SUMMIT CON LA VITA! - AL G20 DI CANNES ESPLODE LA BOMBA DEL REFERENDUM ELLENICO ANTI-EURO E SARKÒ, TERRORIZZATO DALL’AMMONTARE DEI TITOLI GRECI IN MANO ALLE BANCHE FRANCESI, È COSTRETTO A CONVOCARE UN GABINETTO DI GUERRA CON LA MERKEL, BCE, COMMISSIONE, CONSIGLIO E FMI, E POI TUTTI INSIEME COL PREMIER GRECO PAPANDREOU CONVOCATO D’URGENZA SULLA CROISETTE - L’EUROPA GUARDAVA AI SOLDI DI CINA, RUSSIA, BRASILE E INDIA PER IL SUO EFSF E ORA SI RITROVA UN PROBLEMA DI CREDIBILITÀ…

Marco Zatterin per "La Stampa"

Nicolas Sarkozy è «costernato». I suoi collaboratori fanno circolare l'indiscrezione secondo cui all'Eliseo pensano che «il gesto dei greci è irrazionale e, dal loro punto di vista, pericoloso». Domani, ai venti leader dei paesi più ricchi del pianeta, il presidente francese intendeva presentare l'accordo per il nuovo governo dell'Eurozona faticosamente cucito da Diciassette a Bruxelles la scorsa settimana, celebrare le virtù del salvataggio ellenico bis e proporre a tutti di partecipare al rassodato fondo salvastati (Efsf).

Contava di dire al critico Obama, «guarda, ci stiamo muovendo». Niente da fare. Sul summit G20 di Cannes è caduta la bomba del referendum ellenico e nulla potrà più essere come Sarkò, e l'Europa, avevano osato sperare.

Lo stato di salute con cui l'Unione si presenta al cospetto dei Grandi è inversamente proporzionale alla furia con cui Sarkozy si è messo al lavoro per cercare di salvare la partita. Il modulo lo conosce a memoria e il titolo di presidente di turno del G20, padrone di casa nella riunione che si apre domani mattina, consente di sorvolare sul fatto che è Parigi a tirare l'Europa mentre le istituzioni a dodici stelle sembrano impietrite dagli eventi.

Ha chiamato Angela Merkel, e con lei si è accordato per convocare un gabinetto di guerra in riviera, per parlare loro due con Bce, Commissione, Consiglio e Fmi, e poi tutti insieme col premier greco Papandreou invitato d'urgenza sulla Croisette.

La cancelliera tedesca, pure lei «irritata», non se l'è fatto ripetere. Colloquio telefonico e poi nota dell'Eliseo. Per dire che Francia e Germania sono convinte che l'accordo della notte del 26 ottobre «permetterà alla Grecia di ritrovare una crescita durevole» e ribadire, alla luce di questo, l'auspicio «che, in consultazione con i partner europei e il Fmi, possa essere rapidamente definita una roadmap per assicurarne l'applicazione» di un patto che «oggi è più necessario che mai».

Seguono cifre e dettagli, inevitabili per dare un senso all'operazione, e inviare un doppio messaggio: da un lato ai possibili futuri elettori greci, invitati a scegliere fra la bancarotta e un futuro difficile; dall'altro, ai partner del G20 che possiamo immaginare quantomeno perplessi piuttosto che rassicurati.

Papandreou non s'è consultato con nessuno. A Sarkozy e gli altri pare un tradimento, dopo tante parole sull'importanza di fare le cose insieme, di coordinarsi, di essere solidali e puntare insieme alla soluzione della crisi dell'euro e dei debiti sovrani. Deve essere per questo che in serata il presidente francese ha prodotto un secondo comunicato. Solitario. «La Francia tiene a ricordare che il piano adottato giovedì scorso all'unanimità è la sola via possibile per risolvere il problema del debito greco». Pressing micidiale con una frase densa d'implicazioni. Il richiamo le responsabilità di Atene e l'insinuazione del peggio, cioè l'alternativa che significa default. Ipotesi che, senza un intervento europeo, secondo Parigi potrebbe verificarsi entro la fine dell'anno.

E, ancora, un altro segnale in codice. «Dare la parola al popolo è sempre legittimo, ma la solidarietà di tutti i paesi dell'Eurozona non può essere esercitata senza che tutti facciano gli sforzi necessari», insiste Sarkozy. Implica che se Atene vuole essere aiutata deve fare i compiti sino in fondo, evitando decisioni che potrebbero disseminare di asperità il percorso comune dei partner europei.

«Ecco perché La Francia e la Germania hanno preso l'iniziativa di riunione le istituzioni europee e il Fmi per riesaminare con primo ministro greco le condizioni alle quali intende rispettare le promesse fatte». Voleranno gli stracci, c'è da scommetterlo.

Senza una difficile quadratura si fa fatica a immaginare che il vertice prenda una piega costruttiva. L'Europa guardava ai soldi di Cina, Russia, Brasile e India per il suo Efsf e ora si ritrova un problema di credibilità, la guarderanno vieppiù dall'alto in basso. I cinesi potrebbero rifiutare il dialogo e tenersi pro tempore i miliardi, o vendere entrambi cari.

Il presidente americano Obama avrà gioco facile nel nascondere i suoi problemi economici e politici scaricando le responsabilità della crisi globale sul vecchio continente. Era un summit che si annunciava complesso. I greci lo hanno reso per Sarkozy e l'Ue una via di mezzo fra una occasione perduta e missione quasi impossibile.

 

SARKOZY MERKEL Il premier greco PapandreuBarack ObamaHu JintaoDMITRY MEDVEDEV

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…