giancarlo giorgetti giorgia meloni antonio tajani matteo salvni

GIORGETTI ESCE MALISSIMO DA QUESTA MANOVRA PASTICCIATA – LA RISCRITTURA DI MEZZA FINANZIARIA, AVVENUTA IN POCHE ORE E NOTTETEMPO, È L'ESEMPIO LAMPANTE DEL PRESSAPOCHISMO DEL GOVERNO. E DIMOSTRA COME IL MINISTRO DEL TESORO SIA RIMASTO SCHIACCIATO DALLE RICHIESTE DELLA SUA LEGA E DI FORZA ITALIA  – IL CAPRO ESPIATORIO DELLA MAGGIORANZA È LA RAGIONERIA DELLO STATO, GUIDATA DALLA FEDELISSIMA DI GIORGETTI, DARIA PERROTTA…

Estratto dell’articolo di Stefano Iannaccone per “Domani”

 

giorgia meloni e giancarlo giorgetti foto lapresse 1

Un’operazione di «autolesionismo» portata avanti dal governo. Ma sulla manovra c’è stato anche dell’altro: un mix di pressappochismo, di antichi vizi, come l’infarcimento del testo di mancette per piccole opere sui territori d’elezione, e la (solita) scarsa attenzione verso le prerogative del parlamento.

 

Non sono mancate alcune scelte ideologiche in direzione conservatrice: l’ennesimo “no” al salario minimo, bocciatura al potenziamento dei fondi per la sanità e stop addirittura alle maggiori tutele per i rider.

 

L’iter della legge di Bilancio è dunque un perfetto ritratto della destra al potere. La riscrittura di mezza finanziaria, in poche ore e nottetempo, ha costretto al tour de force delle votazioni per chiudere entro martedì 17 dicembre, di buon mattino, e dare mandato al relatore in aula.

 

matteo salvini giancarlo giorgetti

Ma causa delle comunicazioni di Giorgia Meloni a Montecitorio in vista del Consiglio europeo, l’esame nell’emiciclo entrerà nel vivo solo a metà settimana, costringendo all’ennesima corsa a tappe forzate. Con l’apposizione della fiducia.

 

[…]

 

Sarebbe bastato che tutte le misure, infilate last minute nella legge di Bilancio, confluissero in un decreto ad hoc da approvare già a gennaio. Era la linea suggerita da alcuni consulenti legislativi. Invece no. Per soddisfare gli appetiti dei partiti di maggioranza è stata prevista una miriade di piccole e grandi modifiche, dalla mini-espansione della platea della flat tax (da 30mila a 35mila per i lavoratori dipendenti) all’Ires premiale.

 

DARIA PERROTTA

Un sovraccarico per la Ragioneria dello stato, indicata come primo capro espiatorio. Il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, ha però difeso il dipartimento affidato a Daria Perrotta. «Pretendo rispetto per chi è costretto a lavorare 30 ore di fila, dormendo sul divano in ufficio», ha affermato in un’intervista a Repubblica.

 

Ma, appunto, era sufficiente che il governo fosse più attento a non infilare emendamenti in ogni angolo. A cominciare dalla limitazione imposta alla Naspi, l’indennità di disoccupazione: chi verrà licenziato dopo essersi assentato per 15 giorni non potrà più richiedere il sussidio come accadeva finora, così come, nel caso di un rapporto di lavoro interrotto da un licenziamento dopo un impiego conclusosi con dimissioni volontarie, si potrà ricevere la Naspi solo se si sono versati almeno 13 settimane di contributi nel nuovo impiego. «Una misura anti elusione», si è difesa la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone.

 

FEDERICO FRENI ALLE PRESE CON LE SALSICCE A PONTIDA

In questa onda di modifiche al provvedimento, il risultato è che i senatori potrebbero dover tornare a Roma tra Natale e Capodanno per il via libera definitivo. «Tanti lavoratori lavorano il 27 e 28 dicembre e se il Senato dovrà stare aperto, starà aperto», ha detto il presidente Ignazio La Russa. Del resto a palazzo Madama, i più esperti avevano avvisato sul rischio di ritardi.

 

Alla fine a Giorgetti è stata imputata una conduzione quantomeno allegra della manovra, anche a causa della scarsa presa che esercita tra i compagni di viaggio al governo. Di sicuro è sempre più isolato e indebolito, difeso per forza di cose della sola premier Giorgia Meloni.

 

Anche la “sua” Lega risponde sempre meno alle iniziative del ministro. Basti pensare alla battaglia sulla tassazione delle criptovalute: Giorgetti la voleva portare al 42 per cento, i leghisti l’hanno stoppata all’aliquota attuale del 26 per cento.

 

giancarlo giorgetti antonio tajani

Mentre Forza Italia ha chiesto, e ottenuto, di cancellare l’estensione della webtax a tutte le aziende che facevano ricavi da contenuti digitali. Solo chi fattura oltre 750 milioni di euro sarà colpito dalla nuova versione della legge.

 

La misura sull’Ires premiale (con la tassazione ridotta per le aziende che assumono) è stata una corsa contro il tempo, un mezzo blitz, utile ad aumentare la confusione più che ad arricchire le imprese. In mezzo a tutto questo, c’è una sequenza di aumenti: della tassazione per voli alle scommesse ai pedaggi autostradali.

 

[…]

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti foto lapresse 2

Agli atti resta una manovra raffazzonata, che sarà ricordata soprattutto per l’aumento delle remunerazioni ai ministri non parlamentari, da Guido Crosetto ad Alessandro Giuli (Giuseppe Valditara ha annunciato che rinuncerà), equiparandole a quelle di deputati e senatori.

 

Si racconta di un Giorgetti affascinato dalle tesi economiche ultra-liberiste di Javier Milei. Solo che il presidente argentino, che si vanta di «odiare» lo stato, ha usato la motosega per tagliare i costi dei ministeri. In Italia, la curva Sud del nuovo idolo sudamericano, venerato come un Messi dalla politica, aumenta gli stipendi al gruppone di ministri e sottosegretari.

GIORGIA MELONI CON LA CALCOLATRICE A PORTA A PORTA MANOVRA

Ultimi Dagoreport

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...