GLI USA PUNTANO A ISOLARE PUTIN E VALUTANO L’INVIO DI TRUPPE NATO A KIEV – IL CONSIGLIERE PER LA SICUREZZA NAZIONALE USA JAKE SULLIVAN: “QUESTI ATTACCHI SERVONO SOLO AD ACCRESCERE LE PREOCCUPAZIONI FRA I G20 SULL'IMPATTO DESTABILIZZANTE DELLA GUERRA DI PUTIN” – BIDEN DEVE TENERE A FRENO ZELENSKY CHE SMANIA PERCHE’ LA NATO “FACCIA QUALCOSA” - PESSIMISMO SUI COLLOQUI DI PACE: LA GUERRA "DURERÀ ANCORA A LUNGO, OLTRE L'INVERNO"
Alberto Simoni per la Stampa
«Siamo pronti a difendere ogni centimetro del territorio della Nato»: è del Pentagono il primo commento statunitense a due presunti missili russi piombati nel territorio polacco uccidendo due persone, associato però alla prudenza: «Non siamo in grado di corroborare le notizie che arrivano».
Nella notte di Bali, dove i leader hanno finito la prima sessione del G20 con una cena al Garuda Wisnu Kancana Cultural Park di Bali - assente Biden, «giornata lunga, aveva tante cose da portare a termine», la spiegazione della Casa Bianca - era toccato a Jake Sullivan consigliere per la Sicurezza nazionale replicare a Mosca quando si era avuta la notizia della pioggia di razzi scagliati su 11 province ucraine: «Questi attacchi servono solo ad accrescere le preoccupazioni fra i G20 sull'impatto destabilizzante della guerra di Putin». È uno scenario, quello dell'escalation, che a Washington hanno studiato sin dall'inizio dell'invasione del 24 febbraio.
E più volte Biden - denunciando azioni di "false flag", o il possibile ricorso ad armi sporche o al nucleare tattico - aveva ammonito Mosca che la Nato avrebbe difeso ogni lembo di terra dei Paesi membri.
La prima cosa che a Bali il presidente Usa riceverà stamane è il briefing dell'Intelligence. Nel cuore della notte indonesiana ha prevalso la cautela. Il Dipartimento di Stato ha evidenziato le «preoccupazioni» per quanto accaduto e attivato i canali con gli alleati, in attesa di avere un quadro su cosa realmente accaduto.
Adrienne Watson, portavoce di Sullivan, ha detto che «gli Usa non possono confermare i report» provenienti dalla Polonia. «Determineremo quel che è successo e i passi appropriati successivi da prendere».
E sono quest' ultimi che dovrà pesare da stamane Biden mentre Zelensky già sposa la necessità di «fare qualcosa» e denuncia l'escalation. Su tutto grava l'ipotesi di invocare l'aiuto della Nato, forse non sotto forma di ricorso all'Articolo 5 (quello sulla mutua difesa), ma all'Articolo 4 del Trattato che prevede «consultazioni se l'integrità territoriale e la sicurezza di uno Stato membro viene messa a rischio».
Washington ha profuso ogni sforzo a Bali per isolare la Russia. La convinzione è che si debba continuare a giocare su più fronti: diplomatico, di sostegno militare ed economico (sanzioni) perché malgrado la ritirata da Kherson e una situazione sul terreno che denota la debolezza dei russi, al Pentagono, spiega una fonte vicina agli ambienti della Difesa Usa, ritengono che la Russia possa e voglia trascinare il conflitto ancora per mesi, andando oltre l'inverno.
Gli episodi come quello di ieri però spostano l'orizzonte della sfida. Hans Binnendjik, già numero due del Policy Planning Staff e al Consiglio per la Sicurezza nazionale, ritiene che più che dal nucleare, l'escalation del conflitto venga da azioni di disturbo, da incidenti e da attacchi deliberati contro infrastrutture civili. Alla fine, la Nato - ragiona - potrebbe anche decidere di inviare soldati sul territorio di Kiev per dare un segnale definitivo di compattezza e forza. In questa cornice assai fluida rientra la questione negoziale. Zelensky ha presentato il suo piano in dieci punti intervenendo a Bali in videoconferenza; Lavrov, in sala, l'ha respinto scaricando sul presidente ucraino la colpa di non voler il dialogo.
L'America dal canto suo ha negato vi siano negoziati in corso nonostante il moltiplicarsi di contatti, l'ultimo quello ad Ankara fra i capi dei Servizi segreti Bill Burns e Sergej Naryshkiv. Il lavorio sul fronte diplomatico per isolare Putin è complesso. La delegazione Usa è soddisfatta della bozza di 16 pagine del G20 in cui si «deplora nei toni più forti l'aggressione russa», e si chiede «il ritiro completo e incondizionato» ma si assecondano le pressioni russe riconoscendo una diversità di posizioni fra i Paesi sul conflitto e ribadendo che il «G20 non è il forum deputato a risolvere le questioni di sicurezza».
Fonti dell'Amministrazione hanno detto che la maggioranza dei Paesi condivide la linea della condanna. Cinesi e indiani restano in bilico. Nonostante Xi Jinping abbia definito «inaccettabile» evocare lo spettro del nucleare, Pechino non ha ancora condannato l'invasione russa. Se la morte di due polacchi avrà un impatto su Xi Jinping lo si capirà, forse, a breve.