GIORGETTI S’È INCARTATO SULLA MANOVRA – È PREVISTA UNA MARATONA FINO A NOTTE FONDA IN COMISSIONE BILANCIO PER APPROVARE GLI EMANDAMENTI ALLA LEGGE DI BILANCIO, FINORA BLOCCATI DAI VETI TRA LEGA E FORZA ITALIA – LE OPPOSIZIONI ATTACCANO: “COSÌ È IMPOSSIBILE ESAMINARE LE NORME” – IL GOVERNO TIRA DRITTO SULL’AUMENTO DI STIPENDIO AI MINISTRI NON PARLAMENTARI E INFILA UNA NUOVA STRETTA SUI DISOCCUPATI CHE SI SONO DIMESSI VOLONTARIAMENTE – RESTA IL NODO DEL NUOVO CONTRIBUTO ALLE BANCHE (INDIGESTO A TAJANI E AI BERLUSCONI) PER FINANZIARE IL TAGLIO DELL’IRES ALLE IMPRESE…
1 - MANOVRA IMPANTANATA LE OPPOSIZIONI AL GOVERNO “IMPOSSIBILE VOTARLA”
Estratto dell’articolo di Valentina Conte per “la Repubblica”
giancarlo giorgetti - atreju - foto lapresse
Si riparte stamattina alle 10.30. La manovra è ancora in commissione Bilancio alla Camera e si conta di chiudere nottetempo l’esame degli emendamenti. Meglio se entro le 9.45 di domani, un quarto d’ora prima che la premier Meloni in aula cominci le comunicazioni di rito in vista del Consiglio europeo di giovedì. Ma l’atmosfera ribolle.
Le opposizioni ieri, tranne Azione, hanno inviato una lettera al presidente di Montecitorio Lorenzo Fontana. Per fermare l’emendamento del governo, prima maxi poi spezzettato. Contiene tante di quelle norme «eterogenee e senza relazione tecnica» – tra cui il taglio dell’Ires che ancora non si sa quanto vale e come si copre – che così è «impossibile esaminarle ed esprimere una scelta libera e consapevole», scrivono i capigruppo di Pd, M5s, Iv e Avs.
GIORGIA MELONI CON LA CALCOLATRICE A PORTA A PORTA MANOVRA
Replica Fontana: «Ho già rappresentato al governo e ai relatori l’inammissibilità di un unico maxi emendamento. Di qui la presentazione di tre emendamenti dei relatori». Sull’assenza di relazioni tecniche: «Potete chiederle al governo».
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Il Pd incalza: «Le coperture non tornano e aumentano le tasse». Il M5s ribolle per il tetto delle detrazioni legate alle spese per le scuole paritarie che sale da 800 a mille euro: «Ennesimo favore di Meloni ai privati».
giancarlo giorgetti antonio tajani
Ancora brucia, tra i banchi dell’opposizione, l’aumento di stipendio ai ministri, viceministri, sottosegretari che non sono parlamentari: il governo non ha intenzione di fare marcia indietro. Nello stesso tempo però inserisce una nuova stretta sui disoccupati che si sono dimessi volontariamente e nel giro di un anno hanno trovato un nuovo lavoro e poi sono stati licenziati. Prenderanno la Naspi, il sussidio di disoccupazione, solo se hanno lavorato almeno 13 settimane tra i due contratti. «Un altro schiaffo ai lavoratori», dice Valentina Barzotto (M5s). Il governo giustifica la norma con l’intento di colpire i “furbetti”.
L’opportunismo, in questo caso delle imprese, di far dimettere in modo volontario il dipendente per non pagare il ticket licenziamento. Per poi riassumerlo e licenziarlo, così da versare un ticket più basso. Ma la norma, che scatta da gennaio, non si rivolge ai soli casi di “riassunzione” farlocca. Colpisce tutti, senza distinguere. […]
2 - LA MOSSA DI GIORGETTI: ANDARE ALLA CAMERA E CHIUDERE IL CERCHIO
Estratto dell’articolo di Mario Sensini per il “Corriere della Sera”
Quando ci sono le finanziarie «povere», e a lui gliene sono toccate tre su tre da ministro dell’Economia, sulle ventotto che ha vissuto in varie vesti, «succede sempre così, si litiga». Nonostante il corto circuito in Commissione Bilancio e l’allungamento dei tempi per il varo della manovra, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, fa intendere di non essere troppo preoccupato.
Gli emendamenti concordati prima dal vertice di maggioranza, poi tra governo e relatori, sono rimasti bloccati in Commissione. Oggi è il giorno decisivo per l’esame, l’opposizione promette barricate, e Giorgetti, che ha già incontrato più volte i relatori e il presidente della Commissione, ma è stato fin qui ben attento a metter bocca sui temi più spinosi, a cominciare dagli stipendi dei ministri, è pronto a scendere a Montecitorio, spiegare, e tentare di chiudere il cerchio.
GIANCARLO GIORGETTI - FOTO LAPRESSE
Sugli emendamenti, con il nuovo Ragioniere Generale dello Stato, Daria Perrotta, è stato fatto un lavoro molto scrupoloso di verifica delle coperture delle nuove misure che il governo, per mano dei relatori del provvedimento, vorrebbe introdurre.
Non è stato facile perché gli interventi sono di portata complessivamente rilevante, più di tre miliardi di euro. E comporteranno, oltre al nuovo prelievo sulle banche, anche una nuova sforbiciata ai ministeri, che già pagano un conto salatissimo nel ‘25.
Alla fine resta anche questa una finanziaria «povera», stretta nelle nuove regole europee, e la sua impostazione non cambia con le ultime proposte di modifica.
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CASSE VUOTE AL MEF - VIGNETTA BY GIANNELLI
La vera novità di quest’ultimo passaggio della legge di Bilancio, che Giorgetti ha sposato in pieno, è l’Ires premiale per le imprese. La crisi industriale, con la produzione che scende da oltre 20 mesi, è la prima preoccupazione del ministro dell’Economia, che parteciperà in settimana all’incontro del governo con Stellantis. Zes, Transizione 5.0, gli sgravi sul costo del lavoro sono la scommessa del governo per invertire la rotta. […]