cecilia sala mohammad abedini najafabadi

GIORGIA MELONI DEVE FARE IN FRETTA: SE VUOLE LIBERARE CECILIA SALA IN CAMBIO DELL’IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI NAJAFABADI, DEVE FARLO PRIMA DELL’ARRIVO DI TRUMP – FINCHÉ C’È QUELL’ANATRA ZOPPA DI BIDEN, UN "NO" ALL’ESTRADIZIONE DELL’INGEGNERE-SPIONE DI TEHERAN NEGLI USA SAREBBE ANCORA FATTIBILE (E STICAZZI DEI BACETTI SULLA TESTA RICEVUTI DALLA DUCETTA IN QUESTI ANNI) – LA GENESI DELL’ARRESTO: IL 16 DICEMBRE DAL DIPARTIMENTO DI STATO USA ARRIVA L’ORDINE ALL’ITALIA. PERCHÉ PROPRIO IL NOSTRO PAESE? GLI AMERICANI SAPEVANO CHE ABEDINI DA MALPENSA SAREBBE STATO PRELEVATO IN AUTO E PORTATO IN… - IL DAGOREPORT

Articoli correlati

DAGOREPORT - L\'ARRESTO DI CECILIA SALA SI POTEVA EVITARE? IL 17 DICEMBRE VIENE DATA LA NOTIZIA...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1. “FERMATE L’IRANIANO A MALPENSA” COSÌ GLI USA AVVISARONO L’ITALIA

Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/politica/2024/12/31/news/caso_sala_usa_arresto_abedini_italia-423914134/

 

Mohammad Abedini najafabadi

Non è stato un caso. Gli Stati Uniti hanno scelto di arrestare Mohammad Abedini Najafabadi in Italia perché sapevano, evidentemente, di potersi fidare. Hanno aspettato che arrivasse nel nostro paese, mentre era di passaggio tra la Turchia e la Svizzera, quando ancora non sapeva di essere ricercato. E hanno avvisato le nostre forze di polizia ottenendo una collaborazione immediata.

 

La stessa che, evidentemente, si aspettano oggi. Non è un caso che — in attesa di completare l’iter per la richiesta di estradizione, che non è ancora formalmente stata presentata al ministero della Giustizia — abbiano chiesto espressamente di non mandare Najafabadi agli arresti domiciliari. «Potrebbe scappare », dicono.

 

cecilia sala

Per capire bene la storia è però il caso di riavvolgere il nastro e partire dal principio. E cioè dalla mattina del 16 dicembre quando dal dipartimento di Stato americano arriva una telefonata all’antiterrorismo italiano.

 

Avvisano che alle 17.35 atterrerà, proveniente da Istanbul, all’aeroporto di Milano Malpensa, il cittadino iraniano Najafabadi, un signore per cui il tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto del Massachusetts, «nell’ambito del procedimento n.24-MJ-1737-DLC», ha disposto un mandato d’arresto per reati molto gravi commessi dal 2016 al 2024. Lo aveva fatto tre giorni prima, il 13 dicembre.

 

meloni biden

L’iraniano non conosceva le accuse — così come nulla sapeva il suo presunto complice Mahdi Mohammad Sadeghi, che gli americani avevano fermato lo stesso giorno in Massachusetts — e per questo si era serenamente imbarcato sul volo che doveva portarlo in Svizzera.

 

[…] «Najafabadi — si legge negli atti — è cofondatore e amministratore delegato di Sdra, una società con sede in Teheran con collegamenti con il governo e le forze armate, compreso il corpo delle Guardie della rivoluzione islamica. Nello specifico — spiegano gli americani — la Sdra produce i sistemi di navigazione che l’Iran utilizza nei suoi droni Shahed, che vengono utilizzati per commettere attacchi terroristici in tutto il mondo, inclusa la guerra della Russia in Ucraina».

 

Nello specifico gli americani dicono di avere la prova che il sistema di navigazione del drone che il 28 gennaio del 2024 aveva ucciso 3 soldati americani e ferito 38 persone in Giordania sia stato costruito negli Usa e messo in commercio attraverso una società svizzera riconducibile a Najafabdi, direttore dell’azienda iraniana Sdra.

 

CECILIA SALA

Per gli Usa era fondamentale arrestare Najafabadi appena atterrato in Italia. Perché sapevano che da Malpensa sarebbe stato prelevato in auto e portato subito in Svizzera. Dove l’uomo aveva un permesso di soggiorno per motivi di lavoro. E dove, evidentemente, sarebbe stato più difficile ottenerne l’arresto: anzi, il mandato d’arresto americano non è stato mai nemmeno trasmesso a Berna, evidentemente perché sicuri di fermarlo in Italia.

 

Da quanto risulta a Repubblica , il rapporto dell’iraniano con la Svizzera non è solidissimo. L’attività principale di Najafabadi è in Iran. Quello in Europa sarebbe principalmente un ufficio di corrispondenza con fatturati dichiarati bassi. «Ma ha solidissimi rapporti e un’ingente risorsa finanziaria per poter fuggire», hanno detto gli americani al ministero della Giustizia italiano  […].

 

la trattativa di khamenei per cecilia sala il giornalone la stampa

Per due giorni la notizia dell’arresto viene tenuta sotto traccia. Forse anche all’Iran. Il 19 però tutto diventa noto. Viene fissata l’udienza per il consenso all’estradizione: il ministero della Giustizia esprime parere positivo. Najafabadi nomina il suo avvocato di fiducia, Alfredo de Francesco, esperto di diritto internazionale. Un’ora e mezza dopo a Teheran viene arrestata, senza alcun motivo, Cecilia Sala.

 

2. IRAN: “HA VIOLATO NOSTRE LEGGI” È L’ESCA PER UNO O PIÙ SCAMBI

Estratto dell’articolo di Alessandro Mantovani per “il Fatto quotidiano”

 

[…] Lo scambio possibile, come scriviamo da giorni, è quello con l’ingegnere e imprenditore svizzero-iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, arrestato all’aeroporto di Malpensa dalla polizia italiana il 16 dicembre, tre giorni prima che i guardiani della rivoluzione fermassero Sala a Teheran.

 

Mohammad Abedini najafabadi

Abedini è accusato di cospirazione e altri reati gravissimi dalla Corte federale di Boston: avrebbe esportato illegalmente dagli Usa, tramite una società svizzera, componenti elettronici utilizzati per i droni impiegati dai pasdaran iraniani per attacchi alle truppe statunitensi di stanza in Giordania, in particolare quello del gennaio scorso in cui tre militari sono rimasti uccisi e 47 feriti. Terrorismo, per le leggi Usa.

 

E infatti l’Italia sta trattando con Teheran e al tempo stesso anche con Washington, che reclama la consegna di Abedini. La procedura di estradizione è solo all’inizio, l’avvocato Alfredo De Francesco che assiste lo svizzero-iraniano ha chiesto i domiciliari: “Abbiamo trovato una casa a Milano e garanzie di terzi per il pericolo di fuga”, spiega il legale, che dal primo momento ha respinto le accuse (per quanto solo in parte note e circostanziate) e annunciato l’opposizione all’estradizione.

CECILIA SALA

 

Il negoziato sullo scambio di prigionieri, ufficialmente, a Roma non lo conferma nessuno. Anzi fonti governative italiane sostengono che i contatti si svolgano parallelamente sui due casi: l’Iran chiede all’Italia di non estradare Abedini e l’italia chiede all’Iran di rimandare a casa Sala.

 

Quasi certamente non sa nulla del possibile scambio la giornalista romana, 29 anni, dipendente della società di podcast Chora Media diretta da Mario Calabresi e collaboratrice del Foglio, detenuta ormai da 11 giorni a Evin. È in isolamento, quindi da sola anziché nelle celle affollate raccontate tra gli altri dalla blogger romana Alessia Piperno, che ci ha passato 45 giorni nel 2022.

 

giorgia meloni e joe biden nello studio ovale 6

Come ha confermato l’agenzia iraniana Irna, “le è stato concesso l’accesso consolare ed è in contatto telefonico con la sua famiglia”.  […]Tutto fa pensare che il governo italiano abbia impiegato qualche giorno prima di comprendere gli esatti termini dell’intrigo internazionale in cui è rimasta impigliata Cecilia Sala.

CECILIA SALA MARIO CALABRESI CECILIA SALA AI TEMPI DEL LICEO A PIAZZAPULITACECILIA SALACECILIA SALA CECILIA SALA AI TEMPI DEL LICEO A PIAZZAPULITACECILIA SALA CECILIA SALA CECILIA SALA CECILIA SALA Mohammad Abedini najafabadi

 

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…