conte merkel

VEDIAMO STAVOLTA COME CI FREGANO - L’INCONTRO TRA CONTE E MERKEL SU MIGRANTI, LIBIA, NATO E UNIONE BANCARIA SI E’ SVOLTO IN GRANDE “SINTONIA”. IL CHE VUOL DIRE CHE L’INCULARELLA E’ DIETRO L’ANGOLO - LA GERMANIA VUOLE SPINGERE SULL’UNIONE BANCARIA FACENDO IN MODO CHE LE BANCHE EUROPEE SIANO DOTATE DI UN SISTEMA COMUNE DI ASSICURAZIONE SUI DEPOSITI - CONTRARIO IL MINISTRO DELL'ECONOMIA, GUALTIERI…

D.Pir. per “il Messaggero”

 

ANGELA MERKEL E GIUSEPPE CONTE

Sintonia. E' questa la parola chiave dell'incontro di ieri fra il premier Giuseppe Conte e la cancelliera tedesca, Angela Merkel. Sintonia su migranti, Libia, Nato, Unione bancaria. Assieme a un confronto sullo spinoso dossier Arcelor Mittal. Il tutto condito con un messaggio chiaro per Bruxelles: la nuova coalizione sostiene l'approccio «critico ma costruttivo» dell'Italia nei confronti dell'Europa.

 

Conte ha accolto la cancelliera tedesca Angela Merkel a Roma mostrando grande apertura. Il premier non ha nascosto le divergenze su alcuni dossier, ma ha ribadito la comune volontà di lavorare insieme per affrontare le grandi sfide europee e combattere le «intolleranze» e le «forze disgregatrici» in seno all'Europa. Conte ha inoltre rivendicato anche la sua autonomia di pensiero, a prescindere dalla coalizione che lo sostiene.

 

L'AUTONOMIA

conte merkel

«Se avrete la bontà di comparare i discorsi e le posizioni del sottoscritto assunte nel precedente esecutivo - ha detto rispondendo ai giornalisti in conferenza stampa - e quelle che esprimo in questo non vedrete differenze. Anche sul piano dell'approccio all'immigrazione ho sempre ritenuto che si dovesse partire dai diritti fondamentali di queste persone che soffrono e cadono in mano ai trafficanti di esseri umani».

 

Con la cancelliera la sintonia è tale che Conte si confronta anche sul delicatissimo dossier Arcelor Mittal. «Ci siamo ripromessi una cooperazione per cercare di confrontarci sulle soluzioni più avanzate dal punto di vista tecnologico e condividere le conoscenze» nel settore siderurgico, dice. Molto rispetto anche su dossier delicati come quello delle banche.

 

CONTE MERKEL

«L'intero governo federale è del parere che l'Unione bancaria deve essere portata avanti, per garantire la stabilità dell'euro questo è fondamentale», ha sottolineato la Cancelliera rispondendo a una domanda sulla proposta del suo ministro delle Finanze, Olaf Scholz, che ha suggerito di superare lo stallo per il completamento dell'Unione bancaria facendo in modo che le banche europee siano dotate di un sistema comune di assicurazione sui depositi. Una proposta che non ha trovato d'accordo il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri.

 

«La garanzia sui depositi - ha sottolineato Merkel - è di grande significato per dimostrare la nostra forza come mercato interno. Sono assolutamente a favore di questo, sono anche per il perfezionamento dell'Unione bancaria. Il nostro ministro delle Finanze ha presentato una sua proposta molto schietta, chiara, netta, per dare un nuovo impulso al progetto. Concerteremo i particolari in seno al governo federale ma dobbiamo procedere».

 

Olaf Scholz nuovo ministro delle Finanze

Conte si è limitato a ribadire che il Parlamento italiano ha vincolato il governo a procedere secondo una «logica di pacchetto che comprende Esm, bilancio dell'Eurozona, Edis (sistema europeo di assicurazione dei depositi , ndr). E su questo l'Italia continuerà a mantenere il punto».

 

Posizioni concordi fra Italia e Germania anche sulla Nato - dopo lo schiaffo del presidente francese Emmanuel Macron che l'ha definita «in stato di morte cerebrale» - e sull'immigrazione, che vede la Germania «in prima linea». «Voglio ringraziare pubblicamente il governo tedesco perché in materia di migrazioni non ha fatto mancare il suo aiuto all'Italia. La Germania, se parliamo di sensibilità sul quadro complessivo dei problemi e l'esigenza della redistribuzione, è un Paese in prima linea e questo va riconosciuto», ha detto il premier. Ringraziamenti che la cancelliera restituisce «per l'impegno dell'Italia sulla Libia». E a meno di un mese dal prossimo vertice Nato sottolinea come l'Alleanza atlantica resti «un pilastro della politica internazionale».

roberto gualtieri

 

Un confronto sereno, dunque, che non viene incrinato neanche dalle aspre parole del leader della Lega Matteo Salvini pronunciate prima ancora del faccia a faccia con Merkel. «Mi aspetto che l'Italia faccia l'Italia - ha detto il leader del Carroccio - e che non ci sia l'ennesima resa incondizionata da parte di questo governo di sinistra».

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO