“GLI ITALIANI SONO USCITI DI TESTA” - BERLUSCONI SHOW DALLA D’URSO: "HANNO AFFIDATO IL PAESE AL M5S. SOLO SUL NO ALLA TAV PERDEREMMO 50 MILA POSTI DI LAVORO. IL REDDITO DI CITTADINANZA NON RISOLVE NULLA. MA LO CAPITE O NO CHE SONO PAZZI?" – SILURI CONTRO DI MAIO ("COSA HA FATTO NELLA VITA?"), "DI BATTISTA (“MA CHI E’?”), IL GOVERNO (“UNA MACEDONIA IMPAZZITA”) - MA SALVINI NON VIENE MAI NOMINATO…
Virginia Piccolillo per il Corriere della Sera
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« Gli italiani sono usciti di testa». Arriva sorridente e caricato Silvio Berlusconi nel salotto di Pomeriggio Cinque.
Tecnicamente è da Barbara d' Urso. Ma lui stesso scherza sul suo ruolo di ospite in casa propria: «Non mi invitate mai sulle vostre tv, di voi che le fate. Ho dovuto protestare con Fedele Confalonieri dicendo: sei presidente di una tv che non mi invita mai. Chiamate Di Battista (ma chi è?)».
Quindi si toglie tutti i sassolini. Contro il governo: «Una macedonia impazzita», dice senza tenerne fuori Matteo Salvini, che non nomina nemmeno. Contro i Cinquestelle. E contro gli italiani che li hanno votati «anche in Abruzzo».
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Non se ne capacita: «Solo 5-6 italiani su 100 mi votano alle elezioni, una cosa fuori dal mondo». Mentre «hanno affidato l' azienda Italia a chi non la conosce, non ha lavorato o studiato, come Di Maio e gli altri che mettono in campo misure come il reddito di cittadinanza che non risolve nulla e sarà distribuito malissimo e che bloccano le infrastrutture». Solo sulla Tav, prevede Berlusconi «perderemmo 50 mila posti di lavoro. Hanno costruito uno studio per dare ragione al M5S: ci hanno messo che un miliardo di euro lo Stato lo perderebbe con lo spostamento delle merci su rotaia. Ma lo capite o no che sono pazzi?».
Annuncia di voler prendere un a casa a Bruxelles, sicuro di essere eletto alle Europee dove si candiderà, dice, «per senso di responsabilità. E perché all' Europa voglio dedicare tempo». Reduce dalla vittoria della coalizione alle Regionali, si dice convinto che «il centrodestra unito sia l' unica soluzione per l' Italia» e che «non ci sia maggioranza senza Forza Italia». Ma continua a non nominare Salvini.
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Un «monologo di oltre 20 minuti» gli fa notare Barbara D' Urso, che spazia dalla Tav a Sanremo, dal Venezuela alla Cina. E soprattutto contro i Cinque Stelle e il loro leader.
Vanta i propri risultati politici e imprenditoriali, l' ex premier. E poi chiede: «Cosa ha fatto il signor Di Maio? Dove ha studiato? Che esami ha superato con 30 e lode, quante lauree ha preso? Dove ha lavorato? E gli diamo in mano l' Italia?». Non si dà pace: «Stiamo diventando più poveri, la Borsa ha perso 200 miliardi, 200 miliardi degli investitori stranieri sono tornati via, la disoccupazione giovanile è raddoppiata, rispetto al 20% degli altri Paesi europei e continuano a votarli».
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Indica il suo partito, Forza Italia, come unico depositario dei valori d' occidente.
Quei valori ai cui antipodi, dice, c' è la Cina (per un lapsus la chiama «l' Impero russo»), che porta «una minaccia economica e militare alla nostra civiltà», a cui l' Europa deve rispondere riavvicinandosi a Usa e Russia.
Definisce la dittatura di Maduro, «illiberale e pauperista», lo stesso termine, quest' ultimo, usato per il M5S.
Invita a pregare affinché «non entrino forze armate di altri Paesi in Venezuela», mentre stigmatizza il fatto che l'«Italia sia isolata in Europa e non sia riuscita a far esprimere un parere unitario all' Ue».
Nemmeno su Sanremo depone le armi della polemica: «Le canzoni di quest' anno?
Tutte boiate. Non me n' è piaciuta nessuna. In confronto a quelle che scrivo io - conclude - perdono 5 a 100».