otto marzo 2017

IL GIOCO DEL ‘LOTTO’ - VI CHIEDETE PERCHÉ LE DONNE STIANO SCIOPERANDO OGGI? IL MOVIMENTO È NATO IN ARGENTINA ED È STATO GALVANIZZATO DALLE MARCE ANTI-TRUMP COL BERRETTO ROSA (GIÀ DIVENTATO OGGETTO DA PASSERELLA MISSONI). I SINDACATI ITALIANI SCOPIAZZANO SENZA UN VERO MOTIVO - MEZZI PUBBLICI FERMI E SCUOLE CHIUSE? UN DISASTRO PER LE DONNE CHE NON SI POSSONO PERMETTERE UN’AUTO O UNA TATA

 

 

 

1. 8 MARZO: E SE A SCIOPERARE FOSSERO GLI UOMINI?

Alley Oop per www.ilsole24ore.com

 

sciopero otto marzo 2017  4sciopero otto marzo 2017 4

Per la festa dell’8 marzo, è stato indetto uno sciopero globale delle donne contro le violenze e le discriminazioni di genere. L’idea è stata lanciata dal movimento americano Women’s march (quello della marcia delle donne contro Trump); in Italia, il testimone è stato raccolto dalla rete Non una di meno, che ha incassato l’adesione di parecchie sigle sindacali tra cui la Cgil.

 

Un’idea nobile. Ma non sarebbe stato meglio se, contro le violenze di genere, a scioperare fossero stati solo gli uomini?

 

Le donne sono quelle che guadagnano di meno. Sono quelle che le violenze le subiscono. E poi? Non basta il danno, arriva anche la beffa: via con un giorno in meno di stipendio in busta paga. I diritti non hanno prezzo, è vero. Ma perché rimetterci anche economicamente? Un conto è una manifestazione, altro conto uno sciopero. Perché chiedere alle donne di scioperare contro la violenza? Meglio scendere in piazza o un’altra forma di protesta che non penalizzi economicamente.

 

sciopero otto marzo 2017  1sciopero otto marzo 2017 1

L’obiezione corre fra un post e un commento sui social e sono soprattutto le donne a lamentarsi. ” Un giorno senza donne…ma con tante mamme ad occuparsi dei figli xchè sciopero asilo/scuola…ma che senso ha? Come si fa a prendere un giorno di permesso per un giorno dal ruolo di mamma?” commenta una. “Cioè mi state dicendo che mercoledì #ottomarzo le scuole scioperano, i mezzi scioperano per sostenermi come donna?” twitta un’altra. E la valanga è andata crescendo lungo la giornata.

 

sciopero otto marzo sciopero otto marzo

L’8 marzo, poi, è il giorno dei diritti di tutte le donne. Non solo di quelle che economicamente possono permettersi lo sciopero. O si rischia di trasformare una protesta sacrosanta in un movimento classista. Come ha fatto notare Quartz, secondo il quale sciopereranno solo le donne privilegiate.

 

D’altra parte, pensiamo a chi è oggetto di violenze: se ha trovato le forze di rompere le catene ed è andata via di casa, si trova magari da sola o con figlia a doversi mantenere. Come permettersi otto ore di sciopero per poi magari far fatica ad arrivare a fine mese? Perché scegliere un metodo di protesta che non permette proprio alle vittime di protestare?

 

Fermiamoci un attimo, allora. Chiediamo agli uomini di scioperare al posto nostro. Sono loro gli autori della violenza contro le donne e forse una loro presa di posizione forte in questa direzione farebbe sentire isolati i violenti. E con un giorno in meno di busta paga, simbolicamente per un mese, accorceremo anche le distanze del gap salariale di genere. Due obiettivi con un solo atto.

cappelli rosa anti discriminazione delle femministe in passerella da missonicappelli rosa anti discriminazione delle femministe in passerella da missoni

 

 

2. SCIOPERO DELL’8 MARZO: TREMATE LE FEMMINISTE SON TORNATE

Lidia Baratta per www.linkiesta.it

 

Meno mimose, più lotte. Quest’anno l’8 marzo, giornata internazionale della donna, si festeggia con uno sciopero globale. Le donne di quasi 50 Paesi (le adesioni aumentano di giorno in giorno) incrociano le braccia e scendono in piazza per protestare contro la violenza e la disuguaglianza di genere.

 

Una rete femminista partita dall’Argentina, che in Italia ha accolto l’invito tramite il gruppo “Non una di meno”, nato in occasione delle manifestazioni di novembre dopo la contestatissima campagna di comunicazione del Fertility Day. Le ultime ad aderire sono state le americane della Women’s March contro il presidente Donald Trump.

 

«Nel mondo si sta facendo largo un inedito ciclo di lotte il cui fulcro è il pensiero femminista, in tutte le sue mille sfaccettature», spiegano da “Non una di meno”. Le richieste sono trasversali, coinvolgendo diversi settori, da quello sanitario a quello culturale. Nel documento degli 8 punti per l’8 marzo si ribadisce «il rifiuto della violenza di genere in tutte le sue forme: oppressione, sfruttamento, sessimo, razzismo, omo e transfobia».

 

Il tema non è solo la violenza maschile, per la quale l’Italia è stata appena condannata dalla Corte europea dei diritti umani per non aver agito con rapidità per proteggere una madre e un figlio. Si chiede più sostegno ai centri antiviolenza, ma anche la piena applicazione della legge 194 sull’aborto, l’accesso alla pillola abortiva Ru486, una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro (in Italia tra le più basse d’Europa). Allo sciopero hanno aderito diversi sindacati, dai Cobas alla Flc Cgil, con l’astensione dal lavoro nel settore pubblico e privato, che riguarderà anche i trasporti. Sono coinvolti anche gli studenti delle scuole e delle università.

sciopero otto marzo 2017  2sciopero otto marzo 2017 2

 

Si terranno cortei, flash mob e assemblee nelle piazze, da Nord a Sud, negli ospedali e nei luoghi di lavoro. Nessun centro antiviolenza, in prima linea nella lotta alla violenza sulle donne e spesso senza sostegno pubblico, accetterà gli inviti istituzionali delle manifestazioni rituali dell’8 marzo. «Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo», è lo slogan.

 

 

Il movimento internazionale nasce dall’Argentina dove, dopo lo stupro ripetuto e l’uccisione della 16enne Lucia Perez, a ottobre migliaia di donne hanno proclamato lo sciopero. E lo stesso è successo in Polonia contro la legge anti-aborto votata dal Parlamento. Il nome del movimento italiano “Non una di meno” deriva proprio dal gruppo argentino Ni una menos. Le giornate del 26 e 27 novembre a Roma sono state il primo test, con un corteo e un’assemblea nazionale organizzati da tre associazioni femminili italiane: la rete romana “Io Decido”, l’associazione Dire dei centri antiviolenza e l’Udi, Unione donne in Italia.

 

Il summit è proseguito poi il 4 e 5 febbraio scorsi a Bologna, dove nelle aule dell’università sono arrivate quasi 2mila donne – studentesse, lavoratrici, mamme – per la riscrittura dal basso di quello che chiamano il “piano femminista contro la violenza”, alternativo al piano straordinario scritto dal governo. E dopo lo sciopero dell’8 marzo, si daranno di nuovo appuntamento a Roma il 22 e 23 aprile per elaborare entro giugno un testo unico. Che però non diventerà una proposta di legge, precisano.

 

sciopero otto marzo 2017  3sciopero otto marzo 2017 3

«Assistiamo a una ripresa straordinaria del femminismo degli anni Settanta», ha spiegato Lea Melandri, presidente della Libera Università delle donne in occasione della presentazione delle manifestazioni milanesi. «Esigenze radicali riguardanti la sessualità, l’aborto, la salute riproduttiva, il lavoro tornano a emergere con maggiore concretezza rispetto al passato.

 

manifestazione anti trump 9030 image a 68 1478918080221manifestazione anti trump 9030 image a 68 1478918080221

E una nuova generazione di giovani donne compare sulla scena pubblica in maniera imprevista, riuscendo a tenere insieme le tematiche che finora hanno visto il femminismo frammentato e a trovare per la prima volta i nessi tra la violenza maschile privata e la sfera pubblica. C’è un richiamo alle pratiche e alle teorie del femminismo. Magari le giovani non le conoscono, ma è la radice della loro libertà». Con la novità «che non c’è uno scontro generazionale come negli anni Settanta, ma si lavora insieme».

 

Nelle assemblee si parla di «patriarcato». Le studentesse chiedono «una rivoluzione culturale contro il sistema patriarcale» e un’educazione alle questioni di genere. Si vede anche sventolare qualche pugno chiuso. Si recitano e si preparano slogan e cori. Accanto alle venti-trentenni, siedono quelle con i capelli bianchi che in piazza sono scese tante volte.

MADONNA E CHER ALLA MARCIA DELLE DONNE CONTRO TRUMP     3MADONNA E CHER ALLA MARCIA DELLE DONNE CONTRO TRUMP 3

 

«Il femminismo non è morto», dicono, «ma non deve fermarsi all’8 marzo». L’hashtag scelto per i social è #lottomarzo. «Non sarà una giornata di festa, ma di lotta». Da Nord a Sud, a poche ore dalla festa delle donne, nuove città si aggiungono alla lista delle adesioni. E alle 18, allo stesso orario, in tutta Italia partiranno i cortei. «Una manifestazione serale per tenere insieme le esigenze di tutte le lavoratrici», dicono, «anche quelle precarie, che non possono permettersi una giornata di sciopero». Se di nuovo femminismo si tratta, sta di sicuro con i piedi per terra.

 

Nei video realizzati dalla creative producer Chloé Barreau si immagina come sarebbe il mondo se le donne si fermassero. Ecco un esempio:

ALLA MARCIA DELLE DONNE CONTRO TRUMPALLA MARCIA DELLE DONNE CONTRO TRUMP

 

 

3. L’INFERIORITÀ DELLO SCIOPERO

Filippo Facci su Facebook

 

Stiamo per scrivere una cosa banale, ma meno banale dell'ideona lanciata da «Lotto marzo» per la Giornata internazionale della donna: uno sciopero generale.

In teoria è una roba internazionale organizzata soprattutto da Women’s March, il movimento responsabile delle proteste contro Donald Trump del 21 gennaio scorso, ma a noi interessa la versione italiana, a cura del gruppo «Non una di meno». L'idea di fondo naturalmente è sempre la stessa, e andrebbe benissimo: ossia protestare contro le disuguaglianze presenti nel mondo, più o meno. Però, soprattutto in Italia, le donne (certe donne) non lavoreranno e non compreranno nulla, questo ufficialmente per evidenziare il loro lavoro e i loro consumi: uno sciopero, appunto.

madonna alla marcia delle donnemadonna alla marcia delle donne

 

Senza voler eccepire a tutti i costi, e senza entrare in particolarismi, si può aderire a tutte le battaglie genericamente messe sul tappeto, anzi è un dovere: il divario sessuale tra gli stipendi, i boicottaggi a chi vuole accedere all'interruzione di gravidanza, la violenza specifica degli uomini contro le donne, eccetera. Se invece si vuole eccepire, ed entrare in particolarismi, girano subito le palle perché alla fine si risolverà tutto in qualche corteo cui hanno già aderito i Cobas, Slai Cobas, Sial Cobas, Confederazione dei Comitati di Base, Usi, Usi-Ait, Usb, Sgb, Flc e naturalmente Cgil.

MARCIA DELLE DONNE CONTRO TRUMP  MARCIA DELLE DONNE CONTRO TRUMP

 

Il tutto con tutte le conseguenze che siamo abituati ad associare a uno sciopero, a qualsiasi sciopero: caos nei trasporti e un po' di insegnanti a spasso. Grande novità. Come ha già scritto Simona Bertuzzi, l'astensione dal lavoro porterà un sacco di lavoro soprattutto a supplenti e babysitter, questo mentre altre sfileranno «smutandate in passamontagna» come in un locale di scambisti.

 

MARCIA DELLE DONNE CONTRO TRUMP   MARCIA DELLE DONNE CONTRO TRUMP

Il tutto senza contare il formidabile potere divisivo di certe sigle: milioni di italiani, per dire, non scenderebbero in piazza con Cgil e Cobas neppure se ci fosse da opporsi all'invasione marziana della Terra. Il problema è vecchio, e il modo di non farsi metabolizzare dalle sigle che aderiscono a una manifestazione si può sempre trovare, o provarci: non l'hanno fatto, ci pare.

 

In ogni caso: va bene che certe sigle rispondono «sciopero» anche se chiedi che ore sono, ma che vuol dire uno sciopero? In genere, uno sciopero, lo fai contro un datore di lavoro per richiedere dei diritti negati, e serve a creargli dei danni economici o pratici. In questo caso la controparte qual è? Lo Stato? Il sistema? Gli uomini? In teoria siano noi tutti, perché i danni potremmo subirli tutti, tutta la cittadinanza: così, per non sbagliare. Insomma , non è chiaro se sia uno sciopero camuffato da manifestazione o una manifestazione camuffata da sciopero.

MARCIA DELLE DONNE CONTRO TRUMP     MARCIA DELLE DONNE CONTRO TRUMP

 

Per il resto, ci limitiamo a queste poche obiezioni per non incedere in vecchie banalità: tipo il dubitare, fortemente, dell'utilità di certe manifestazioni alla causa che promuovono. L'emancipazione della donna è e resterà inarrestabile, ma avrà tempi che non saranno certo i residuali femminismi ad accelerare, bensì la pratica quotidiana e i comportamenti. In Italia le donne hanno raggiunto parità di presenza (o superato gli uomini) in professioni come magistratura, avvocatura, medicina e, con il discutibile aiuto delle quote rosa, anche in politica e nei consigli di amministrazione delle società di Borsa. Come tanti uomini, se ingolfate dal millesimo sciopero, oggi malediranno l'asessuata idiozia del genere umano.

 

 

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!