UN PREFETTO PERFETTO PER LIGRESTI - GIAN VALERIO LOMBARDI, PREFETTO DI MILANO, OSPITE DEI LIGRESTO’S NEL RESORT DI LUSSO IN SARDEGNA - INCARICHI DA CENTINAIA DI MIGLIAIA DI EURO PER IL FIGLIO STEFANO – LOMBARDI, FOTO DI BERLUSCONI SULLA SCRIVANIA, INCONTRO’ LA BUNGA-GIRL POLANCO DOPO CHE IL FIDANZATO ERA STATO ARRESTATO CON 8 CHILI DI COCA - LO SGOMBERO IMMEDIATO DI TORRE GAIFA, DI PROPRIETA’ DEI LIGRESTI…

Paolo Biondani e Vittorio Malagutti per "l'Espresso"

Gian Valerio Lombardi

Generali, prefetti, politici, gran commis di Stato. D'estate tutti al Tanka Village, il resort di lusso sul mare cristallino della Carbonara, sud-est della Sardegna. Pagava Ligresti. Salvatore Ligresti. È andata così per anni, mentre il finanziere e costruttore siciliano, amico di Bettino Craxi e poi di Silvio Berlusconi, veleggiava alla grande nel mare magnum del potere italiano. Pochissimi dicevano di no a quegli inviti nel villaggio a cinque stelle.

E alle allegre comitive di vacanzieri vip partecipava spesso e volentieri anche un anziano signore napoletano. Si chiama Gian Valerio Lombardi, classe 1946 e fino a febbraio dell'anno prossimo, salvo nuove proroghe, resterà seduto sulla poltrona di prefetto di Milano.

jonella e salvatore ligresti

Un lungo addio, quello di Lombardi, che avrebbe dovuto lasciare l'incarico già nel 2010 ma è rimasto al suo posto per decisione del governo di Re Silvio. Un addio sofferto e anche triste, funestato in questi giorni da rivelazioni imbarazzanti sulle frequentazioni del prefetto sbarcato a Milano nel lontano 2005, nella metropoli, in regione e in parlamento comandava il centrodestra.

Qui Lombardi si inserisce in una «consolidata rete di favori, amicizie, protezioni politiche e legami elettorali» che «ha reso possibili malversazioni, truffe e corruzioni»: lo hanno messo nero su bianco i magistrati milanesi titolari dell'inchiesta che due settimane fa ha portato all'arresto per corruzione di un dirigente comunale nominato dalla giunta Moratti.

Salvatore Ligresti

«Solo relazioni istituzionali», reagisce Lombardi. Ma dall'inchiesta emerge pure che suo figlio Stefano ha ricevuto un appartamento in centro, a prezzi scontati.

 

SALVATORE LIGRESTI

Di certo, in questi tempi per lui difficili, qualche pensiero deve averglielo dato anche il tracollo dell'amico Ligresti, travolto da debiti e perdite miliardarie e ora indagato a Milano e Torino per una lunga serie di reati societari. E tra le pieghe dei bilanci in rosso della Fondiaria-Sai dei Ligresti adesso si scoprono anche i costi esorbitanti delle spese di rappresentanza per milioni di euro. Tutti costi che la famiglia del costruttore finiva il più delle volte per mettere sul conto della compagnia di assicurazioni quotata in Borsa, con migliaia di piccoli azionisti.

Anche l'avvocato Stefano Lombardi, il figlio del prefetto, è stato per anni a libro paga dei Ligresti. Centinaia di migliaia di euro a titolo di legittimi compensi per incarichi professionali. Parcelle staccate sia dalle finanziarie di famiglia del patron Salvatore sia dalle società assicurative del gruppo Fonsai. Ma non è solo questione di parcelle. I Lombardi erano di casa dai Ligresti. E viceversa. Le due famiglie si frequentavano abitualmente tra salotti e feste. E il quarantenne Stefano Lombardi vanta tra i suoi migliori amici i tre figli del patron Salvatore (Jonella, Gulia e Paolo), oltre al suo collega avvocato Geronimo La Russa, erede dell'ex ministro Ignazio, a sua volta stipendiato, nonché grande animatore della movida milanese.

GIAN VALERIO LOMBARDI

Giusto un anno fa, al matrimonio di Lombardi junior, tra i 600 invitati al sontuoso ricevimento nell'esclusiva Società del Giardino, i Ligresti erano tra gli ospiti d'onore, con il finanziere Francesco Micheli, pure lui a lungo legato al carro dei Ligresti, come testimone dello sposo. Non poteva mancare all'appuntamento Paolo Berlusconi, un altro amico dei Lombardi che molti ricordano intrattenere gli invitati al cocktail in prefettura del 2 giugno, festa della Repubblica italiana, con giochi di prestigio e barzellette (un vizio di famiglia).

Del resto Lombardi è sempre stato un berlusconiano in servizio permanente effettivo. Una fede non nascosta, anzi esibita, con tanto di foto del caro leader del centrodestra sistemata in bella vista sulla scrivania, con buona pace dell'imparzialità dei servitori dello Stato. La sua passione per Silvio ha però procurato al prefetto anche qualche grana. L'anno scorso l'inchiesta su Silvio e Ruby svela che Lombardi, il 13 gennaio 2011, ha incontrato un'elegante ospite notturna dell'ex premier.

La ballerina domenicana Maria Esther Garcia Polanco, che sognava la cittadinanza italiana, è stata ricevuta dal prefetto in persona, contattato «sul numero avuto da Berlusconi». A Lombardi dev'essere sfuggito che il fidanzato della giovane era appena stato arrestato e condannato a otto anni di galera per dodici chili di cocaina nascosti nel garage della casa di lei in via Olgettina, pagata da Silvio. «Sono un rappresentante del governo e se il presidente del Consiglio mi chiede di ricevere una persona, io non posso rifiutarmi», fu la difesa di Lombardi.

La gaffe, però, resta agli atti. Al pari di quella, clamorosa, del 22 gennaio 2010, quando il prefetto accoglie la commissione parlamentare antimafia con una relazione memorabile: «A Milano la mafia esiste?», sono le prime parole di Lombardi, che si risponde da solo: «No». Di lì a pochi mesi, nel luglio 2010, l'ottimismo prefettizio è platealmente smentito dalle Procure di Milano e Reggio Calabria: 300 arresti per mafia svelano una trucida realtà di omicidi di mafia, sistematiche estorsioni e grandi aziende in mano alla 'ndrangheta.

LE NOZZE DI STEFANO LOMBARDI

Con i rom e gli extracomunitari invece il prefetto fiuta subito l'allarme sicurezza. Tanto da scavalcare a destra perfino la giunta dell'ex sindaco Letizia Moratti e dei suoi uomini forti di Lega e dell'ex An, politici che quanto a esibizioni muscolari non temono rivali. «Tra un anno basta campi abusivi», proclama Lombardi nel giugno 2008.

Due anni prima il prefetto di pronto intervento aveva fatto sgomberare in tutta fretta un campo nomadi a sud della città. Sarà un caso, ma l'area in questione era una delle tante di proprietà dei Ligresti. Per i rom si improvvisa una sistemazione provvisoria nel vicino comune di Opera. Molto provvisoria, perché nel giro di tre settimane l'accampamento viene dato alle fiamme da un'orda di cittadini guidati dal locale sindaco leghista.

Pochi mesi fa, ad aprile, tocca alla Caritas indignarsi col prefetto per il caso dei 200 rom italiani (70 bambini) rimasti senza baracche in via Sacile, bruciate da un incendio doloso. Comune e Curia organizzano alloggi provvisori per le vittime del rogo, senza dividere i genitori dai figli, e inseriscono i minori nelle scuole. All'alba si contano però dieci famiglie non censite. Giunta e Caritas hanno finito i rifugi e chiedono un soccorso al prefetto. Ma Lombardi nega che la protezione civile di Milano abbia anche solo dieci roulotte.

Contro Giuliano Pisapia, primo sindaco di sinistra dopo vent'anni di Pdl e Lega, Lombardi ingaggia una battaglia personale. Un esempio tra i tanti. La giunta Pisapia accetta l'esercito in città, per presidiare stazioni e obiettivi a rischio, ma dice no a ronde armate. Invece il prefetto manda i soldati nelle strade in assetto bellico: sono un inutile spreco, ma li vuole l'allora ministro La Russa. Con la politica degli sgomberi, poi, la città rischia la guerriglia urbana. Molti i casi contestati.

Nel maggio scorso centinaia di "precari dell'arte" occupano la torre Galfa, un grattacielo abbandonato da anni nella zona della stazione Centrale. Lombardi convoca subito l'apposito comitato che, senza sentire il Comune, ordina lo sgombero d'urgenza. La polizia teme una rivolta urbana, Pisapia tratta con la piazza e gli sgomberati accettano un trasloco pacifico in un altro palazzo dismesso. Domanda: a chi appartiene la torre Galfa, sgombrata a gran velocità da Lombardi? Alla Fondiaria dei Ligresti, gli amici del prefetto. Ancora loro.

 

Ultimi Dagoreport

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…