RIMPASTO INDIGESTO – MENTRE RENZI SI MANTIENE A DISTANZA DAL GOVERNICCHIO, IL NUOVO CENTRO DESAPARECIDO AVVERTE IL PD: ‘NON SIAMO SOVRADIMENSIONATI, ALFANO E DE GIROLAMO NON SI TOCCANO’

Amedeo La Mattina per ‘La Stampa'

A Palazzo Chigi negano che sul tavolo del premier Letta ci sia il «dossier rimpasto». Non è una priorità. La parola «rimpasto» fa venire l'orticaria al presidente del Consiglio, che semmai preferisce declinarla in francese, «remaniement», rimaneggiamento, singoli avvicendamenti.

Sarà necessario sostituire Stefano Fassina e Bruno Archi come viceministri dell'Economia e agli Esteri. E capire l'evoluzione della spinosa e imbarazzante vicenda del ministro dell'Agricoltura, Nunzia De Girolamo, che è anche la moglie di Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, storico co
llaboratore di Letta e sostenitore di Renzi alle primarie.

Renzi, appunto, che su De Girolamo non ha speso una parola mentre prende le distanze dal rimpasto definendolo come «roba da prima Repubblica» («vi prego, parliamo di cose concrete»). Tutte le energie devono essere concentrate nella stesura del nuovo accordo di governo, in quell'«Impegno 2014» per rilanciare l'economia, creare posti di lavoro, tagliare le unghie alla burocrazia. «Io - ha detto Renzi ai dirigenti del gruppi parlamentari - non ho chiesto il rimpasto. Se Enrico ritiene di fare modifiche e vuole parlarne, prontissimi a farlo, ma per noi sono prioritari i contenuti, non chiediamo spazi. Se il premier ritiene nella sua autonomia di fare piccole o grandi modifiche noi siamo a disposizione ma il rimpasto non è oggetto di discussione del Pd».

Ecco, al rientro dal Messico non sarà certo la prima incombenza del premier, ma il «remaniement» lettiano alla fine ci sarà. Magari inserendo esponenti renziani non di prima linea. Il segretario del Pd una certa distanza dal governo vuole sempre mantenerla, ma Letta cercherà un abbraccio più avvolgente. Con calma, comunque, perché non si può cominciare dalla coda, dalla squadra che serve per dare gambe al nuovo inizio. Ma ad ingarbugliare tutto c'è la vicenda di Nunzia De Girolamo. Una vicenda che potrebbe avere una evoluzione tale da complicare la posizione del ministro dell'Agricoltura.

Sarà uno degli argomenti principali del primo incontro politico che avrà il presidente del Consiglio quando metterà piede a Palazzo Chigi: quello con il vicepremier Angelino Alfano. Letta ha incontrato tutti gli altri alleati. Si è riservato in coda il leader del Nuovo Centrodestra e sarà il colloquio più difficile perchè sta montando dentro il Pd l'attacco all'esponente di punta del Nuovo Centrodestra. È di ieri l'interpellanza urgente di alcuni renziani (Anzaldi, Oliverio e Taricco) che chiedono chiarimenti convincenti al titolare dell'Agricoltura, che potrebbe essere in aula già venerdì prossimo.

Ncd fa le barricate sulla De Girolamo e sullo stesso Alfano che viene tirato in ballo ancora una volta nel caso Shalabayeva. Il prefetto Procaccini, ex capo gabinetto del ministro dell'Interno, ha raccontato al pm di Roma Albamonte che Alfano sapeva della necessità dei kazaki di rintracciare Ablyazov, ma non sapeva che la vicenda poteva coinvolgere la moglie e la figlia.

E allora, replicano gli alfaniani, dove sta la novità? Qual è la sua colpa? Lui e Nunzia non si toccano. Il Nuovo Centrodestra ha la sensazione che si stiano montando dei casi politici e mediatici per ridimensionare il partito che con la scissione ha consentito e consente al governo di andare avanti. Ridimensionarlo e piegarlo ai desiderata di Renzi. «Il rimpasto - spiega il ministro Lorenzin - mi sembra più una questione interna al Pd . Non abbiamo timore di alcunché».

In ogni caso, è la linea del Piave, Renzi e chiunque altro si tolgano dalla testa che il Nuovo Centrodestra sia disposto a sacrificare il numero dei propri ministri e di gettare in pasto Nunzia ai 5 Stelle e a coloro che nel Pd vorrebbero più spazio nel governo. «Semmai - dice Sergio Pizzolante - è il Pd che è sovradimensionato. Noi difenderemo Nunzia fino alla morte. Poi di Alfano nemmeno a parlarne».

 

 

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