IL ‘RENZI ROSA’ – GOVERNO LEOPOLDA CON ‘IL TERZO REICHLIN’ (LUCREZIA) ALL’ECONOMIA, BOSCHI ALLE RIFORME, LA BONINO AGLI ESTERI - POTREBBE DIVENTARE MINISTRO ANCHE LA BOLDRINOVA (CHE LASCEREBBE LA CAMERA A FRANCESCHINI)
Amedeo La Mattina per âLa Stampa'
Adesso il principale pensiero di Renzi è come affrontare il delicatissimo passaggio della direzione Pd oggi pomeriggio, come archiviare l'esperienza del governo Letta. Ma non ha tralasciato i nomi del suo probabile esecutivo. Molte caselle sono ancora aperte, tranne una, quella del sottosegretario alla presidenza del Consiglio. E lì il nome di massima fiducia è quello di Graziano Delrio, l'attuale ministro agli Affari Regionali.
Si era parlato di lui come responsabile dell'Interno e invece sembra che Renzi lo voglia accanto a sè a Palazzo Chigi. Ma intanto è importante anche il numero dei ministri che il leader Pd vuole indicare al capo dello Stato. Una squadra snella e qualificata: 12 ministri in tutto (9 in meno dell'attuale esecutivo Letta) e una trentina di sottosegretari. Il sindaco di Firenze vuole segnare anche in questo modo la discontinuità con il passato, accorpando dicasteri, cancellandone altri.
La casella nevralgica è quella dell'Economia perché da lì passa il suo successo o fallimento. E questa ancora balla tra personalità esterne alla politica. Comunque i nomi che maggiormente girano per via XX Settembre sono quelli di Pier Carlo Padoan e Lucrezia Reichlin, economisti conosciuti a livello europeo ma sempre ministri tecnici. E finora i ministri tecnici hanno sempre avuto grandi attriti con i partiti che sostengono il governo, accusati di non avere la necessaria sensibilità sociale e politica.
Ecco perchè nel cerchio stretto di Renzi si è pure valutata l'ipotesi di mettere un politico al dicastero dell'Economia. Ma non sono ancora emerse soluzioni convincenti che diano affidamento in Europa e al Quirinale. Escluso che possa rimanere a via XX Settembre l'attuale ministro Saccomanni, che ieri però ha detto che di essere disponibile a continuare il suo lavoro. Anzi ha precisato che «il lavoro intrapreso in questi mesi deve proseguire».
Maggiori certezze per chi dovrà guidare le riforme.
Al posto di Quagliariello molto probabilmente andrà Maria Elena Boschi. Agli Esteri dovrebbe rimanere Emma Bonino mentre alla Giustizia si fa con insistenza il nome del vicepresidente del Csm Michele Vietti di area centrista-Udc. Dal mondo dell'impresa potrebbe atterrare allo Sviluppo economico l'amministratore delegato di Luxottica, Andrea Guerra, buon amico di Renzi. In alternativa potrebbe andare un esponente di Scelta civica, Irene Tinagli. La sinistra del Pd vorrebbe per il Lavoro Epifani, ma cresce anche il nome di Matteo Orfini ma per il dicastero della Cultura. Per questo ministero è pure circolato il nome dello scrittore Baricco.
Molto delicata la casella Interni. Angelino Alfano vorrebbe rimanere al Viminale, ma qui c'è il problema di quanti ministri toccheranno al Ncd. Se la squadra sarà composta da 12 ministri, non potrà averne più di due. Fuori Quagliariello, la soluzione più probabile è che Lupi rimanga alle Infrastrutture e la Lorenzin alla Salute, mentre Alfano continuerebbe a ricoprire il ruolo di vicepremier. Ovviamente è una soluzione che ad Alfano non va bene, ma lascerebbe fuori Lorenzin. La quale però ieri si è prenotata per restare, dicendo che in campo sanitario ha messo «molta carne al fuoco». «Spero si chiudano dei cerchi e non si lascino le cose appese».
Renzi vorrebbe tirarsi dentro un pezzo di Sel per allargare la sua base parlamentare. E quindi è girata voce che potrebbe diventare ministro Laura Boldrini che così lascerebbe la presidenza della Camera a Franceschini. Girano pure alcuni nomi di sindaci come quello di Cagliari, Massimo Zedda, anche lui di Sel: sabato scorso era in prima fila ad ascoltare Renzi a Cagliari per sostenere la candidatura di Pigliaru.
Da sx Lucrezia Reichlin Alfredo Pratolongo Ferruccio De Bortoli lucrezia reichlin LAURA BOLDRINI E LUCIANA LITTIZZETTO NEL BACKSTAGE DI CHE TEMPO CHE FA Maria Elena Boschi LETTA ALFANO FRANCESCHINI Michele Vietti DELRIO ALLA LEOPOLDA