IL CALIFFATO DI BELGRADO - GLI EMIRI DI ABU DHABI SI “ANNETTONO” LA SERBIA A COLPI DI PRESTITI E “AIUTI” MILIARDARI – E DOPO STRAUSS-KAHN, PRESO UN ALTRO DISOCCUPATO DI LUSSO: IL MAESTRO DI SCI FRATTINI

Maria Serena Natale per "Il Corriere della Sera"

Prima la compagnia di bandiera, ora un mega prestito per allontanare la bancarotta: la relazione privilegiata tra Belgrado e Abu Dhabi si fa sempre più stretta, Bruxelles osserva.

Quando lo scorso agosto il governo serbo annunciò l'accordo con la compagnia aerea degli Emirati arabi, disposta ad acquistare il 49 per cento della vecchia Jat Airways per lanciare nei cieli d'Europa la nuova Air Serbia, l'operazione apparve subito un'apertura di sipario sulle ambizioni internazionali di una Belgrado decisa ad affermarsi sulla scena politica ed economica come partner affidabile, svincolato da alleanze esclusive.

L'idea sulla manovra, raccontò allora in un colloquio con il Corriere il vice premier serbo Aleksandar Vucic, era nata nel corso di una battuta di caccia «con gli amici degli Emirati» in Scozia. Un successo anche personale per Vucic, erede «parricida» del nazionalista Seselj che in questi anni si è imposto come uomo forte e primo sponsor del governo all'estero.

Suo ora l'annuncio del prestito di 2-3 miliardi di dollari messi a disposizione dagli amici arabi: «Praticamente un regalo, considerati i tassi d'interesse» ha spiegato con la consueta disinvoltura all'elettorato nazionalista e all'intero Paese chiamato a sopportare le aspre misure d'austerità rivelate ieri dal ministro delle Finanze.

Il piano per il prestito prevede una prima tranche di un miliardo di dollari per il 2013, da dividere tra ripianamento dei debiti internazionali e misure mirate alla crescita. Nella Serbia che il prossimo anno avvierà i negoziati di adesione all'Unione Europea e che oggi ha il 25 per cento di disoccupazione, l'intervento degli Emirati potrebbe rivelarsi fondamentale per dare impulso all'economia.

Archiviati i conflitti degli anni Novanta, nei quali le forze di Belgrado si opposero alle popolazioni musulmane dell'ex Jugoslavia, gli islamici Emirati in espansione globale puntano a investire soprattutto nei settori dell'agricoltura e della difesa: il fondo sovrano Mubadala ha già firmato un memorandum d'intesa su potenziali investimenti in infrastrutture che Belgrado ha urgente bisogno di modernizzare.

Sotto la spinta pragmatica del riformatore Vucic, le autorità hanno anche avviato una campagna acquisti per assicurarsi consulenti e alleati di peso nel processo di avvicinamento all'Europa.

Dallo scorso settembre è consigliere economico del governo il francese Dominique Strauss-Kahn, l'ex direttore del Fondo monetario internazionale e presidente mancato della République che dopo una umiliante sequenza di processi e scandali sessuali prova a riemergere, cominciando dai Balcani.

Tra gli uomini giusti individuati da Vucic c'è anche l'italiano Franco Frattini, ex ministro degli Esteri e vice presidente della Commissione europea, attualmente unico candidato ufficiale alla carica di segretario generale della Nato per il 2014, scelto da Belgrado per «la lunga ed eccezionale esperienza al più alto livello in seno alle istituzioni europee e mondiali, in particolare nei campi della giustizia, della libertà e della sicurezza». Frattini è già in attività e su Twitter annuncia: «Riforme subito».

 

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