gianfranco fini giorgia meloni

“LE INVETTIVE ANTISEMITE DENTRO ‘GIOVENTU’ NAZIONALE’? UN’OSCENITA’” – GIANFRANCO FINI: “LE MODALITÀ CON CUI FANPAGE HA FATTO IL SERVIZIO SONO AI LIMITI DEL CONSENTITO, MA OCCORRE GUARDARE AL CONTENUTO. LA DESTRA È INCOMPATIBILE CON QUESTI ATTEGGIAMENTI CHE NON VANNO DERUBRICATI A GOLIARDATE - LE ESPULSIONI SONO DOVEROSE. MA BISOGNA ARRIVARE A UN’AZIONE DI TIPO PEDAGOGICO - QUANDO C’È STATA LA SVOLTA DI AN, LA CONDANNA DEL PASSATO E IL RIFIUTO DI OGNI RAZZISMO È STATA INEQUIVOCABILE. FIRMARONO IL DOCUMENTO FONDATIVO, LA RUSSA, DONZELLI E NATURALMENTE MELONI…” - VIDEO

 

Estratto dell’articolo di Virginia Piccolillo per il “Corriere della Sera”

 

meloni fini

Gianfranco Fini ha visto il servizio di Fanpage?

«Un’oscenità. Semplicemente allucinante».

 

Allude ai gesti nazisti e le invettive antisemite, non al servizio, giusto?

«Le modalità con cui è stato fatto il servizio sono ai limiti del consentito, ma occorre guardare al contenuto. Se non ci fossero i filmati stenterei a credere che esponenti di FdI abbiano comportamenti così folli».

 

Perché stenterebbe?

seconda puntata dell inchiesta di fanpage sulla gioventu meloniana 3

«[…] conosco quel mondo. Incontro molti ragazzi e non hanno nulla a che spartire con quelli. E poi perché hanno Giorgia Meloni come modello che credo sia furibonda e farà di tutto per estirpare quel virus».

 

Perché considera il modello Giorgia un antivirus?

«Perché si è formata, in anni in cui l’estremismo c’era (a destra come a sinistra) nella sezione del Colle Oppio, quella di Rampelli, spregiudicata e innovatrice: si definivano Gabbiani. E poi è stata presidente dei giovani di An ma mai, da presidente del partito, ho avuto sentore che ci fossero spinte di antisemitismo, nostalgie fasciste e peggio ancora rigurgiti nazistoidi».

 

Ma non è servito a nulla Fiuggi e il viaggio in Israele?

«Quando c’è stata la svolta di An la condanna del passato e il rifiuto di ogni forma di razzismo è stata inequivocabile».

gianfranco fini a mezzora in piu 4

 

Di chi parla?

«Tutti quelli che firmarono il documento fondativo, tra cui Ignazio La Russa, Donzelli e naturalmente Meloni».

 

Bastano le sospensioni?

«Sono felice che dopo un’esitazione iniziale si siano prese contromisure. E in alcuni casi le espulsioni sono doverose. Ma bisogna arrivare a un’azione di tipo pedagogico.

seconda puntata dell inchiesta di fanpage sulla gioventu meloniana 1

Far capire che la destra è incompatibile con questi atteggiamenti che non vanno derubricati a goliardate».

 

Pedagogica?

seconda puntata dell inchiesta di fanpage sulla gioventu meloniana 4

«L’onorevole di FdI Zucconi ha detto bisognerebbe portarli ad Auschwitz. Giusto. Magari proiettare Schindler’s list , far leggere Il Diario di Anna Frank , meditare sulla testimonianza della senatrice Segre e chiedere loro di vergognarsi».

 

Pensa che sia diffuso questo doppio comportamento in pubblico o in privato?

«Assolutamente no. Pochissimi casi che fanno molto rumore. Inaccettabili. Quando fai politica il privato non esiste o quasi. La destra giustamente parla di coerenza. E tutti gli iscritti compresi i più giovani hanno il dovere di dire pubblicamente quello che pensano su antisemitismo e dittature. Ciò che mi ha più disgustato è stato lo scherno a Ester Mieli dopo averla applaudita. Né si può dire che in questi anni è mancata l’informazione su cosa sia stato l’antisemitismo nazifascista. Vado orgoglioso di aver fatto parlare nell’aula della Camera, il nobel Elie Wiesel».

GIANFRANCO FINI GIORGIA MELONI

 

La matrice culturale non è comune?

«Assolutamente no. Quando ho fondato An ci fu un fiorire di altre formazioni che si dichiaravano di destra estrema, come CasaPound. Ci chiamavano traditori e sapevano che nelle nostre sedi sarebbe stato impossibile per loro professare idee antidemocratiche e razziste».

 

Rievocare la X Mas non è solleticare quegli istinti?

«Fino all’8 settembre ‘43 la X erano reparti scelti della Marina ammirati anche dagli inglesi. Mi auguro che Vannacci faccia riferimento a quel periodo e non a quello dei rastrellamenti con i nazisti».

 

giorgia meloni gianfranco fini 2007

C’è chi pensa che aver mostrato una deriva antisemita in FdI abbia contribuito a isolare Meloni in Ue. Lei?

«È una colossale sciocchezza. In Ue Meloni non è isolata. E l’antisemitismo che dilaga non è frutto di un’onda nera bensì dell’odio nei confronti di Israele alimentato dai circoli islamisti radicali e da chi in una certa sinistra giustamente chiede una patria per i palestinesi, ma dimentica che Israele ha il sacrosanto diritto di esistere e difendersi dal terrorismo».

seconda puntata dell inchiesta di fanpage sulla gioventu meloniana 7seconda puntata dell inchiesta di fanpage sulla gioventu meloniana 9seconda puntata dell inchiesta di fanpage sulla gioventu meloniana 5seconda puntata dell inchiesta di fanpage sulla gioventu meloniana 10seconda puntata dell inchiesta di fanpage sulla gioventu meloniana 11seconda puntata dell inchiesta di fanpage sulla gioventu meloniana 6seconda puntata dell inchiesta di fanpage sulla gioventu meloniana 8seconda puntata dell inchiesta di fanpage sulla gioventu meloniana 2

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…