mario draghi gas caro bollette

AL G7 VIENE GIÙ IL TETTO – MARIO DRAGHI AL CASTELLO DI ELMAU HA INSISTITO CON LA SUA BATTAGLIA SUL TETTO AL PREZZO DEL GAS, MA BERLINO CONTINUA A METTERE I TUBI TRA LE RUOTE. COSÌ, IL COMUNICATO FINALE DEL VERTICE È LA SOLITA FUFFA: C’È SOLO UN RIFERIMENTO MOLTO GENERICO AL “PRICE-CAP” E UN RINVIO ALLE DECISIONI DEL CONSIGLIO EUROPEO (CHE, COME SEMPRE, È SPACCATO)

Alessandro Barbera per “la Stampa”

 

attacco russo al centro commerciale di kremenchuk 1

Quando al castello di Elmau rimbalza la notizia dell'attacco missilistico russo sul centro commerciale ucraino di Kremenchuk, i leader occidentali sono riuniti con i cinque capi di Stato ospiti del vertice: India, Sudafrica, Senegal, Indonesia, Argentina.

 

C'è chi apprende della notizia dallo smartphone, altri vengono avvicinati dagli staff. Il timing dell'attacco è più che sospetto: sono i minuti in cui viene diffusa la prima parte del comunicato finale dei Sette dedicato all'Ucraina. «Nessuno ha avuto il dubbio di una coincidenza», racconta una fonte diplomatica italiana.

g7 in germania mario draghi

 

«Ma finché Putin farà questo gioco, ci mostreremo sempre più compatti». La posizione dei Sette sul sostegno militare e finanziario a Kiev è in effetti senza sfumature, a difesa della «sovranità e integrità territoriale» di un Paese aggredito e del suo futuro democratico. Un concetto che Mario Draghi ripeterà davanti al maxischermo da cui è collegato Volodymyr Zelensky.

 

i leader del g7 in camicia

«Se l'Ucraina perde, sarà più difficile sostenere che la democrazia è un modello di governo efficace». Il confine fra l'Europa e l'Ucraina è ormai la sottile linea rossa che divide il mondo progredito dalle autocrazie. Ma per i leader si fa più complicato tracciarlo quando c'è da discutere gli interessi economici in gioco.

 

All'ora di cena, mentre i capi di Stato si intrattengono a tavola con gli ospiti, gli sherpa delle delegazioni sono impegnati in una complicata trattativa per chiudere il resto del comunicato.

 

G7 IN GERMANIA

Sulle sanzioni all'oro russo i leader trovano l'intesa: quella è la strada con cui finora gli oligarchi russi hanno aggirato le sanzioni nei loro confronti. I punti ancora da discutere riguardano se e come introdurre un tetto al prezzo di petrolio e gas.

 

Sul petrolio la strada è apparentemente in discesa: sin dalla mattina, nei briefing con la stampa americana, l'Amministrazione fa trapelare il suo sì. La guerra ha fatto schizzare il costo del barile su tutti i mercati, costringendo l'americano medio a pagare un gallone di benzina cinque dollari, un livello mai visto nella storia.

PUTIN E I RUBLINETTI - BY EMILIANO CARLI

 

Per evitare l'aggiramento del tetto, al tavolo si discute un meccanismo grazie al quale costringere le società di trasporto e assicurative occidentali a non accettare l'acquisto di greggio a un prezzo superiore a quello predeterminato. A complicare la trattativa ci si mettono i francesi, che insistono perché il bando venga esteso a tutto il petrolio in circolazione. Una richiesta implausibile, formulata non a caso davanti agli indiani, ma che sembra fatta apposta per far saltare il banco. Ciascuno dei leader ha interessi da difendere, e un'opinione pubblica a cui rendere conto.

 

I GASDOTTI VERSO L EUROPA

Draghi ha deciso di andare fino in fondo nella battaglia per introdurre il tetto al prezzo del gas. Il premier italiano ha il pieno sostegno di Macron e della Commissione europea. La commissaria all'Energia Kadri Simson dice di temere «un peggioramento della situazione delle forniture» per via (questa la ragione ufficiale addotta dai russi) di un intervento di manutenzione ad una delle turbine del gasdotto Nord Stream.

 

g7 in germania ursula von der leyen

Il terrore di una ritorsione russa sulle forniture è la ragione che fa ondeggiare il governo di Berlino. Nonostante il sostegno del ministro verde dell'Economia Robert Habeck, le resistenze di Olaf Scholz e dell'industria tedesca non sono vinte: Scholz non può contare - come l'Italia - su tre gasdotti alternativi a quelli russi.

 

A tarda sera le versioni possibili del comunicato nella parte dedicata al gas sono le più varie: si va dall'ipotesi di un riferimento generico a un tetto ai prezzi dell'«energia» ad un rinvio alle decisioni del Consiglio europeo.

 

g7 in germania foto dei leader

Il fatto che Draghi non abbia avuto la meglio nella riunione dei Ventisette della scorsa settimana non è di sostegno alla linea italiana. Biden non ha obiezioni di principio, ma non è intenzionato a mettere sotto pressione Scholz e - nei fatti - tutti i partner europei.

 

L'impegno che Draghi riesce a strappare è il mandato ai ministri dell'Energia del G7 «di studiare con urgenza l'applicazione di un price cap» sui prodotti energetici. L'urgenza serve al premier per tenere sotto pressione i Ventisette, decisi a rimandare tutto ad ottobre. Insomma, se c'è un argomento che permette ancora a Putin di dividere l'Occidente, è quello dell'energia.

VLADIMIR PUTIN E IL GAS

 

Lo testimonia per altre ragioni una notizia filtrata a tarda ora da fonti americane: questa mattina Biden avrà un incontro a margine del G7 con Johnson, Macron e Scholz. La ragione dell'esclusione di Draghi dal vertice ristretto sarebbe l'oggetto dell'incontro: l'Iran e la ripresa dei negoziati a Doha sul nucleare con l'inviato americano. I rapporti con Teheran e gli interessi dell'Eni nell'area sono sempre stati il tallone d'Achille fra Roma e Washington. Ma da Palazzo Chigi garantiscono che, annunciato o meno, il premier sarà presente all'incontro.

g7 in germania johnson scholz bideng7 in germania biden e scholz

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...