giancarlo giorgetti

ITALIA MES AL MURO! – GIORGETTI RESTA A MANI VUOTE, L'UE NON NEGOZIERA' SUL MES IL MINISTRO DELL'ECONOMIA AVEVA CHIESTO, IN CAMBIO DELLA RATIFICA, IL VIA LIBERA ALL'UNIONE BANCARIA MA NON HA AVUTO NULLA - L'EUROGRUPPO RESPINGE ANCHE LA PROPOSTA DI ESCLUDERE LE SPESE MILITARI E DEL RECOVERY DAL PATTO DI STABILITÀ (SU QUESTO FRONTE FRANCIA E SPAGNA NON SEGUONO L'ITALIA)

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per "la Stampa”

 

giancarlo giorgetti

La ratifica del Mes non può essere inserita in un più ampio pacchetto di riforme né utilizzata come moneta di scambio per altri negoziati. Giancarlo Giorgetti se l'è sentito dire molto chiaramente dai suoi interlocutori a margine dell'Ecofin di Stoccolma. Dove il ministro ha anche raccolto un altro segnale poco incoraggiante: la battaglia per cercare di escludere dal Patto di Stabilità gli investimenti del Pnrr e le spese militari rischia di essere combattuta in solitaria.

 

Francia e Spagna, due Paesi potenzialmente alleati su questo fronte, non sembrano intenzionate a seguire Roma. In questo contesto, Giorgetti ha lasciato intendere che il governo potrebbe ridurre i fondi del Piano nazionale complementare al Pnrr, che al momento ha una dotazione di circa 30 miliardi: «Io faccio il ragionamento del buon padre di famiglia e dico: prendiamo i prestiti che ci servono. Se ho la possibilità di prendere i fondi del Pnrr che costano l'1,5% li prendo, ma se quelli del fondo complementare (finanziato con debito nazionale,ndr) costano il 5% allora ci penso due volte».

GIANCARLO GIORGETTI

 

Dopo aver saltato la riunione dell'Eurogruppo di venerdì mattina, durante la quale diversi ministri hanno sollevato la questione della mancata ratifica del Meccanismo europeo di stabilità, ieri Giorgetti si è chiuso in una stanza con Paschal Donohoe e Pierre Gramegna, rispettivamente presidente dell'Eurogruppo e direttore esecutivo del Mes.

 

Giancarlo Giorgetti con il presidente dell'eurogruppo Paschal Donohoe

Il ministro ha spiegato loro che per far ingoiare al parlamento la riforma del Mes bisogna trovare il modo di addolcire la pillola, inserendo la ratifica in un più ampio "pacchetto": «Ci sono altre situazioni che sono ancora in discussione e sulle quali anche noi abbiamo le nostre richieste, ad esempio l'unione bancaria». Il riferimento è al sistema europeo di assicurazione dei depositi (Edis) che l'Italia chiede da tempo. Ma i suoi interlocutori, specialmente Donohoe, sono stati molto chiari: non si può fare.

 

Ci sono almeno tre ragioni. La prima: a prescindere dal Mes e dalle richieste italiane, al tavolo dell'Eurogruppo non ci sono le condizioni per andare avanti sulla proposta dell'Edis, accantonata lo scorso anno. […]

 

GIANCARLO GIORGETTI - QUESTION TIME SENATO

La seconda: senza una ratifica del Mes, entro fine anno il Fondo di risoluzione delle banche si ritroverà senza una rete di sicurezza finanziaria perché i "backstop" bilaterali che sono in vigore scadranno a dicembre. In caso di crisi potrebbe non esserci sufficiente liquidità per coprire gli istituti di credito.

 

E infine la terza: nonostante la premier Giorgia Meloni abbia definito la funzione di backstop (paracadute finanziario, ndr) del Mes come «la Cassazione», dunque come l'ultimo grado in caso di crisi bancarie, nelle altre capitali non la pensano così. Non c'è una consequenzialità e dunque la riforma del Mes va finalizzata a prescindere. Interpellato al termine degli incontri, Giorgetti è sembrato però fermo sulla sua linea: «Noi abbiamo un'altra posizione. Bisogna discutere di tutto».

giancarlo giorgetti mario draghi ai funerali di ratzinger

 

Ieri mattina i ministri delle Finanze si sono riuniti in piccoli gruppi per parlare delle prospettive delle finanze pubbliche. La presidenza svedese ha assegnato a ogni tavolo il nome di un animale: lince, orso, bruno, alce, volpe artica. Giorgetti era seduto al tavolo del "ghiottone", che è un mammifero particolarmente feroce: accanto a lui c'erano, tra gli altri, i rappresentanti di Eurogruppo e Bce.  […]

GIANCARLO GIORGETTI pierre gramegna e paschal donohoePAOLO GENTILONI PASCAL DONOHOE CHRISTINE LAGARDE PIERRE GRAMEGNA

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri gaetano caltagirone philippe donnet andrea orcel unicredit generali

DAGOREPORT – GENERALI DELLE MIE BRAME: L’AGO DELLA CONTESA POTREBBE ESSERE ANDREA ORCEL, BANCHIERE IRRAGGIUNGIBILE NEL CAMPO DELLE ACQUISIZIONI E FUSIONI. L’AD DI UNICREDIT, CHE HA IN TASCA IL 5,2% DEL LEONE DI TRIESTE (UN ALTRO 5 SAREBBE NEL CASSETTO) ASPETTERÀ L’ULTIMO MINUTO PER DECIDERE CON CHI STARE, IN BASE A QUALI VANTAGGI OTTERREBBE UNICREDIT (BANCA GENERALI? BPM? MEDIOBANCA?) – ALTRO NODO: IL 4,82% DI BENETTON - IN CASO DI SCONFITTA DEL DUO FILOGOVERNATIVO CALTA-MILLERI SUL LEONE DI TRIESTE, DIPENDERÀ IL FUTURO DI MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS. POTREBBE ANCHE SUCCEDERE L’ARRIVO DI UN CAVALIERE BIANCO (BANCA INTESA? UNICREDIT?) CON UNA CONTRO OPA…

antonella antonia rosa costanzo - ex moglie di paolo berlusconi vittorio feltri

DAGOREPORT - ALLA VENERANDA ETÀ DI 81 ANNI, VITTORIO FELTRI ANCORA IGNORA CHE IL GALANTUOMO GODE E TACE. COME QUANDO HA SPIFFERATO IL MOTIVO DELLE SUE DIMISSIONI DALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE”: “ME LA FACEVO CON LA MOGLIE DELL’EDITORE”, ALIAS PAOLO BERLUSCONI - OVVIAMENTE LA REAZIONE DI ANTONELLA COSTANZO NON SI È FATTA ATTENDERE. E VITTORIONE HA PENOSAMENTE RINCULATO: “IL NOSTRO RAPPORTO ERA DI SIMPATIA E AMICIZIA” - DA PARTE SUA ANTONELLA COSTANZO CI TIENE A FAR SAPERE A DAGOSPIA LA SUA VERSIONE DEI FATTI… – VIDEO

milan gerry cardinale zlatan ibrahimovic marcella verini giorgio furlani pierdonato vercellone donato

DAGOREPORT – ALTA TENSIONE AL MILAN TRA IL SENIOR ADVISOR IBRAHIMOVIC E L’AD FURLANI. LA SOCIETA’ E’ SPACCATA IN DUE FAZIONI: DA UNA PARTE CARDINALE, IBRA E LA POTENTISSIMA COMUNICATRICE DI RED BIRD E ELLIOTT MARCELLA VERINI, DALL’ALTRA FURLANI E IL CAPO DELLA COMUNICAZIONE DEL CLUB PIERDONATO VERCELLONE. LE DUE ANIME SI RIMBALZANO LA RESPONSABILITA’ DEL MANCATO INGAGGIO IN ESTATE DI ANTONIO CONTE – FURLANI GODE DELLA FIDUCIA DI PAUL SINGER, CHE CON ELLIOTT È DI FATTO IL PADRONE OMBRA DEL MILAN. È PROBABILE CHE IN ESTATE QUALCUNO SALTERÀ, SE NON TUTTI…

maurizio gasparri simona agnes

FLASH! - MAI DIRE RAI: PER IL FORZISTA MAURIZIO GASPARRI, MEMBRO DELLA COMMISSIONE VIGILANZA, SIMONA AGNES NON ESISTE, FDI SE NE FOTTE E SONO INIZIATE LE PRESSIONI SU GIANNI LETTA PER CONVINCERE LA SUA PROTETTA, SIMONA AGNES, PLURI BOCCIATA PER LA PRESIDENZA DEL CDA RAI, A DIMETTERSI LIBERANDO COSI' UN POSTO A UN NOME CHE POSSA OTTENERE I VOTI ANCHE DELL'OPPOSIZIONE... – LA REPLICA DI GASPARRI A DAGOSPIA: “OVVIAMENTE LA NOTIZIA CHE AVETE PUBBLICATO SU ME E SULLA AGNES È L’ESATTO CONTRARIO DELLA VERITÀ”

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT - LA "SPECIAL RELATIONSHIP" DI GIORGIA MELONI CON DONALD TRUMP ERA SOLO NELLA TESTOLINA BIONDA DELLA DUCETTA: QUANDO SI TRATTA DI COLPIRE L'EUROPA, IL TYCOON NON FA DISTINZIONI (LE TARIFFE AL 25% COLPIRANNO ANCHE L'ITALIA, MENTRE IL REGNO UNITO SARÀ ESENTATO) E LA PRESUNTA AMICIZIA CON LA "MERAVIGLIOSA LEADER" ITALIANA VA A RAMENGO - L'HANNO CAPITO ANCHE A DESTRA: BASTA SBIRCIARE IL TITOLONE DI PRIMA PAGINA DEL "GIORNALE" DI OGGI ("TRUMP, I PRIMI DUBBI DELLA LEGA") E ASCOLTARE LE PAROLE DEL MINISTRO URSO (FRATELLI D'ITALIA): "L'AMERICA PUNTA A DIVIDERE GLI ALLEATI EUROPEI" - LA "THATCHER DELLA GARBATELLA" E' INSOFFERENTE PER L'ATTIVISMO DI MACRON E STARMER MA I DUE SONO LEADER DI PAESI "PESANTI", CON ARMI NUCLEARI - PRIMA O POI L'UNDERDOG DOVRÀ ACCORGERSI CHE BACIARE LA PANTOFOLA DI "KING TRUMP" NON È STATA UNA BUONA IDEA...

donna sarda sardegna elly schlein

DAGOREPORT – ALLA DIREZIONE DEL PD, I RIFORMISTI DEM SONO SOBBALZATI SULLA SEDIA ALLE PAROLE DI ELLY SCHLEIN SULLA GUERRA UCRAINA: “NON SIAMO PER IL FINTO PACIFISMO DI TRUMP MA NEMMENO SIAMO CON L’EUROPA CHE VUOLE CONTINUARE LA GUERRA” - IL CLOU: QUANDO ELLY HA ATTACCATO LE INIZIATIVE SINGOLE DI MACRON E DI STARMER PER LA PACE, HA DETTO, TESTUALE: "ALL'EUROPA SERVE UN SALTO QUANTICO" (MA CHE CAZZO STAI A DI'?) - PICIERNO, PIERO DE LUCA, FASSINO NON CREDEVANO ALLE PROPRIE ORECCHIE: “QUINDI LA PACE SONO LE CONDIZIONI DETTATE DA PUTIN? ELLY, QUANDO LA SMETTI DI GIOCARE A NASCONDINO?” – ALTRO SCAZZO SUL REFERENDUM DELLA CGIL SUL JOBS ACT E SULL’ESERCITO COMUNE UE (TRANQUILLIZZATE LA DUCETTA: CON QUESTI SINISTRATI ALTRI 20 ANNI A PALAZZO CHIGI SONO SICURI…)