indi gregory giorgia meloni

“FINO ALLA FINE FARÒ QUELLO CHE POSSO PER DIFENDERE LA VITA DI INDI” – GIORGIA MELONI DIFENDE LA SCELTA DI CONFERIRE LA CITTADINANZA A INDI GREGORY, LA BAMBINA AFFETTA DA UNA GRAVE MALATTIA MITOCONDRIALE CHE, SECONDO I GIUDICI INGLESI, VA LASCIATA MORIRE – ANDREA CRISANTI, GIÀ ZANZAROLOGO E ORA SENATORE DEL PD: “IL SISTEMA INGLESE È ALL’AVANGUARDIA, PORTARE IN ITALIA LA PICCOLA È UNA INUTILE CRUDELTÀ…” - GLI OSTACOLI LEGALI E LA SODDISFAZIONE DI SIMONE PILLON, EX PARLAMENTARE LEGHISTA E ORA AVVOCATO DELLA FAMIGLIA GREGORY: "C'È SPERANZA NELL'UMANITÀ"

1 - I GIUDICI INGLESI: «È INGUARIBILE, STACCATE LA SPINA A INDI» L’ITALIA LE DÀ LA CITTADINANZA

Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

 

indi gregory 5

Al termine del Consiglio dei ministri straordinario è la stessa Giorgia Meloni a voler dire due parole sul gesto compiuto dal governo: «Dicono che non ci siano molte speranze per la piccola Indi, ma fino alla fine farò quello che posso per difendere la sua vita. E per difendere il diritto dei genitori a fare tutto quello che possono per lei».

 

Le parole della premier spiegano anche le ragioni dell’intervento urgente del governo. Il Cdm si è riunito ieri solo per conferire la cittadinanza italiana alla piccola Indi Gregory, una decisione che da Meloni era stata comunicata qualche giorno fa al premier inglese Sunak: una bambina di otto mesi affetta da una rara malattia mitocondriale a cui l’Alta corte londinese vuole sospendere i trattamenti vitali. La bimba è affetta dalla sindrome da deperimento mitocondriale, una rarissima malattia degenerativa che provoca il mancato sviluppo di tutti i muscoli.

 

giorgia meloni 5

La seduta a Palazzo Chigi si è conclusa in pochi minuti, con una «decisione lampo».

Subito dopo il conferimento della cittadinanza l’atto dell’esecutivo è stato controfirmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

 

Il gesto […] ha come obiettivo quello di consentire il trasferimento di Indi in un ospedale italiano dove sarebbe scongiurato il «distacco» dei macchinari che la tengono in vita, in particolare la ventilazione assistita. In Italia infatti l’eutanasia è illegale, a differenza che in Gran Bretagna. Il caso ricalca quello di altri bambini inglesi — per esempio quello di Charlie Gard, di Alfie Evans o Archie Battersbee — per i quali i giudici di Londra hanno ordinato negli anni passati la sospensione dei trattamenti vitali. Il criterio che ha guidato le sentenze è quello del «massimo interesse per il minore»: il distacco dalle macchine è finalizzato a risparmiare dolori inutili al malato. […]

simone pillon

 

[…]  «Grazie di cuore al governo, siamo orgogliosi che nostra figlia sia italiana» il primo commento del padre Dean Gregory, assistito legalmente dall’ex parlamentare leghista Simone Pillon. «C’è speranza e fiducia nell’umanità». Dopo il decreto i genitori hanno presentato immediato ricorso all’Alta corte di Londra chiedendo di trasferirla all’ospedale Bambino Gesù. In Italia c’è chi non è d’accordo, come Andrea Crisanti, Pd: «Il sistema inglese è all’avanguardia nella genetica, portare in Italia la piccola è una inutile crudeltà». […]

 

2 - IN OSPEDALE DALLA NASCITA POI DIAGNOSI E RICORSI «VOGLIAMO SOLTANTO DARLE UNA POSSIBILITÀ»

Estratto dell’articolo di Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”

 

È una storia triste che si ripete: era accaduto nel 2017 col piccolo Charlie Gard, l’anno successivo con un altro bambino, Alfie Evans, infine l’estate scorsa col dodicenne Archie Battersbee. Adesso è il caso di Indi Gregory, una bambina di otto mesi, a trasformarsi in una battaglia legale e a dividere le coscienze.

andrea crisanti foto di bacco

 

Anche stavolta abbiamo una piccola malata terminale cui i medici vogliono staccare la spina, contro il volere dei genitori. […] Dunque un mese fa i sanitari hanno chiesto al tribunale l’autorizzazione a sospendere i trattamenti che tengono in vita Indi, ma i genitori della piccola, Dean Gregory e Claire Staniforth, entrambi trentenni, si sono opposti.

 

L’Alta corte però, a metà ottobre, ha dato ragione all’ospedale: è «col cuore pesante» che il giudice Peel ha autorizzato i medici a staccare la spina […]. Dunque il magistrato è giunto alla conclusione che «il peso di un trattamento invasivo supera i benefici», perché «il dolore significativo sperimentato da questa adorabile bambina non è giustificato a fronte di un insieme incurabile di condizioni e nessuna prospettiva di recupero».

 

indi gregory 3

Ma Dean e Claire, «devastati» dalla decisione, non si sono arresi e hanno fatto appello: «Indi reagisce agli stimoli — hanno detto — può provare felicità, piange come una bambina normale. Sappiamo che è disabile, ma non si lasciano morire i disabili, vogliamo solo darle una possibilità».

 

L’appello però è stato respinto due settimane fa, così come, qualche giorno dopo, è stato respinto anche il loro estremo ricorso alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. Allora, una settimana fa, i genitori di Indi sono tornati di fronte all’Alta corte di Londra per chiedere l’autorizzazione e portare la piccola in Italia, dove l’Ospedale del Bambino Gesù di Roma si era offerto di accoglierla: ma anche questa ultima istanza è stata respinta, quando il giudice ha sentenziato che «non c’è nulla che suggerisca che la prognosi sarà alterata in maniera positiva dal trattamento nell’ospedale italiano».

 

indi gregory 2

Il principio seguito in questi casi dalla magistratura inglese è quello del «miglior interesse» del paziente, che prevale anche sulla volontà dei genitori: in Gran Bretagna lo Stato ha il diritto/dovere di tutelare i sudditi, anche i minori. Va detto che casi come quello di Indi sono purtroppo all’ordine del giorno in Inghilterra e si concludono solitamente con l’accordo di medici e familiari a sospendere i trattamenti […]. Resta ora da vedere quale effetto avrà la mossa del governo italiano, perché un eventuale trasferimento di Indi si scontra comunque con ostacoli legali e pratici .

indi gregory 4indi gregory 1

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…