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GIORGIA MELONI HA DECISO DI COMBATTERE UN’ALTRA BATTAGLIA SBAGLIATA: L’INGRESSO DEI PAESI BALCANICI NELL’UE – LA DUCETTA, TURBO-ATLANTISTA, INCONTRA IL PRESIDENTE SERBO ALEKSANDAR VUCIC, FILO-RUSSO. IL VERTICE, CONCORDATO CON BRUXELLES IN UNA PIÙ AMPIA OFFENSIVA DIPLOMATICA CONTRO PUTIN, È STATO PIENO DI SMANCERIE. SUL TAVOLO ANCHE L’ECONOMIA, CON L’ANNUNCIO DELL’AVVIO DELLA PRODUZIONE DELLA PANDA ELETTRICA IN SERBIA (E I SINDACATI SUBITO SI SONO ALLARMATI: “POMIGLIANO NON SI TOCCA”)

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1 - MELONI IN VISITA DAL FILO-PUTINIANO VUCIC «L’ITALIA CONTINUERÀ A SOSTENERE KIEV»

Estratto dell’articolo di Mario Ajello per “il Messaggero”

 

[…] «A proposito della guerra di aggressione russa all'Ucraina - ha detto Meloni nella conferenza stampa insieme al presidente della Repubblica serba, Aleksandar Vucic - voi tutti conoscete la posizione italiana: continuiamo a sostenere a 360 gradi l'Ucraina per garantire la sua libertà e la sua sovranità».

 

giorgia meloni aleksandar vucic 2

E ha detto anche il capo del governo italiano, tra i sorrisi di assenso del collega serbo: «L'Europa non potrà dirsi unita finché i Balcani occidentali non saranno nella Ue. E la Serbia può contare sul nostro sostegno per il suo ingresso nella nostra comunità continentale». Anche se, per molti Paesi europei, il problema della Serbia sta nel mancato riconoscimento del Kosovo come nazione indipendente.

 

Meloni e Vucic («Giorgia è una grande leader non solo europea ma anche mondiale») hanno mostrato grande sintonia. Sia sulle materie politiche […] sia su quelle economiche […] per le quali il presidente del consiglio è soddisfatta del partenariato con la Serbia. E Vucic conferma e annuncia: «Stellantis comincia la produzione della Panda elettrica nel nostro Paese». […]

 

giorgia meloni in serbia 2

[…] Vucic è un leader conservatore che condivide con Meloni l'idea di una destra sviluppista e non anti-europea, e perciò - anche nella distanza dal gruppo degli ultrà sovranisti riuniti a Firenze - lui e la leader di Fratelli d'Italia hanno mostrato evidenti consonanze.  […]

 

2 - MELONI A BELGRADO " PORTIAMO I BALCANI NELL'UNIONE EUROPEA"

Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “la Stampa”

 

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A Giorgia Meloni è bastato alzare lo sguardo dall'automobile che dall'aeroporto l'ha portata nel palazzo presidenziale di Belgrado per capire che questa non era una tappa banale: «Kosovo is Serbia» si legge a caratteri cubitali in un cavalcavia della super strada, addobbata con decine di bandiere italiane.

 

Ospitalità quindi, persino calore, ma la solita fermezza. Quella che la premier ha trovato parlando con Aleksandar Vucic, il presidente serbo, che l'ha introdotta nell'immenso edificio a due passi dal Danubio che un tempo rappresentava la forza e l'unità della federazione jugoslava. I due dicono di intendersi a meraviglia, «le persone che parlano chiaro alla fine sono quelle che si capiscono meglio».

 

aleksandar vucic giorgia meloni

[…] Dietro ai sorrisi del presidente Vucic, in piena campagna elettorale, ci sono molte incognite. Prima fra tutti il Kosovo, con le tensioni al confine che non si placano e poi ovviamente la Russia. La perenne tensione tra voglia (più del governo che dell'opinione pubblica) di compiere gli ultimi passi verso l'Unione europea va di pari passo con il richiamo identitario (ma non solo) di Mosca.

 

A Belgrado siamo in piena campagna elettorale, si vota fra 15 giorni per il rinnovo del Parlamento e Vucic esibisce la certezza di vincere ancora. Niente domande dei giornalisti, solo dichiarazioni scritte. […]  I serbi riconoscono all'Italia una posizione equilibrata nei conflitti […]. […]

 

Tra Italia e Serbia gli affari vanno molto bene, di recente qui hanno aperto una sede Cassa depositi e prestiti, Sace e Simest, il "business forum" dello scorso marzo voluto dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, secondo Palazzo Chigi, sta dando i suoi frutti. Poi c'è la questione migranti, e il controllo della rotta balcanica.

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Ma tutto è vincolato a una stabilità che da queste parti non va mai data per scontata. L'Ue ha proposto un «piano per la crescita», una sorta di anticamera all'ingresso nell'Unione, composto da benefici commerciali e risorse dirette.

 

Concessioni che però sono vincolate al rispetto deg li accordi che Serbia e Kosovo avevano concordato all'inizio di quest'anno e poi disatteso. Ursula von der Leyen nella sua visita nelle capitali balcaniche di fine ottobre lo ha detto chiaramente e Meloni lo ha, di fatto, ripetuto ieri: senza dialogo con Pristina tutto si rallenta.

 

3 - MELONI IN SERBIA: “SENZA I BALCANI L’EUROPA NON SARÀ MAI UNITA”

Estratto dell’articolo di  Antonio Fraschilla per “la Repubblica”

 

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Quella di Giorgia Meloni al presidente Aleksandar Vucic, ieri in Serbia, non è stata solo una visita di cortesia tra rappresentanti di Paesi storicamente in buoni rapporti. Ma è stata preparata a lungo dai suoi consiglieri diplomatici, insieme alle cancellerie di Francia e Germania e al presidente del Consiglio europeo Charles Michel, perché è un tassello fondamentale di una sorta di risposta diplomatica della Ue alle mosse nemmeno tante sotterranee della Russia di Putin, che punta a incendiare i Balcani per evitare che paesi come la Serbia entrino nell’Ue e ancor più nella Nato.

 

Non a caso dallo staff di Palazzo Chigi […] si dicono «molto preoccupati » per l‘attivismo putiniano e i finanziamenti russi a gruppi nazionalisti panslavi in Serbia proprio in chiave anti Ue e anti Nato. Da qui la delicatezza dell’incontro Meloni-Vucic.

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La presidente del Consiglio è considerata una “ambasciatrice” dall’Ue per i buoni rapporti storici del nostro Paese con la Serbia: l’Italia è il terzo investitore a Belgrado con una bilancia commerciale che negli ultimi sei mesi ha raggiunto i 2 miliardi di euro. E qui stanno investendo molte aziende partecipate dallo Stato italiano, da Cassa depositi e prestiti a Sace, ma anche Unicredit, e nel 2024 dovrebbe riaprire la produzione di Stellantis nello stabilimento ex Fiat chiuso da tempo.

 

Vucic ha annunciato che in Serbia sarà prodotta la nuova Panda elettrica: annuncio non smentito da Stellantis (partecipata dal gruppo Exor che controlla anche Repubblica attraverso Gedi). La reazione dei sindacati in Italia arriva subito : «Pomigliano non si tocca» […] .

 

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Meloni non ha aggiunto nulla sulla questione. La presidente del Consiglio […] ha ribadito invece il sostegno dell’Italia all’ingresso della Serbia nella Ue ma chiedendo in cambio un riconoscimento completo del Kosovo, anche nell’area dove insiste la minoranza serba.

 

Vucic allo stesso tempo ha chiesto di accelerare l’iter di ingresso della Serbia in Europa, alla luce del nazionalismo di estrema destra che anche lui, nazionalista comunque, ha sempre più difficoltà a controllare: è bastata l’uccisione di un poliziotto, proprio nel Kosovo, per alzare la tensione con scontri al confine dove è stato coinvolto anche il contingente di pace italiano.

 

giorgia meloni aleksandar vucic serbia

[…] Meloni lascia poi un messaggio a Vucic non solo sul Kosovo ma anche sui rapporti con la Russia: «L’integrazione europea dei Balcani occidentali è una strada che noi dobbiamo continuare a percorrere, anche perché è fondamentale per garantire a questa regione, e conseguentemente all’Europa intera, maggiore sicurezza e crescita economica. La Serbia sta già dando il suo contributo, sono certa che continuerà ad avere un approccio costruttivo nel dialogo facilitato dall’Ue con il Kosovo.

 

Chiaramente abbiamo parlato con Vucic delle crisi in atto, della guerra di aggressione russa all’Ucraina. Conoscete la posizione italiana, continuiamo a sostenere a 360 gradi l’Ucraina per garantire la sua libertà, la sua sovranità».

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