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GIORGETTI SI COMPORTA COME UN MINISTRO TECNICO – IL SEMOLINO DELLA LEGA, PER EVITARE DI PRENDERE DECISIONI, RIMPALLA LE “SCELTE POLITICHE” A MELONI, TAJANI E SALVINI: “IO FARÒ LA MIA PARTE”. CIOÈ FARE I CONTI E DIRE NO ALLE PROPOSTE TROPPO ESOSE DEI PARTITI, CHE DOVRANNO FARE DELLE “RINUNCE”. ANCHE PERCHÉ I SOLDI NON CI SONO, E SULLA MANOVRA BISOGNERÀ MUOVERSI “ENTRO I PARAMETRI EUROPEI” – “LE IPOTESI DI QUESTI GIORNI? DINAMICHE DA CALCIO AGOSTANO, SOLO CHIACCHERE”. LA COPERTA È CORTA SECONDO I TECNICI DEL MEF: I NUMERI LEGATI AL SUPERBONUS SONO “DRAMMATICI, UN DISASTRO…”

Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

 

giancarlo giorgetti

«Andranno fatte delle rinunce». Giancarlo Giorgetti in questi giorni parla il meno possibile. In primo luogo perché sta aspettando che la sua maggioranza si riunisca e prenda delle scelte. In secondo luogo perché è preoccupato: la ricognizione dei conti pubblici che stanno facendo i suoi uffici fotografa una situazione […] «grave», e alcuni dati che arrivano dai debiti legati agli impegni finanziari dello Stato rispetto al Superbonus sono «un disastro», numeri «drammatici».

 

Evidentemente il Mef sarà obbligato nei prossimi mesi a rivedere le stime delle uscite per la prima delle agevolazioni fiscali degli anni passati.

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

Il silenzio del ministro dell’Economia, che ha lanciato un allarme pochi giorni fa durante il meeting di Rimini, ammettendo che la manovra che andrà approvata entro la fine dell’anno sarà «complicata», viene rotto in queste ore solo con alcuni stretti collaboratori. Nelle stanze del ministero stanno facendo i conti per essere preparati, fra qualche settimana.

 

Ma sono al momento conti senza l’oste: infatti per Giorgetti andranno fatte precise scelte «sia tecniche, che politiche» e per quanto riguarda le seconde lui attende che Giorgia Meloni fissi i paletti insieme ai due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini.

 

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini

Per quanto riguarda lui, pur non essendo un ministro tecnico, sembra incarnarne i tratti: oggi in Cdm non è prevista una sua relazione, la misura sugli extraprofitti delle banche lo ha visto coinvolto ma solo fino a un certo punto, i punti salienti della manovra li attende da altri. Lui darà un contributo nel ruolo che gli compete, ma riconosce che il primato della politica attribuisce alla premier e ai due vice scelte che non ritiene affatto facili […].

 

Delle ipotesi di questi giorni […] si dice perplesso, se non divertito. Sfoglia i giornali e i rumors che filtrano sui quotidiani li giudica alla stregua delle dinamiche del «calcio agostano, nulla di fondato, chiacchiere». E non potrebbe essere altrimenti, anche perché la premier è appena tornata in ufficio dalle vacanze e la prima riunione di maggioranza si svolgerà la prossima settimana.

 

PNRR – GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA BY LE FRASI DI OSHO

Il timing delle cose però non è un dato aleatorio: la Nadef andrà presentata fra il 25 e il 27 settembre, una bozza della manovra di Bilancio a suo giudizio dovrà essere pronta entro 45 giorni, per la metà di ottobre, e in mezzo ci saranno due riunioni dell’Eurogruppo, dove lui sta trattando con i suoi colleghi europei la riforma del patto di Stabilità e crescita e un G20, cui parteciperà il capo del governo.

 

Una tabella di marcia fitta anche per Meloni, che non consentirà né errori né divisioni. Per Giorgetti l’ideale sarebbe che «entro dieci giorni» la premier e i due vice facciano delle scelte precise, perché «il tempo è poco». E «io farò la mia parte». Ovviamente si dovrà tenere conto di almeno tre fattori ancora ballerini: il gettito dell’Iva, quello dell’Irpef e i contributi che la stagione turistica avrà dato alla crescita del Pil. Ma in ogni caso ci si dovrà muovere «entro i parametri europei», anche se negli ultimi due anni sono stati in qualche modo congelati, e occorrerà andare «in linea con l’Unione», il che significa manovra condivisa nei tratti principali con la Commissione.

giancarlo giorgetti foto mezzelani gmt 329

 

Si potranno anche fare alcuni strappi, ma a questo punto per Giorgetti si entrerebbe in un mare di nessuno […] . Perché se l’Italia si consentisse un passo più lungo della gamba […] allora poi bisognerebbe monitorare attentamente le conseguenze macroeconomiche. Il che significa dati finanziari e reazione dei mercati, impatto su debito, crescita e negoziati in corso sul nuovo Patto. Insomma, come aveva detto a Rimini, sarà di sicuro una manovra «complicata».

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN

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