giuseppe conte

MOVIMENTO 5 PEPPE – IL “CAMALECONTE”  È IL SIMBOLO DELLA MUTAZIONE ANTROPOLOGICA DEL GRILLISMO CHE DAL VAFFA AL SISTEMA ORA ASPIRA A DIVENTARE UNA SORTA DI DEMOCRAZIA CRISTIANA POST-IDEOLOGICA, CON BUONA PACE DI ROUSSEAU (PIATTAFORMA) – IL RINNEGAMENTO DEL M5S (“INAPPROPRIATO DEFINIRMI UNO DI LORO”) È L’HAPPY ENDING PERFETTO PER IL CONTE ZELIG CHE È “SEMPRE STATO DI CENTROSINISTRA” MA ALLE ULTIME ELEZIONI HA VOTATO IL “MOVIMENTO” PERCHÉ “MI AVEVANO PROPOSTO COME MINISTRO” – VIDEO

 

 

 

Mario Ajello per “il Messaggero"

 

giuseppe conte riceve l'incarico per la formazione del suo secondo governo 9

Il CamaleConte, ormai così lo chiamano. E se non possedesse, con studiata naturalezza da pochette, la suprema arte del mutante, celebrata ieri dal suo nuovo popolo post-stellato a colpi di applausi versiliani, Giuseppi il CamaleConte non sarebbe mai riuscito a trasformarsi da «avvocato del popolo» a «professor futuro» (anzi, come egli stesso ha rettificato, a personaggio «proteso al futuro»); da Robespierre a Franceschini (il quale ormai cita più Grillo che Zaccagnini e don Milani) e a Gentiloni ma in versione perfino più soft di lui che non ha né porchette né polsini né Padre Pio nella tasca; da «orgogliosamente populista» a Pd corrente Bibbona e Sant'Ilario; da tifoso in seconda fila tendente alla prima la sera del 4 marzo 2018, abbracciato con Di Maio, con il suo allievo e poi mentore Bonafede e con gli altri davanti al video dei dati elettorali del trionfo M5S contro il Pd, al «mi sembra formula inappropriata definirmi uno dei Cinquestelle».

dario franceschini arriva al nazareno

 

ADDIO ROBESPIERRE

Vabbè, Robespierre non c'è più. Ma almeno Bonafede, se non riesce a conservare il posto, potrebbe sbottare: ma Conte è davvero Conte o è un camaleonte anzi un CamaleConte? Il Giuseppi dem, anche detto Conte bis o Bisconte, dev'essere un lontano cugino di quello che non aveva previsto la discontinuità rispetto alla fase gialloverde ma poi ha saputo, per il momento, incarnarla alla perfezione.

Alfonso Bonafede

 

andrea orlando e giuseppe conte

Anche se conviene lasciare perdere - allora era allora e la politica di quel tempo non era questa - il paragone con il Girella, soprannome che Giuseppe Giusti affibbiò a Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord, principe di Benevento, il gran diplomatico che era passato indenne e da protagonista attraverso tutti i regimi politici in Francia, dalla Monarchia alla Repubblica giacobina, dal Direttorio al Consolato, dall'Impero napoleonico alla Restaurazione. Finendo in gloria i suoi giorni, in piena Monarchia di luglio.

GIUSEPPE CONTE CON SERGIO MATTARELLA PER LE DIMISSIONI

 

Il CamaleConte non è Girella perché a quel tempo - tra Sette e Ottocento - non ci si poteva iscrivere idealmente dopo la fine della Margherita alla Margherita. Ora invece il Conte reincarnato in Aldo Moro - così lo vedono i suoi nuovi fan - è l'avanguardia della mutazione politico-antropologia del grillismo dal Vaffa al Sistema e il simbolo di come la rivolta di ieri aspira a diventare una sorta di Democrazia cristiana post-moderna con buona pace di Rousseau, dell'algoritmo di Gianroberto inteso come Casaleggio padre (ma anche figlio) e di ciò che resta del disegno originario di M5S e della sua parte più sovversiva.

giuseppe conte nicola zingaretti

 

La rivoluzione che si mangia i suoi figli stavolta non ha nulla di cannibalesco, ha viceversa il tratto moderato di uno che cerca di portare i suoi compagni di strada lì da dove lui proviene: «Io sono sempre stato di centrosinistra». Ed è stato anche vicino - ma non inner circle - ai renziani che ora ritrova ma in posizione non più subalterna.

 

IL RITORNO DEL CONTE

Insomma non è solo la difesa di una poltrona ciò che muove Di Maio ma è anche la consapevolezza che il CamaleConte post-5Stelle sta chiedendo una storia e non c'è nuovo umanesimo che tenga per rabbonire i vetero-grillini nei confronti di quello che, sull'onda della retorica combat, a loro si avvicinò e fu premiato e poi fallita la rivoluzione ne è diventato il primo critico e fustigatore.

 

BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

Tra gli applausi paradossali dei pasdaran del grillismo più hard di ieri, convertiti oggi al principio della governabilità e ormai entrati nel mainstream democratico e di sinistra di quelli che appena c'è un rospo baciare - e Conte sembra un tipo più piacevole di Dini - si precipitano a farlo e ad adottare il nemico rinsavito in un vicendevole scurdammoce o passato. Nel «ci sarà un programma condiviso e sarà difficile distinguere se un provvedimento è targato 5Stelle o Pd», c'è tutto il biscontismo ossia quella che il protagonista chiama la nuova «consonanza» in atto.

 

LUIGI DI MAIO BIBITARO

LA VICINANZA

E che rappresenta l'operazione Giuseppe: prendersi la leadership di un movimento che non ne ha più e proporsi allo steso tempo come elemento affidabile e «proteso al futuro» agli occhi di un partito, il Pd, che soffre di faide infinite e tutte legate a un passato che non passa e che mai passerà. E insomma: «Non sono iscritto a M5S, non partecipo alle riunioni del gruppo dirigente, non ho mai incontrato i gruppi parlamentari» e, appunto, guai a difinirlo un 5Stelle.

 

GOVERNO CONTE BIS BY TERRE IMPERVIE

Al massimo, concede il CamaleConte, «c'è una vicinanza, li conosco da tempo, lavoro molto bene con loro e, in particolare Di Maio, mi hanno designato come presidente». Ora, però, l'importante è guardare avanti. E se ha ragione chi dice che la coerenza in politica è un valore relativo, non ha torto chi sostiene che non bastano le acrobazie per creare un futuro vero.

LUIGI DI MAIO NELLA TELA DI SERGIO MATTARELLA BY MACONDOgiuseppe conte al g7 di biarritz con pochette a 4 punte 1LUIGI DI MAIO E IL GOVERNO CON IL PDPAPEETE COCKTAIL: LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE NICOLA ZINGARETTI BY GIANBOYgiuseppe conte contro salvini in senatogiuseppe conte al g7 di biarritz con pochette a 4 puntegiuseppe conte al senato con pochette a 3 punte

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NIN CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...