMIO) - LA VERITA’ E’ CHE ELSA E’ ORMAI UNA “CELEBRO-LESA” - “QUANDO SI ACCENDE LA LUCETTA DELLA TELECAMERA NON RIESCE A RESISTERE…”

1 - FORNERO, MA TU QUANDO LAVORI?
Bankomat per Dagospia

Ci risiamo. Parla troppo e spesso male. Ha definito schizzinosi, spesso, i giovani italiani o perlomeno i suoi studenti ai quali dava consigli. Benche' come professoressa non sia notissima nelle classifiche internazionali delle pubblicazioni ed alla cattedra ci sia arrivata non proprio con fulminante carriera, ci ha voluto far sapere che conosce l'inglese ed ha definito certi giovani "choosy", potremmo tradurre "sceglioni", schizzinosi. Voleva dire: non siate troppo schizzinosi, prendete subito un lavoro e poi da cosa nasce cosa. Ha detto in fondo una cosa giusta. Da madre di famiglia.

Il problema e' che Lei, Ministro, non fa attualmente il professore a Torino ma il Ministro a Roma, e proprio del lavoro. A Lei, nostra somma dipendente, direbbe Grillo, pagata dai cittadini ed addetta a sviluppo e regole di lavoro e previdenza, spetta lavorare tutti i giorni al ministero e decidere per il nostro bene. Riformare il ministero, pensare buone leggi, disporre controlli nelle fabbriche e nei cantieri, occuparsi dell'Inps.

Purtroppo, forse in questo mal consigliata come molti suoi colleghi, passa invece una rilevantissima percentuale del suo tempo in giro per manifestazioni e convegni. Ieri era lunedì e Lei - astuta come i sindacalisti che organizzano scioperi al venerdi - si e' fatta un convegno a Milano e poi uno a Nichelino, cintura di Torino. Questo va spiegato ai lettori, non cosa ha detto, ma dove era il Ministro ieri. A spasso invece che a lavorare.

Morale: a Roma a lavorare ci vado poi martedì.
Caro Ministro, sia più' choosy. Scelga meglio e criticamente come e dove passare la sua settimana. Anzi, ascolti un consiglio: stia in ufficio a studiare e lavorare.
Grazie

2 - FORNERO LE MILLE GAFFE DELLA PRIMA DELLA CLASSE...
Filippo Ceccarelli per "la Repubblica"

Non è un lavoro facile, d'accordo, e ancora meno in tempi difficili. Ma siccome prima o poi ci cascano tutti, il ministro Fornero ci ha preso gusto, troppo, e quando si accende la lucetta delle telecamere non riesce proprio a resistere.

Ed eccola di nuovo qui a raccogliere i cocci. Non volevo, non credevo, non sapevo, non ho mai detto che. Anche stavolta cercherà ragionevolmente di aggiustarli, quei cocci sparsi. Ma «la più prima della classe» è recidiva per natura, per carattere, per statuto e in qualche misura anche per convenienza, quindi lo rifarà. Si perdoni il tono oracolare, ma una volta assaggiato il succoso e nutriente frutto della popolarità mediatica non solo i protagonisti tendono a ripetersi, ma anche ad aumentare la dose e a spararle più grosse. E su un tema non sensibile, ma sensibilissimo. Ad esempio, i giovani.

Per cui ieri, forse anche per questo, Fornero è stata contestata e ha dovuto abbandonare un convegno. Questo pone la faccenda del suo conclamato iperprotagonismo su di un piano scivoloso, e tocca ripetere che la parola è sacra e nessuno è abilitato a toglierla a nessuno. Ma la più netta rispulsa della prepotenza consentirà di osservare che prima dei fischi di Nichelino, in un consesso decisamente amico quale poteva essere l'Assolombardo, quella parola detta in inglese è suonata davvero irritante, per non dire odiosetta.

E se il ministro, che pure conserva l'ardore delle sue convinzioni, non capisce che effetto faceva quella formula psico-pedagogica, «lo dico sempre ai miei studenti», e più in generale quell'intenso porgersi ex cathedra al culmine dell'ipertrofia telepolitica, beh, magari è arrivato il momento di chiedersi se Fornero, con tutto il rispetto che le si deve, non si sia un po' montata la testa; e se per caso non sia divenuta anche lei, come tanti altri, un po' «fanatica», là dove le virgolette, almeno nella scettica capitale di questo Paese, indicano una certa ansia di distinguersi, di primeggiare, di far bella figura.

Non si vorrebbe ridurla a una questione di tecnica comunicativa perché i contenuti, le pensioni, gli esodati, la disoccupazione, l'articolo 18, il precariato e via dicendo, restano cruciali. Ma accade che taluni personaggi - vedi Brunetta, o Rosy Bindi, o Santanché - comincino o meglio finiscano comunque per sentirsi dei «fenomeni».

Questo sicuramente li aiuta, almeno in un primo momento, imponendoli nel regime degli spettacoli politici. Ma poi, tra la loro auto-percezione e l'effetto sul pubblico, si fa sentire una quantità di variabili pazzesche e per lo più inesplorabili. L'enfasi consuma attenzione, l'overdose stufa, il demone della visibilità pretende, loro rilanciano, poveretti, e gli incidenti di solito si moltiplicano, determinati da diversi fattori.

Il primo è un aumento di suscettibilità. Vauro fa una vignetta e il ministro si risente. Il secondo è un disagio, o un disturbo, o comunque un impiccio abbastanza stressante che nel mondo anglosassone ha nome - ah-ah - «Information Fatigue Syndrome» e investe chi è costretto a vivere sotto la luce dei riflettori. Ma il terzo e decisivo arriva dal combinato disposto dei primi due e porta Fornero ad essere vissuta come una figura molto peggiore di quello che per fortuna sua, dei suoi cari e forse anche dei suoi studenti, è in realtà.


Si perdoni l'irrilevante fragilità con cui si pretenderebbe di illustrare questa sorta di teorema, ma sempre più l'immaginario del potere si alimenta di immaginifiche vibrazioni e controprove. Con il che vorrà pur dire qualcosa che in vari e distinti ambiti il ministro del Lavoro è stato avvicinato, per somiglianza fisica e ruolo, a tre personaggi cinematografici: la caposala cattiva di «Qualcuno volò sul nido del cuculo » (l'attrice Louise Fletcher), la cuoca sordomuta di «Invito a cena con delitto» (Nancy Walker) e la numero tre della Spectre in «007 dalla Russia con amore» (Rosa Klebb). Gli schizzinosi di tutta Italia, o «choosy» che siano, abbiano pazienza e cerchino di capire che quasi mai il potere migliora le persone.

 

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