gianni letta giuseppe conte

AVVISO AI NAVIGATI - DA TEMPO, RISERVATAMENTE, GIANNI LETTA LAVORA PER RAFFORZARE IL GOVERNO - PARLA UNA VOLTA A SETTIMANA CON DUE MINISTRI DEL PD DI RITO DEMOCRISTIANO. HA CONTATTI CON ZINGARETTI. E A TUTTI RIPETE: “ALL'ITALIA SERVE STABILITÀ” - APPENA NECESSARIO, I "RESPONSABILI" FORZISTI SI UNIRANNO: CARFAGNA, BRUNETTA, ROTONDI, MOLTI PARLAMENTARI MERIDIONALI DI FI SI SCHIERERANNO ANCHE IN AULA CONTRO SALVINI…

Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

gianni letta

«Luigi continua a inseguire i renziani, ma così porta a sbattere il Movimento». Il bubbone covava da mesi, solo che stavolta a farlo esplodere è Giuseppe Conte. Scientificamente. Colpendo in pieno volto il leader cinquestelle, con la stessa forza con cui si scaglia contro Matteo Renzi. «Gli ho detto che è davanti a un bivio - è la confidenza del premier ai vertici del Pd, nelle ore più dure dell' era giallorossa - O completa l' evoluzione del Movimento come forza di governo responsabile, oppure sceglie un passo indietro di cinque anni. Farò di tutto per evitare questo secondo scenario».

 

Ecco lo spirito che muove l' avvocato nel caos della manovra: istituzionalizzare il grillismo, strapparlo alla palude dei "vaffa" di governo, conquistarne definitivamente la leadership morale per stabilizzare il centrosinistra del futuro. E in questo sforzo si ritrova al suo fianco l' intero gruppo dirigente del Pd "derenzizzato". «Devi reagire colpo su colpo - lo consiglia poco prima dell' affondo Dario Franceschini - perché in queste ore si determinano gli equilibri dei prossimi mesi».

GIUSEPPE CONTE IN UMBRIA

 

Prima che la guerra fredda si trasformi nel durissimo proclama lanciato dall' Eurochocolate di Perugia, Conte si concede una perfida soddisfazione. Lo staff di Di Maio e quello di Renzi lo pressano per fissare il summit di maggioranza invocato venerdì sera. Il capo dell' esecutivo fa rispondere che si farà, ma rimanda la conferma a incastri di agenda «da verificare».

 

Poi, a sera, lo fissa per lunedì, per confrontarsi «sui dettagli». In fondo, è l' approccio duro che gli ha consigliato Lorenzo Guerini, sempre più al centro degli equilibri dem: «Chiedono un vertice, ma per cosa? Se si vuole fare, andrebbe convocato per richiamare tutti a un metodo di lavoro leale e responsabile». Ecco, è esattamente quello che farà il premier: «Dirò che non cerco voti. Il programma è chiaro, se vi sta bene è quello. E il metodo non può essere quello degli ultimatum».

 

MARA CARFAGNA

Nel quartier generale del Movimento, intanto, l'umore è pessimo. Fino a tarda sera, si attende una precisazione promessa da Palazzo Chigi - e mai arrivata - che indichi in Renzi il bersaglio del duro richiamo di Conte. Ma in fondo cambia poco. Tutti sanno la verità. E l'ira del capo politico resta lì, cristallina, purissima, a contemplare il video del premier che colpisce dove fa più male, attorno allo slogan "onestà, onestà" sventolato per anni e tradito con le critiche al piano anti-evasione. «I voti sono i nostri - ripete il capo politico - e il presidente del Consiglio farebbe bene a ricordarlo».

 

ROTONDI

La verità è che la guerriglia è appena cominciata. E Conte conosce bene paludi e trappole lungo il cammino. Sa che a nessuno converrebbe votare, neanche al Pd che evoca le urne. Sa anche che nessuno, neanche il Quirinale, vedrebbe di buon grado elezioni anticipate prima di aver completato con l'eventuale referendum l' iter costituzionale del taglio dei parlamentari. Ma sa anche, il premier, che molto dipende dal dato caratteriale dei protagonisti. «Renzi ha voglia di tornare a Palazzo Chigi», sostiene da settimane. «E Luigi ha un problema, quello di tenere compatto il Movimento».

 

renato brunetta

In effetti, i gruppi 5S soffrono violente battaglie correntizie, ma sempre più parlamentari si schierano con il premier e la stabilità della legislatura. E non sono gli unici.

Da un po' di tempo, riservatamente, un navigato tessitore lavora per rafforzare l' esecutivo. Si tratta di Gianni Letta. Parla una volta a settimana con due ministri del Pd di rito democristiano. Ha contatti con Nicola Zingaretti. E a tutti continua a consegnare un sentimento: «All' Italia serve stabilità».

 

Ma c' è di più. Appena necessario, i "responsabili" forzisti si uniranno: Mara Carfagna, Renato Brunetta, Gianfranco Rotondi, molti parlamentari meridionali di FI si schiereranno anche in Aula contro Salvini. Non è detto che serva subito un gruppo parlamentare, quello arriverà solo in caso di necessità. Ma è chiaro che la direzione è quella: «Segnamoci questa data, 19 ottobre 2019 - ragiona Rotondi, che rivede in Conte il tocco magico della sinistra Dc - In piazza San Giovanni è nato il "Pdl per Salvini". Forza Italia non si presenterà alle Politiche.Silvio può chiederci tutto, ma non di firmare una cambiale per il leghista. Noi faremo una scelta diversa».

zingaretti

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…

trump musk xi

DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO L’INAUGURAZIONE: IL PRIMO INAUGURERÀ LA DEPORTAZIONE DI 9,5 MILIONI DI IMMIGRATI. MA IL SECONDO È ANCORA PIÙ BOMBASTICO: L’IMPOSIZIONE DEI DAZI SUI PRODOTTI CINESI - UN CLASSICO TRUMPIANO: DARE UNA RANDELLATA E POI COSTRINGERE L’INTERLOCUTORE A TRATTARE DA UNA POSIZIONE DI DEBOLEZZA. MA COME REAGIRÀ XI JINPING? CHISSÀ CHE AL DRAGONE NON VENGA IN MENTE DI CHIUDERE, PER LA GIOIA DI ELON MUSK, LE MEGAFABBRICHE DI TESLA A SHANGHAI…

salvini romeo

DAGOREPORT - CHI L'AVREBBE MAI DETTO: MASSIMILIANO ROMEO È IL PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA LEGA DI FINE 2024 - EX FEDELISSIMO DEL “CAPITONE”, È STATO L’UNICO A ESPORSI CONTRO IL SEGRETARIO, E OTTENERE LA LEADERSHIP IN LOMBARDIA – DOPO LA SUA SFIDA VINTA, ANCHE FEDRIGA È USCITO ALLO SCOPERTO CANNONEGGIANDO CONTRO L’EVENTUALE RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE - CHE SUCCEDERÀ AL CONGRESSO? NIENTE: SALVINI HA IN MANO LA MAGGIORANZA DEI DELEGATI, E L’ASSEMBLEA AVRÀ CARATTERE PROGRAMMATICO. MA LA DISSIDENZA CRESCE…