IL CAMPIDOGLIO FA ACQUA - DOPO LO STOP DELLA CORTE COSTITUZIONALE ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA, ANCHE IL CONSIGLIO DI STATO BOCCIA LA VENDITA DEL 21% DI ACEA - LE MIGLIAIA DI ORDINI DEL GIORNO DELL’OPPOSIZIONE DEVONO ESSERE ESAMINATI (E’ LA DEMOCRAZIA, BELLEZZA..) - ACEA SPROFONDA IN BORSA - IL PD ESULTA E IL SINDACO SI INCAZZA: “SENZA QUESTI 200 MILIONI NON POTREMO AGGIUSTARE I MARCIAPIEDI…”

Luca Fornovo per "la Stampa"

Nuovo schiaffo al Comune di Roma e al sindaco Gianni Alemanno sulla vendita (sempre più difficile e contestata) del pacchetto azionario del 21% della municipalizzata capitolina Acea. Dopo la sentenza di venerdì della Corte Costituzionale che ha sostanzialmente bocciato la privatizzazione dell'acqua, ieri il Consiglio di Stato ha stabilito che il Comune di Roma non potrà approvare la delibera sulla vendita del 21% di Acea se non saranno prima esaminati i migliaia di ordini del giorno presentati dai consiglieri dell'opposizione.

Una decisione quella del Consiglio di Stato che accoglie le richieste avanzate dall'opposizione in Campidoglio e di fatto allontana sempre di più la vendita di una quota di minoranza di Acea che avrebbe permesso al Comune, in un momento così difficile per le finanze degli enti locali, di fare cassa anche se a prezzi di saldo.

Ieri il titolo Acea è sprofondato in Borsa arrivando a perdere fino al 7,8% a 3,9 euro, una perdita secca del 43% rispetto a un anno fa quando l'azione veleggiava intorno ai 7 euro. Ma una bocciatura più pesante sul caso Acea era arrivata venerdì scorso dalla Consulta che aveva dichiarato la illegittimità di privatizzare i servizi pubblici da parte degli enti locali.

Per la decisione del Consiglio di Stato esulta, intanto, l'avvocato Gianluigi Pellegrino che per alcuni consiglieri comunali ha proposto il ricorso: «Si è evitato che si giungesse a una provvedimento di grandissimo impatto economico e sui servizi pubblici essenziali, in violazione di elementari regole democratiche di funzionamento delle assemblea elettiva di Roma Capitale e di formazione di atti fondamentali per la vita e l'economia della capitale».

Il rischio secondo Pellegrino era quello «di rivoluzionare il controllo azionario di una società quotata in Borsa ed erogatrice di un servizio pubblico essenziale violando le prerogative del consiglio comunale. Ora Alemanno deve scegliere. Accantonare il progetto oppure misurarsi nel merito con le proposte di tutti i consiglieri...».

Alemanno affida la sua replica in un video pubblicato sul suo blog. La sentenza del Consiglio di Stato, spiega il sindaco «è una sconfitta per i cittadini romani. Roma Capitale non ha più a disposizione 200 milioni circa da investire nella città, ovvero 200 milioni in meno per intervenire su marciapiedi, manutenzione stradale, metro e autobus, scuole e servizi nei quartieri». Per Alemanno, quella di ieri è stata una «brutta giornata per i cittadini romani che hanno perso un pezzo importante di respiro in un momento di difficoltà».

Di parere nettamente opposto il Pd che, insieme a tutte le opposizioni, sindacati e movimenti per l'acqua pubblica, parla di una vittoria importante per Roma e per i romani. «Il Consiglio di Stato ha finalmente riconosciuto le nostre ragioni», dice il capogruppo del Pd in Assemblea Capitolina, Umberto Marroni per cui «ora il sindaco Alemanno eviti di umiliare ulteriormente le istituzioni di Roma Capitale e, anche alla luce della sentenza della Corte Costituzionale, ritiri la delibera 32 e apra finalmente la discussione sul bilancio dopo aver bloccato Roma per tre mesi». Marroni lancia anche un velato invito ad Alemanno a lasciare la poltrona di sindaco. «Dopo quanto accaduto in questi mesi - conclude il capogruppo Pd - qualcuno dovrebbe responsabilmente pensare alle sue dimissioni».

 

 

GIANNI ALEMANNO Nuovo Logo AceaPROTESTA IN CAMPIDOGLIO CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DI ACEA campidoglio la discussione su acea finisce in maxi rissa FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE GIANCARLO CREMONESI E SIGNORA

Ultimi Dagoreport

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

“QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…