IL PIANO SEGRETO DI ZAR VLAD - LA “NOVAYA GAZETA” PUBBLICA UN DOSSIER DEL CREMLINO CHE DIMOSTRA COME LA RUSSIA AVESSE PRONTI, GIÀ UN ANNO FA, I PIANI PER ANNETTERE L’EST UCRAINA - PUTIN SMENTISCE

Lucia Sgueglia per “la Stampa”

 

putin lukashenko poroshenko ashtonputin lukashenko poroshenko ashton

Un piano segreto per l’intervento della Russia in Ucraina, redatto alcune settimane prima del precipitare della crisi a Kiev, e presentato tra il 4 e il 12 febbraio 2014 al Cremlino chiedendo l’annessione della Crimea e di parte dell’Est del paese. Con una roadmap dettagliata che somiglia molto a quanto poi effettivamente accaduto. 


IL FINANZIATORE DEI RIBELLI
A redigerlo secondo «Novaya Gazeta», il bisettimanale russo indipendente che ha pubblicato lo scoop e di recente nominato al Nobel per la Pace 2015, fu il team di Kostantin Malofeev, l’oligarca russo di fede ortodossa ritenuto il principale finanziatore dei ribelli.
 

Sull’onda di Maidan, avverte la premessa, Yanukovich sta rapidamente perdendo potere, mentre Ue e Usa hanno avviato un «intrigo geopolitico» per disintegrare l’Ucraina e assorbirla in Europa. Mosca non può stare a guardare: rischia di «perdere il controllo del mercato energetico ucraino e dei suoi gasdotti».

 

putin e poroshenko con ashton e nazarbayevputin e poroshenko con ashton e nazarbayev

Deve agire «pragmaticamente», sfruttando le «forze centrifughe» che lacerano l’Ucraina. Organizzando «azioni di disobbedienza di massa» che esigano prima solo la federalizzazione del Sudest, poi l’inglobamento nell’Unione doganale di Putin, e infine «la proclamazione della sovranità, seguita dall’adesione alla Russia».


LA SMENTITA DI MOSCA

Malofeev ha smentito minacciando querele; per il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, il documento «sembra un falso» in cui «sicuramente il Cremlino non c’entra nulla». Ma il direttore del giornale Dmitri Muratov lo ritiene «autentico»: sarebbe trapelato proprio dallo staff del Cremlino, e Putin l’avrebbe approvato.

conferenza stampa yanukovich conferenza stampa yanukovich


Se vero però, non tutto sembra andato secondo i piani. Gli sforzi, si legge, devono concentrarsi sulla «Crimea e la provincia di Kharkiv (quest’ultima oggi in mano ucraina, ndr), ove esistono già gruppi abbastanza forti che sostengono l’idea di una massima integrazione con la Russia». Mosca «dovrebbe stabilire relazioni interstatali dirette» con tutti i territori di chiare simpatie filo-russe: «Lugansk, Zaporozhye, Mykolaiv, Dnepropetrovsk, e in misura minore Kherson e Odessa». Il sogno della Novorossia.

la battaglia finale per maidanla battaglia finale per maidan

 

A sorpresa manca Donetsk, la roccaforte ribelle: «Un’omissione voluta, a causa degli stretti legami tra le élite locali guidate da Akhmetov e oligarchi d’opposizione con vasti interessi nella zona».


Un «manifesto del separatismo in Est Ucraina» che dà un ruolo centrale alle pubbliche relazioni: alla «deriva filo-russa», sostiene, serve una «giustificazione morale» (l’oppressione della minoranza russa) e «legittimità politica». Titolo suggerito: «Putin 2.0 – dacci una Pereslayav Rada 2.0». Intanto Vladimir Putin accusa Kiev: la decisione di tagliare il gas alle zone ribelli in inverno «puzza di genocidio» sui civili «già affamati». Ma se il governo ucraino non pagherà il debito con Gazprom, «è a rischio il flusso verso l’Europa».

PIAZZA MAIDAN
PIAZZA MAIDAN

 

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