giorgia meloni mario draghi

“LA NOSTRA PRIORITÀ SONO LE BOLLETTE. ABBIAMO CINQUE ANNI PER ATTUARE IL RESTO DEL PROGRAMMA” – GIORGIA MELONI SULLA MANOVRA È IN MODALITÀ DRAGHETTA: MASSIMA PRUDENZA NEI CONTI E TOTALE ADESIONE ALLA REGOLA DEI SALDI IN PAREGGIO PER OGNI CAPITOLO DI SPESA, PER PARARE I COLPI DI UN’EVENTUALE ONDA LUNGA DELLA RECESSIONE. BENE, BENISSIMO: MA RIUSCIRÀ A TENERE A FRENO SALVINI E BERLUSCONI, CHE STREPITANO E NON VOGLIONO FARSI COMANDARE DALLA “NANA BIONDA”?

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

GIORGIA MELONI

«Non butto via la mia credibilità per realizzare misure che potremo approvare senza strappi tra sei mesi. Ogni passo va ragionato e accompagnato dalla sostenibilità dei conti». Dopo una domenica trascorsa a Palazzo Chigi per impostare la manovra, Giorgia Meloni si prepara a convocare oggi gli alleati. Prima del consiglio dei ministri chiederà loro di accettare l'idea, pure dolorosa, di rinunciare a molte delle promesse sbandierate in campagna elettorale. Perché questa manovra, scritta in un mese, non può che essere di transizione.

 

DRAGHI MELONI

Forse neanche Mario Draghi immaginava che Meloni potesse attenersi in modo così rigoroso ai paletti di bilancio ricevuti in eredità durante il passaggio di consegne. Non un guizzo, né una spruzzata di politica o un sussulto creativo: prudenza nei conti, impegno quasi esclusivamente rivolto al caro energia, totale adesione alla regola aurea che prevede saldi in pareggio per ogni capitolo di spesa.

 

Per un euro che esce, ne serve uno che entra: «È una questione di serietà», sostiene in queste ore la premier. Per gli alleati manca di coraggio, per gli avversari pecca in chiarezza e visione.

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

«La finanziaria non può diventare un pozzo senza fondo», taglia corto lei in privato, sostenuta in questo da Giancarlo Giorgetti. La verità, ormai patrimonio condiviso nella squadra di Palazzo Chigi, è che non ci sono risorse. Forzare la mano significherebbe farsi scorticare dai mercati e mettere l'Europa nelle condizioni di stringere i cordoni del Pnrr.

 

Tutto questo la leader spiegherà oggi ai partiti di maggioranza, se troppo dovessero mugugnare. Convocando una riunione dei capigruppo o, forse, dei capidelegazione.

«Non si può realizzare tutto subito, sono stata chiara già prima delle elezioni - questo è il senso di quello che dirà - La nostra priorità sono le bollette e le famiglie più deboli. Abbiamo cinque anni per attuare il resto del programma di governo».

 

silvio berlusconi matteo salvini

Non tutto sta filando liscio, a dire il vero. La notizia di un taglio dell'Iva su alcuni beni di prima necessità rappresenta un incidente politico e di comunicazione. E alimenta tensioni. Matteo Salvini non vorrebbe rinunciarci, nonostante le resistenze di Fratelli d'Italia: «Se riuscissimo ad azzerare l'Iva sui beni di prima necessità e infanzia - insiste a sera sarebbe un bel segnale».

 

È una delle schegge d'imbarazzo che logora la Lega, costretta a spiegare il fallimento dei proclami sulle pensioni. Fa il paio con l'agitazione di Silvio Berlusconi, la cui posizione si può sintetizzare così: «Saremo giudicati sul fisco, non sulle leggi sui rave».

 

[…] Ma c'è dell'altro, dietro la cautela di Meloni. In particolare, il timore che nei prossimi mesi l'onda lunga della recessione colpisca in pieno l'Italia. Garantire politiche di bilancio rigorose significa allora provare a contenere eventuali assalti della speculazione finanziaria. E cercare la sponda dell'Europa, l'unica in grado di aprire un paracadute.

GIORGIA MELONI G20

 

È la linea che la premier ha concordato con Giorgetti, il più "draghiano" dei membri dell'esecutivo. I due hanno volato insieme per raggiungere il G20 di Bali.

 

Quindici ore per ragionare di politica, manovra, strategia. Hanno concordato la posizione, la stessa che poi il ministro dell'Economia ha consegnato alla direttrice del Fondo Monetario Internazionale Georgieva. A lei ha illustrato una linea prudente. E da lei ha raccolto apprezzamento per i progetti di crescita, ma anche l'attenzione al tema della sostenibilità delle politiche di bilancio. Perché l'Italia è sempre sotto osservazione a causa del suo alto debito pubblico.  […]

giorgia meloni giancarlo giorgetti 1lupi meloni cattaneo berlusconi salvini al quirinale silvio berlusconi matteo salvini giorgia meloni al g20 di bali giorgia meloni conferenza stampa g20 di baligiancarlo giorgetti giorgia meloni giorgia meloni giancarlo giorgetti berlusconi salvini meloni al quirinale per le consultazioni MARIO DRAGHI E GIORGIA MELONI

Ultimi Dagoreport

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?