letta renzi calenda di maio toti gelmini salvini meloni berlusconi

“LE ELEZIONI? UNA PARTITA APERTA, C’E’ UN 40% DI INDECISI DA CONQUISTARE” - ALESSANDRA GHISLERI: “TUTTO SI DECIDERÀ, COME SEMPRE, NEGLI ULTIMI DIECI GIORNI DELLA CAMPAGNA ELETTORALE - IL DESIDERIO DI PROTESTA NON SI È ESTINTO E POSSONO INTERCETTARLO M5S, LEGA E FRATELLI D'ITALIA - CALENDA? IN COALIZIONE COL CENTROSINISTRA SARÀ PIÙ COMPETITIVO ALL'UNINOMINALE MA AVRA’ PIU’ COMPROMESSI - QUANDO CI SARÀ IL RICHIAMO AL VOTO UTILE, IL TERZO POLO RISCHIERÀ - LO SGUARDO SUL VOTO SI FARÀ PIÙ CONSAPEVOLE AL RITORNO DALLE VACANZE, QUANDO GLI ITALIANI TROVERANNO LE BOLLETTE NELLE BUCHE DELLE LETTERE O DOVRANNO ACQUISTARE I LIBRI SCOLASTICI AI FIGLI. A QUEL PUNTO..."

Concetto Vecchio per “la Repubblica”

 

alessandra ghisleri foto di bacco (2)

Alessandra Ghisleri, sondaggista, direttrice di Euromedia Research, il vantaggio del centrodestra è già incolmabile?

«Ma no. Non bisogna basarsi solo sui dati usciti in queste settimane. Tutto si deciderà, come sempre, negli ultimi dieci giorni della campagna elettorale».

 

Quali fattori incideranno?

«Intanto abbiamo un bacino del 40 per cento di indecisi che possono essere conquistati. Metà di questi quasi sicuramente non andrà a votare: dell'altra metà almeno il dieci si potrà fare allettare da qualche buona proposta, come spesso è avvenuto in passato».

letta calenda

 

Ovvero?

« La proposta di Silvio Berlusconi di eliminare l'Ici e l'Imu nel 2008; gli 80 euro in busta paga di Matteo Renzi alla vigilia delle Europee del 2014; il reddito di cittadinanza proposto dai Cinquestelle nel 2018; la flat tax di Matteo Salvini alle Europee del 2019. Incisero profondamente sul risultato finale».

 

Al centrosinistra che arranca serve un asso nella manica?

SILVIO BERLUSCONI - GIORGIA MELONI - MATTEO SALVINI

«Una proposta unitaria e concreta, che non destabilizzi e parli al suo elettorato».

 

Al momento ogni previsione rischierebbe di esser vana?

«I Cinquestelle, grazie allo stop del secondo mandato, hanno guadagnato qualche punto dopo mesi di calo ininterrotto nelle rilevazioni. Il che conferma, tra le altre cose, che il desiderio di protesta della gente non si è estinto».

 

Chi può intercettare questo malcontento?

«Al momento M5S, Lega e Fratelli d'Italia. Ma anche quello degli scontenti è un bacino mobile e vasto, che può decidere all'ultimo momento per chi votare».

letta calenda

 

Col taglio dei parlamentari come cambia la scelta dei candidati?

«Non si possono sbagliare le scelte. Alla Camera i collegi uninominali saranno di 400mila abitanti, al Senato di 800mila. Un candidato autorevole, o più conosciuto, può imporsi su uno debole, a dispetto della capacità d'insediamento del suo partito. Anche questa è una variabile».

renzi di maio calenda

 

A Calenda cosa conviene? Allearsi o andare da solo?

«Dipende da quel che vuol fare. Se intende promuovere il suo partito, sfruttando il fatto di essere la novità assoluta di questa campagna, vorrà correre da solo. Ma a quel punto rischierà di scontare uno scarso risultato all'uninominale. Invece se entrerà in coalizione col centrosinistra sarà più competitivo anche all'uninominale, col rischio però di essere meno libero e con più compromessi sulle spalle».

gelmini calenda carfagna 1

 

E al centrosinistra conviene avere con sé Calenda o confidare che il terzo polo sottragga voti ai moderati del campo avverso?

«La prima. Senza M5S e senza Calenda diventerebbe molto complicato competere col centrodestra, che parte avvantaggiato perché molto più omogeneo. Allo stesso tempo le candidature di Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini potrebbero rappresentare una difficoltà per tutti gli attori, visto che vengono da una storia completamente diversa».

renzi calenda

 

Qual è il vantaggio di Calenda nello stare nel centrosinistra?

«Beh, sì, soprattutto quando, nei giorni finali ci sarà il richiamo al voto utile: a quel punto le logiche proporzionali spariranno. E il terzo polo rischierà».

 

Spera di ripetere l'operazione Roma?

«Sì, e non ha niente da perdere. È l'unica novità in questo momento. L'attenzione è tutta su di lui. E non a caso sta tenendo tutti col fiato sospeso».

 

sergio mattarella mario draghi

Le vacanze quanto condizionano la campagna elettorale?

«Lo sguardo sul voto si farà più consapevole al ritorno, quando gli italiani troveranno le bollette nelle buche delle lettere o dovranno acquistare i libri scolastici ai figli. A quel punto tornerà la vita di sempre e gli elettori saranno più disponibili a captare le proposte più concrete».

 

I partiti che hanno mandato a casa Draghi rischiano di pagarla nelle urne?

«C'è un mondo imprenditoriale, e di amministratori locali, che al momento è molto arrabbiato per quel che è accaduto e per quello che potrebbe accadere. E rimpiange la capacità che Draghi aveva di assumere scelte impopolari. Ora è difficile dire se questo malessere si manterrà fino al 25 settembre».

 

GIORGIA MELONI

L'M5S quanto pesa?

«È ancora tra l'8 e il 10 per cento. Molto dipenderà dalla campagna che saprà fare Conte. Anche per loro sarà soprattutto nel proporzionale».

 

Giorgia Meloni?

«Sta facendo una campagna con i piedi per terra. Ha chiesto di non fare proposte mirabolanti, perché sa di avere gli occhi di tutti puntati addosso».

 

Insomma, al centrosinistra conviene essere il più largo possibile?

«Sì, l'unione fa la forza, ma allo stesso tempo deve passare un unico messaggio coerente, altrimenti l'elettore coglierà i rischi di una grande ammucchiata».

MARIO DRAGHI ESCE DAL SENATO

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO