
FU VERA MAFIA? – PARTE IL MAXI-PROCESSO DI “MAFIA CAPITALE” E CARMINATI FA SAPERE: “PARLERÒ E DIRÒ UN SACCO DI COSE” – IL “CECATO”, BUZZI, BRUGIA E TESTA VOGLIONO ESSERE PRESENTI IN AULA ED ESSERE RIPRESI DALLE TV PER DIMOSTARE CHE NON SONO DEI BOSS
Marco Lillo per il “Fatto Quotidiano”
Alla fine Massimo Carminati, come si dice a Roma "sbrocca". Per otto ore è rimasto seduto immobile nel carcere di Parma dove si trova all' isolamento del 41bis. Lui, come anche gli altri vertici dell' organizzazione Salvatore Buzzi e Riccardo Brugia e una dozzina di altri arrestati, è collegato solo in videoconferenza con l' aula Vittorio Occorsio dove si tiene il maxiprocesso a Mafia capitale.
Il "nero", secondo il suo avvocato Bruno Giosuè Naso, questa volta non starà in silenzio: "Parlerà, è intenzionato a difendersi in modo diverso dal solito perché vuole chiarire un sacco di cose e lo farà". Per ora sta seduto a gambe aperte, come faceva sulla sedia del benzinaio di Corso Francia quando comandava Roma. Fino alle cinque e mezza tiene lo sguardo fisso sul collegio presieduto dal giudice Rosanna Ianniello.
Ma quando in aula parla l' avvocato Carlo Rienzi del Codacons si alza di scatto. Jeans scoloriti e giubba scura con scarpe da ginnastica, sembra tornato "Il pirata" che affrontava di petto il boss dei campani a Roma, Michele Senese. Carminati è un leone in gabbia, passeggia su e giù gesticolando per qualche minuto verso il cancelliere che è lì a rappresentare la giustizia italiana. Chissà cosa gli ha fatto saltare la mosca al naso.
IL PALADINO del Codacons in quel frangente sta cercando di convincere i giudici ad ammettere anche la cittadina onorevole M5s Roberta Lombardi come parte civile. Forse Carminati non gradisce o forse realizza che nell' aula Occorsio si tiene un vero maxi processo alla mafia "originale e originaria" da lui guidata per i pm.
L' aula è piena di avvocati e giornalisti a decine parlottano con gli arrestati ai domiciliari, ammessi al processo. A sinistra si vede la moglie di Salvatore Buzzi, Alessandra Garrone, Jeans grigi, borsa grigia, maglioncino lungo grigio, fa di tutto per non farsi notare: "Non parlo con i giornalisti".
Accanto a lei il collaboratore di Buzzi, Claudio Bolla, e Sandro Coltellacci, un omaccione grande e grosso che - come Buzzi - dopo il carcere aveva fatto fortuna nella cooperazione sociale. A pochi metri il consigliere del Pd Pierpaolo Pedetti.
A destra in prima fila, come in una riproposizione degli schieramenti in consiglio comunale c' è il consigliere Pdl Giordano Tredicine. Il processo entra nel vivo a metà mattinata: gli avvocati di Salvatore Buzzi (Alessandro Did di), Massimo Carminati, Riccardo Brugia e Fabrizio Testa (Bruno Giosué Naso) vogliono che i loro assistiti siano ammessi all' aula.
Le ragioni di sicurezza? Per loro sono una balla. "Questo è un processetto dopato e montato da una campagna mediatica", provoca l' avvocato Naso. Il pm Giuseppe Cascini ribatte:"Tutti i pro cessi sono molto seri e tutti gli imputati vanno rispettati".
La sfida mediatica è rinviata ma i capi di Mafia Capitale vogliono il duello con i pm. Carminati, Buzzi, e il braccio destro del Nero, Riccardo Brugia ('occhio destro' dice Naso ironizzando) dicono sì alle riprese delle telecamere. Non solo: accettano la ripresa audio -tv del loro viso. Vogliono la telecamera che li inquadra mentre rispondono alle accuse dei pm Luca Tescaroli, Paolo Ielo, Giuseppe Cascini e Michele Prestipino. Non vogliono essere presenti come figurine su uno schermo, come Riina o Provenzano nei processi palermitani.
IN SERATA c'è la sfilata delle parti civili. Ci sono 54 richieste. Dal Comune di Roma al Ministero dell' Interno alla Regione Lazio fino al Partito democratico del Lazio. C' è la richiesta danni di 37 rom che si ritengono danneggiati dalla gestione del campo di Castel Romano. Poi ci sono le associazioni da Libera alle associazioni antimafia Paolo Borsellino e Antonino Caponnetto, Cittadinanzattiva, Forum antiusura, Legambiente. I consiglieri comunali Riccardo Maggi (Radicali) e quelli M5S. Bussano a soldi per i danni di Mafia Capitale anche tre profughi del Darfur e una dozzina di altri migranti raccolti in cinque diverse richieste.
Intanto la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio, solo per corruzione e finanziamento illecito di Gianni Alemanno.
L' 11 dicembre prossimo il Gup si pronuncerà e se ci fosse davvero un processo al sindaco potrebbe a quel punto essere riunito a Mafia Capitale. La prossima udienza del maxi-processo alla romana è fissata per il 17 novembre nell'aula bunker di Rebibbia.