giorgia meloni ursula von der leyen

LA DUCETTA CHIAGNE E FOTTE! – GIORGIA MELONI SCRIVE A URSULA VON DER LEYEN PER LAMENTARSI DELLE “FAKE NEWS” CONTRO IL GOVERNO SULLA LIBERTA’ DI INFORMAZIONE: “LA COMMISSIONE EUROPEA HA PUBBLICATO LA RELAZIONE ANNUALE SULLO STATO DI DIRITTO DELL'UE E PER LA PRIMA VOLTA IL CONTENUTO DI QUESTO DOCUMENTO È STATO DISTORTO PER ATTACCARE IL GOVERNO ITALIANO. QUALCUNO SI È SPINTO A SOSTENERE CHE IN ITALIA SAREBBE A RISCHIO LO STATO DI DIRITTO" – “LA SCELTA DI DIVERSI GIORNALISTI E CONDUTTORI DI LASCIARE LA RAI NON È DIPESA DA CAMBIO DI LINEA EDITORIALE, BENSÌ DA NORMALI DINAMICHE DI MERCATO”

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MELONI, SU LIBERTÀ INFORMAZIONE FAKE NEWS CONTRO GOVERNO

(ANSA) - ROMA, 28 LUG - Gli articoli di alcuni media sulla Relazione annuale sullo stato di diritto dell'Unione europea, riguardo l'Italia, sono "attacchi maldestri e pretestuosi che possono avere presa solo nel desolante contesto di ricorrente utilizzo di fake news che sempre più inquina il dibattito in Europa.

 

Dispiace che neppure la Relazione della Commissione sullo stato di diritto e in particolare sulla libertà di informazione sul servizio pubblico radiotelevisivo sia stata risparmiata dai professionisti della disinformazione e della mistificazione".Lo scrive la premier Giorgia Meloni in una lettera alla presidente della Commissione Ue von der Leyen

URSULA VON DER LEYEN - GIORGIA MELONI - OLAF SCHOLZ

 

MELONI, DISTORTO USO POLITICO RELAZIONE STATO DIRITTO UE

(ANSA) - ROMA, 28 LUG - "Cara Ursula, qualche giorno fa, come accade ogni anno dal 2020, la Commissione europea ha pubblicato la Relazione annuale sullo stato di diritto dell'Ue" e "le raccomandazioni finali nei confronti dell'Italia non si discostano particolarmente da quelle degli anni precedenti, tuttavia per la prima volta il contenuto di questo documento è stato distorto a uso politico da alcuni nel tentativo di attaccare il Governo italiano. Qualcuno si è spinto perfino a sostenere che in Italia sarebbe a rischio lo stato di diritto", "la libertà di informazione" in particolare in Rai. Lo scrive la premier Meloni in una lettera alla von der Leyen.

giorgia meloni ursula von der leyen vertice italia africa

 

RAI: MELONI, DA GOVERNO NESSUNA INGERENZA SU GOVERNANCE

(ANSA) - ROMA, 28 LUG - "L'attuale Governo e la maggioranza parlamentare che lo sostiene non si sono ancora avvalsi della normativa vigente per il rinnovo dei vertici aziendali. Gli attuali componenti del CdA della RAI sono stati nominati nella scorsa legislatura da una maggioranza di cui Fratelli d'Italia non era parte, non si comprende dunque come si possa imputare a questo Governo una presunta ingerenza politica nella governance della RAI". Lo scrive la presidente del consiglio Giorgia Meloni in una lettera alla presidente della Commissione Ue von der Leyen sulla Relazione annuale sullo stato di diritto dell'Ue e sulle critiche al governo.

 

"Le critiche che vengono strumentalmente mosse nei confronti del Governo riguardano principalmente tre questioni", scrive la premier alla von der Leyen. La prima: "il fatto che il sistema di governance della RAI non garantirebbe la piena indipendenza del servizio pubblico, che sarebbe soggetto ad un'eccessiva ingerenza politica".

Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen a roma 2

 

"Sul primo punto, cioè sulle garanzie di indipendenza del servizio pubblico, - spiega la Meloni - mi sento di ricordare che la riforma della Rai, che ha disegnato l'attuale sistema di governance dell'azienda, è stata ideata e realizzata nel 2015 dall'allora partito di maggioranza relativa (il Partito Democratico) durante il governo guidato da Matteo Renzi, con la contrarietà del partito da me guidato (Fratelli d'Italia).

 

Se dunque esiste un problema di ingerenza politica dovuta alla normativa esistente, questo non può certo essere imputato a chi quella norma l'ha subita. Soprattutto si tratterebbe di una criticità che si trascina da quasi dieci anni e che avrebbe, nel caso, sfavorito le forze di opposizione, e nello specifico Fratelli d'Italia, e favorito le forze di Governo che hanno governato in questo periodo".

 

ursula von der leyen giorgia meloni al consiglio europeo

"Anche l'attuale governance - prosegue - è stata determinata dal Governo precedente (Governo Draghi), con Fratelli d'Italia unico partito di opposizione che si è reputato allora di escludere perfino dal Consiglio di Amministrazione della Rai creando, questa volta sì, una anomalia senza precedenti in Italia e in violazione di ogni principio di pluralismo del servizio pubblico.

 

È bene ricordare che, salvo la nomina obbligata di un nuovo Amministratore Delegato nel 2023 a seguito delle dimissioni del suo predecessore, l'attuale Governo e la maggioranza parlamentare che lo sostiene non si sono ancora avvalsi della normativa vigente per il rinnovo dei vertici aziendali. Gli attuali componenti del CdA della RAI, come ricordato, sono stati nominati nella scorsa legislatura da una maggioranza di cui Fratelli d'Italia non era parte, non si comprende dunque come si possa imputare a questo Governo una presunta ingerenza politica nella governance della RAI".

 

MELONI,GIORNALISTI VIA DA RAI PER NORMALI DINAMICHE MERCATO

URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI

(ANSA) - ROMA, 28 LUG - La scelta di diversi giornalisti e conduttori di lasciare la Rai non è dipesa da cambio di linea editoriale, bensì da "normali dinamiche di mercato". Lo scrive la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una lettera alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyn a proposito della Relazione annuale sullo stato di diritto nell'Ue.

 

"Riguardo il secondo punto - scrive Meloni -, sarebbe a dire il fatto che il cambiamento della linea editoriale della RAI avrebbe determinato le dimissioni di diversi giornalisti e conduttori, è di tutta evidenza, anche in ragione di quanto espresso in precedenza (che l'attuale Cda è stato nominato nella scorsa legislatura ndr), che si tratti di una dinamica che in ogni caso non può essere imputata all'attuale Governo.

giampaolo rossi roberto sergio

 

Nel merito, diversi esperti del campo affermano che i rapporti di lavoro si sono interrotti per normali dinamiche di mercato; alcuni di questi conduttori hanno lasciato la Rai prima dell'arrivo del nuovo AD ed altri hanno deciso di percorrere nuove esperienze professionali o editoriali, pur avendo l'azienda confermato i loro spazi di presenza nei palinsesti".

 

MELONI, NORME SU PAR CONDICIO COME CON ALTRI GOVERNI

(ANSA) - ROMA, 28 LUG - "Durante ogni passata competizione elettorale, tutti i governi in carica hanno potuto legittimamente continuare ad informare i cittadini sulla loro attività, senza che l'informazione istituzionale rientrasse nel conteggio dei tempi della par condicio, così come previsto dalla legge vigente". Lo scrive la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una lettera alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen a proposito della Relazione annuale sullo stato di diritto nell'Ue, replicando che alle ultime europee sia stata violata la par condicio in favore delle forze di maggioranza.

 

roberto sergio licia ronzulli giampaolo rossi

"Ancora più strumentale - scrive la presidente del Consiglio - appare la critica del terzo punto in base alla quale la RAI avrebbe violato le regole della par condicio in favore della maggioranza di governo durante le ultime consultazioni per l'elezione dei membri del Parlamento europeo. Anche su questo argomento, mistificato a uso politico, occorre chiarire alcuni aspetti".

 

"A ridosso delle elezioni europee del 2024 - prosegue Meloni -, la Commissione parlamentare Vigilanza Rai, nell'esercizio delle sue prerogative, ha adottato una delibera - dichiarata peraltro dall'Agcom conforme alla disciplina vigente in materia - che prevedeva l'esclusione dalle regole della par condicio dei rappresentanti delle istituzioni che affrontavano questioni inerenti alle loro funzioni istituzionali".

 

roberto sergio con rossi

"Non si tratta di una novità - scrive ancora la premier -. Infatti, sempre, durante ogni passata competizione elettorale, tutti i governi in carica hanno potuto legittimamente continuare ad informare i cittadini sulla loro attività, senza che l'informazione istituzionale rientrasse nel conteggio dei tempi della par condicio, così come previsto dalla legge vigente. Viene da chiedersi perché questo principio, che si è sempre reputato valido in passato, non debba valere per l'attuale Governo".

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