beatrix von storch joerg urban joerg meuthen angela merkel sassonia brandeburgo

LA LA LANDER – PFUI! IN GERMANIA I PARTITI TRADIZIONALI FESTEGGIANO DOPO ESSERSI SALVATI PER IL ROTTO DELLA CUFFIA DALL’ONDATA DI ULTRA DESTRA IN SASSONIA E BRANDEBURGO . MA LE SVASTICHELLE STANNO BEN SOPRA IL 20% IN ENTRAMBI I LANDER E IL MESSAGGIO CHE ARRIVA DALL’EST TEDESCO È CHIARO – NIENTE RIPERCUSSIONI A BERLINO, PER ORA. LA MERKEL VUOLE ARRIVARE AL 2021 E NELLA GRANDE COALIZIONE NESSUNO VUOLE ANDARE A ELEZIONI ANTICIPATE. E TE CREDO!

Flaminia Bussotti per “il Messaggero”

 

 

il governatore della sassonia michael kretschmer

I partiti tradizionali al potere da anni nei due Länder e a Berlino, si sono salvati per il rotto della cuffia, ma il messaggio che esce dal voto regionale ieri in Sassonia e in Brandeburgo, due delle più importanti regioni dell'Est, è chiaro: uno schiaffo ai partiti di governo, a Dresda e a Potsdam, ma anche al governo federale di Angela Merkel a Berlino. La rabbia e la protesta dei tedeschi dell'Est ha consacrato una schiacciante affermazione agli estremisti dell'AfD. A 30 anni esatti dal crollo del Muro, la sentenza che emerge dalle urne è la grande frustrazione dei tedeschi dell'Est che si sentono ancora cittadini di seconda classe, e un atto di accusa alla riuscita dell'Unificazione.

 

elezioni in sassonia e brandeburgo

I PARTITI POPOLARI

Per i partiti tradizionali, in perenne emorragia di consensi, la domanda che si pone ora è se valga ancora la qualifica di Volkspartei partito popolare. Qualifica che potrebbe invece presto passare ai Verdi che continuano la loro corsa a livello regionale, federale e europeo. A fare incetta dei voti di protesta in entrambi i Länder, secondo i dati provvisori del voto, è stato il partito di estrema destra AfD (Alternative für Deutschland, alternativa per la Germania), che ha fatto della lotta ai vecchi partiti e alla politica sulla migrazione del governo federale il suo principale (e unico) cavallo di battaglia.

beatrix von storch joerg urban joerg meuthen

 

In Sassonia, dove la Cdu, il partito cristiano democratico della cancelliera Merkel, governava da 30 anni ininterrottamente (in tempi remoti con maggioranze assolute), ha difeso la sua posizione al primo posto ma incassando forti perdite: 32,5% (contro il 39,4% alle regionali nel 2014), ma la Spd, il partito socialdemocratico alleato junior della Cdu nel Land e anche della Cdu-Csu a Berlino, crolla al 7,8% contro il 12,4% di cinque anni rendendo impossibile una prosecuzione della Groko, la grande coalizione, a Dresda. Per governare il premier Cdu Michael Kretschmer, dovrà trovarsi un terzo alleato, molto probabilmente i Verdi, passati dal 5,7% all'8,4%. L'AfD tallona da vicino la Cdu e diventa secondo partito in Sassonia con il 27,8% dei voti contro il 9,7 che aveva. La Linke (Sinistra, eredi del partito comunista della Ddr) precipita dal 18,9% al 10,1%. I liberali (Fdp) che erano fuori dal Landtag, il parlamento regionale, raggiungono il 4,5% e restano sotto lo sbarramento del 5% e dunque fuori del parlamento a Dresda.

 

angela merkelandreas kalbitz

In Brandeburgo, in situazione speculare con la Sassonia, al governo del Land c'era da 30 anni la Spd, in coalizione rosso-rosso con la Linke. Il partito di Willy Brandt, che attraversa anche a livello federale un travaglio storico senza precedenti con il rischio di estinzione, si conferma al primo posto ma non gli bastano più i numeri per continuare a governare in coalizione con la Linke. La Spd arriva al 26,1% (contro il 31,8% nel 2014) e la Linke al 10,7% (18,6%): assieme dunque non raggiungono la maggioranza: possibile una coalizione rosso-rosso-verde con i Grünen, o anche rosso-nero-verde (Spd-Cdu-Verdi). Anche in Brandeburgo l'AfD conquista il secondo posto raddoppiando i voti con il 23,7% (12,2%). La Cdu crolla al 15,7% dal 23% che aveva, i Verdi arrivano al 10,6% (6,2%) e la Fdp al 4,4% quindi fuori dal Landtag.

persone a un comizio di afd in sassonia

 

LE RIPERCUSSIONI

elezioni sassonia brandeburgo 1

L'esito di questo voto locale era atteso con preoccupazione a Berlino nel timore di un ribaltamento degli equilibri che avrebbe potuto avere ripercussioni drammatiche a livello federale. Se Cdu e Spd fossero state scalzate dall'AfD, probabilmente sarebbero cadute diverse teste ai vertici dei due partiti a Berlino, con fine del governo e rinvio alle urne. Il pericolo sembra scampato anche perché nessuno, date le cattive acque in cui versano i due partiti, ha interesse a elezioni anticipate. Salvo imprevisti, la Groko, la terza guidata dalla Merkel, arriverà a fine legislatura nel 2021 proprio come nei disegni della cancelliera la quale, come annunciato l'ottobre scorso quando lasciò la leadership Cdu (passata alla delfina Kramp-Karrenbauer), con la fine del suo quarto mandato dal 2005, gradirebbe nel 2021 andarsene finalmente in pensione.

andreas kalbitz alice weidelelezioni sassonia brandeburgoelezioni sassonia brandeburgo 2elezioni sassonia brandeburgo 3sassonia brandeburgo

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…