SPARARE E SPARIRE - LA FRANCIA SOTTO SCACCO: IL “FUCILIERE PAZZO” NON SI TROVA

Alberto Mattioli per "La Stampa"

Non l'hanno ancora preso. Dell'uomo più ricercato di Francia la polizia conosce tutto: la faccia, il Dna, le impronte digitali e, anche se non lo dice, probabilmente l'identità. Ma per ora il «tireur fou», lo sparatore folle, l'uomo che lunedì mattina ha fatto fuoco prima nella redazione di «Libération» e poi contro una sede della Société Générale alla Défense, è a piede libero.


La notizia non è confortante: in un sacchetto, ha un fucile a pompa a canne mozze e una granata, o almeno così ha detto all'automobilista che ha sequestrato per farsi portare dalla Défense all'avenue George V, al momento l'ultimo (e l'unico) ad aver parlato al folle.


La buona notizia di ieri è che la sua vittima sta meglio. L'aspirante fotografo di moda 23enne che ha avuto il torto di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, cioè nella hall di «Libé» quando Rambo ha fatto l'incursione, è stato svegliato dal coma artificiale in cui era stato posto dopo sei ore di operazione, non è più in prognosi riservata e, a detta dei medici della Salpêtrière, reagisce bene alle cure.


L'attenzione quindi è tutta sullo sparatore. La caccia all'uomo è di dimensioni raramente viste in Francia. Gli inquirenti contano sull'aiuto del pubblico e hanno diffuso una seconda foto del «tireur», molto più chiara e presa di fronte. Ieri sera, le segnalazioni arrivate erano già più di 400, di cui 120 «prese sul serio». Le verifiche sono lunghe, ma i mezzi impressionanti: migliaia di agenti sono mobilitati, compresi quelli che sorvegliano gli obbiettivi potenziali, in primo luogo le sedi dei media.


Per tutta la giornata di ieri si sono moltiplicati gli annunci di arresti, ma si sono rivelate tutte delle bufale. A Périgueux, a diverse centinaia di chilometri da Parigi, grande emozione per un uomo che si aggirava nei pressi della cattedrale con un fucile in mano e un foulard sul viso. Si è rivelato un falso allarme anche questo.


Intanto si sa di più su quel che è successo lunedì. Lo sparatore si è cambiato d'abito dopo il raid al giornale e prima di quello alla banca. Le telecamere della metropolitana l'hanno ripreso con indosso una giacca rossa con il collo nero e un berretto beige in testa. Prima, a «Libération», aveva un giaccone kaki e un cappello a visiera scuro.


Alla Défense, ha sequestrato un automobilista e si è fatto portare all'avenue George V, a due passi dagli Champs-Elysées. Ma i cani poliziotto hanno fiutato la sua traccia non, come si credeva, in direzione degli Champs, ma dall'altra parte. In effetti lo sparatore è andato al ponte dell'Alma e lì ha preso la Rer, la metro della banlieue.


In tivù impazzano criminologi e psichiatri che analizzano lo sconosciuto. L'idea prevalente è che si tratti di un solitario «più razionale di quel che sembra», in uno «stato psichiatrico né decomposto né delirante». Si è scatenato anche, sui social network, un cospicuo lotto di imbecilli che ha creduto bene di compiacersi per l'attacco ai media. In realtà, non è nemmeno certo che l'uomo ce l'abbia con i giornalisti, dato che ha sparato pure contro una banca.


È proprio questa incertezza la novità dell'«affaire», almeno in Francia. Lo «sparatore folle» sembra una tipica figura americana. In Europa, personaggi del genere sono più rari (anche perché procurarsi le armi è molto più difficile) e in Francia tutti gli ultimi casi del genere hanno avuto dei protagonisti senz'altro folli, ma estremamente coerenti nella scelta dei loro obiettivi.


La caccia comunque continua. «Saremo tranquilli solo quando gli avremo messo le mani addosso», dice il ministro dell'Interno Manuel Valls, consapevole di giocarsi in questa vicenda quel patrimonio di consenso che fa di lui la figura più popolare del governo più impopolare degli ultimi anni. Valls ha detto che «è stato fatto tutto un lavoro» sulle tracce di Dna che lo sparatore ha lasciato sulle cartucce e sull'auto sequestrata. Però per il momento sembra sparito nel nulla.

 

 

 

 

SEDE SOCIETE GENERALE A PARIGI rue beranger sotto la redazione di liberation fuori dalla redazione di liberation dopo la sparatoria dove si trova la redazione di liberation a parigi LA REDAZIONE DI LIBERATION

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