meloni salvini bertolaso

PROSCIUTTO E MELONI - LA DUCETTA DI “FRATELLI D’ITALIA” CORRERÀ COME CAPOLISTA A SOSTEGNO DI BERTOLASO E LANCIA L’AVVERTIMENTO A SALVINI: “SE SALTA L’ALLEANZA A ROMA, SALTA IN TUTTA ITALIA” - MA SOTTO SOTTO LEI SPERA CHE L’EX CAPO DELLA PROTEZIONE CIVILE DIA FORFAIT: COSÌ SI CANDIDA LEI

1 - MELONI «IO CAPOLISTA PER IL CAMPIDOGLIO» E MELONI DÀ L' AUT AUT A SALVINI

Ernesto Menicucci per il “Corriere della Sera”

 

GIORGIA MELONI GUIDO BERTOLASOGIORGIA MELONI GUIDO BERTOLASO

Candidata a sindaco no. Ma, pur di sostenere Guido Bertolaso, salvaguardare l'alleanza di centrodestra e «stoppare» le mire di Alfio Marchini, Giorgia Meloni è pronta a scendere in campo in prima persona: «Alle Comunali per il Campidoglio - annuncia - sarò la capolista».

 

E se Salvini cambia candidato? «Finisce l' alleanza». Per la leader di FdI il primo appuntamento della sua campagna elettorale è un luogo simbolo della destra romana, un cavallo di battaglia che ritorna in tutte le occasioni. Meloni, ieri mattina, era a piazza Vittorio, quartiere Esquilino, a due passi dalla stazione Termini, diventato negli anni la Chinatown della Capitale, dove regna il degrado.

BERLUSCONI SALVINI MELONI BY BENNYBERLUSCONI SALVINI MELONI BY BENNY

 

Meloni ne approfitta per una battuta: «Non sappiamo con precisione quanti cinesi ci vivano, ma ora ci saranno le primarie Pd e forse avremo qualche dato in più...».

Presentandosi come capolista, va alla caccia di due obiettivi. Il primo, ovviamente, è quello di drenare voti per Fratelli d' Italia che vuole imporsi come primo partito dello schieramento nella Capitale. Ma il secondo è un messaggio ai naviganti: «Lo dico anche gli alleati: è arrivato il tempo della responsabilità. Si è parlato troppo di nomi e partiti, poco di programmi e di romani: dobbiamo rimboccarci le maniche perché questa città lo merita».

 

Resta da capire, naturalmente, l'atteggiamento che avrà Matteo Salvini nei confronti di Bertolaso. Il leader leghista vedrà in settimana Silvio Berlusconi, poi consulterà i cittadini romani attraverso dei gazebo. Meloni, però, è stufa di questa indecisione. Lei, fa sapere, al vertice non ci andrà: «Attendo delle risposte da parte loro, io non ho più nulla da dire», ha confidato ai suoi.

salvini (d), con silvio berlusconi e giorgia meloni sul palco allestito in piazza maggiore a bologna 77salvini (d), con silvio berlusconi e giorgia meloni sul palco allestito in piazza maggiore a bologna 77

 

Sui rapporti con la Lega, la leader FdI è molto chiara: «Con Salvini - dice - non c' è uno strappo, ma c' è mancanza di chiarezza. Salvini ha sottoscritto con noi un comunicato con il quale si chiedeva a Guido Bertolaso di candidarsi, poi è tornato indietro. Questo comportamento non lo capisco: ho chiesto agli alleati che ci facciano sapere cosa vogliono fare». Quella di Bertolaso, insiste Meloni, «è una scelta ottima, che abbiamo fatto tutti insieme».

 

Se Salvini rompesse su Roma, FdI si sfilerebbe dal patto su tutta Italia, con un effetto a catena sulle altre città in cui si vota (a parte Milano, dove Parisi è già in campo).

A meno che non scatti il «piano B», quella che per Meloni sarebbe l' estrema ratio : candidarsi lei a sindaco.

bertolaso salvinibertolaso salvini

 

Per ora, però, il lavoro è tutto sulla ricucitura. Rispetto alle frasi sui rom («sono una categoria vessata») che hanno fatto infuriare Salvini, Bertolaso cerca di recuperare terreno («parole fraintese, era un giudizio storico», dice) e allontana le voci su un suo ritiro: «Non ci ho mai pensato». Meloni gli tende un assist: «Ha parlato di tolleranza zero contro il degrado. Sposiamo quello slogan». Chissà se basta .

 

2 - MA IL LEADER LEGHISTA RILANCIA: QUESTO CENTRODESTRA COSÌ NON VA BERTOLASO? TROPPE USCITE INFELICI

Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

«Se devo prendermi del rompiscatole, benissimo: prendo e porto a casa. Ma io lavoro per ricostruire il centrodestra. E la condizione indispensabile per farlo è la chiarezza: il progetto di Bertolaso non è né chiaro né condiviso». Matteo Salvini non devia dal suo percorso: i gazebo, a Roma, ci saranno.

bertolaso salvini 2bertolaso salvini 2

 

Nel prossimo weekend consulterà i romani sul gradimento dei candidati sindaco (e soprattutto di Bertolaso). E anzi, in nome della chiarezza e di un centrodestra rinnovato, rilancia: «Per il 23 giugno, nello stesso giorno del referendum inglese, chiederemo agli italiani se vogliono rimanere in questa Unione».

 

Salvini, che fa, cambia discorso? Non stavamo parlando delle amministrative?

«Certo. Ma per vincere, bisogna che il centrodestra trasmetta messaggi chiarissimi. Il problema, con Bertolaso, è un po' quello».

 

Ma perché lei ne ha accettato la candidatura per poi annunciare i gazebo qualche giorno più tardi?

RUTELLI E MARCHINIRUTELLI E MARCHINI

«Perché, subito dopo, Bertolaso si è lanciato in elogi su Rutelli, su Giachetti, ha detto che se non fosse candidato lui voterebbe il piddì, e i rom poverini... Un' uscita infelice ci può stare, se le uscite infelici diventano una serie, qualche dubbio viene. Anche perché, di certo, Bertolaso non è uno sprovveduto».

 

Insomma, candidatura caduta?

«Io non ho mai bocciato nessuna candidatura se non quelle improponibili. Però, la sinistra che piace a Bertolaso è quella che ha lasciato Roma in condizioni terrificanti. Per giunta, accumulando un debito di 13 miliardi. Una cosa inimmaginabile. Se è questo che piace a Bertolaso... Diciamo che ci prendiamo tutti una pausa di riflessione: una settimana in più e qualche migliaio di pareri dei romani non faranno certo male».

 

Salvini, lei parla di chiarezza, ma il dire sì e poi prendersi pause di riflessione non disorienta gli elettori?

roberto giachettiroberto giachetti

«Il disorientamento, nell' era dei social network, dura poco. C' è la possibilità di fare arrivare pareri e punti di vista in modo velocissimo. E io voglio che chiunque voti il centrodestra, alle amministrative e più avanti, sappia che cosa vota. Per dire: Stefano Parisi non è certo un leghista, ma se parliamo di sicurezza, di quartieri, di traffico la visione è la stessa. Io penso che tutto stia lì: il progetto di Bertolaso non è chiaro né condiviso».

 

Giorgia Meloni dice che con un altro candidato salta l' alleanza.

«Ciascuno fa benissimo a dire ciò che pensa. E dato che ne parliamo, io credo che il centrodestra come lo conosciamo sia destinato a cambiare molto presto. Cambieranno tante cose nei prossimi mesi. Metà degli italiani oggi sta a casa, alla finestra, schifata o delusa. Si aspetta un cambiamento vero nei nomi, nei progetti e nel modo di fare. Io, non starò di certo fermo a guardare».

 

Salvini, ci sta annunciando qualcosa?

«Sto dicendo che il centrodestra deve cantare insieme la stessa musica. Di certo la sfida a Renzi non sarà portata dal vecchio centrodestra come somma di partiti».

 

ROBERTO GIACHETTIROBERTO GIACHETTI

Parla della lista unica imposta dalla nuova legge elettorale?

«Parlo di qualcosa di molto più ambizioso. Non può più essere che un' alleanza siano riunioni di partito che si dividono le competenze per matematica e poi sono senza uno straccio di progetto comune».

 

Nel concreto?

«Il 23 giugno in Gran Bretagna ci sarà il referendum sull' uscita dall' Unione. Sarebbe bello che tutto il centrodestra, nello stesso giorno, ascoltasse i cittadini italiani. Che tra l' altro, hanno pochissime occasioni per far sentire la loro voce. Lei pensi che in Olanda andranno a referendum sui rapporti economici con l' Ucraina».

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATOI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…