giorgia meloni luigi di maio poverta reddito cittadinanza

IL GOVERNO MELONI DEVE AMMETTERE: DI MAIO AVEVA DAVVERO ABOLITO LA POVERTÀ! – IL MINISTERO DEL LAVORO GUIDATO DALLA CALDERONE CERTIFICA CHE, GRAZIE AL REDDITO DI CITTADINANZA VOLUTO DAL M5S, IN MEDIA TRA IL 2019 E IL 2023 UN MILIONE DI PERSONE OGNI ANNO È USCITO DALLA CONDIZIONE DI POVERTÀ ASSOLUTA – MENTRE SUGLI EFFETTI DEI DUE SUSSIDI INTRODOTTI DALLA DESTRA, OVVERO L'ASSEGNO DI INCLUSIONE E IL SUPPORTO PER LA FORMAZIONE E IL LAVORO, PER ORA NON VENGONO FORNITI DATI…

Estratto dell’articolo di Valentina Conte per “la Repubblica”

 

Marina Calderone Giorgia Meloni

Un milione di persone in media all'anno fuori dalla povertà assoluta. Eccolo l'effetto del Reddito di cittadinanza nei quattro anni e nove mesi di vita, dall'aprile 2019 al dicembre 2023. Lo dice, in modo definitivo, il governo Meloni che quel Reddito, voluto dal M5S, l'ha cancellato. E sostituito con due sussidi – l'Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro – di cui però non si sa nulla.

 

L'attesa Relazione sulla povertà, pubblicata ieri sul sito del ministero del Lavoro senza conferenza stampa di presentazione (prevista in un primo tempo), non ne fa menzione. O quasi. Adi e Sfl vengono citati, quasi di striscio, solo alla fine del rapporto preparato dalla commissione povertà del ministero, presieduta dal presidente dell'Inapp Natale Forlani.

 

di maio reddito di cittadinanza

[…] spicca la proposta di indicizzare l'Isee d'accesso alle nuove misure pari a 6 mila euro: «La soglia va adeguata per tenere conto dell'impatto dell'inflazione avvenuto negli anni recenti». Almeno sedici punti, non banale.

Una raccomandazione che arriva dopo pagine di critica agli aspetti meno efficaci del Reddito di cittadinanza. A partire proprio dai requisiti di reddito e patrimonio che hanno consentito di coprire meno di un terzo dei poveri assoluti nel 2022, con un picco del 36% solo nel 2021.

 

Obiezione che da sempre muovono la Caritas e l'Alleanza contro la povertà, inascoltate. Un difetto che ha privilegiato single o solo adulti e solo italiani. Lasciando ai margini o penalizzando «famiglie con più figli a carico, nuclei con almeno uno straniero, residenti al Nord, over 64, coppie di anziani, famiglie con casa di proprietà».

 

GIORGIA MELONI E MARINA CALDERONE CONTRO I POVERI - VIGNETTA FATTO QUOTIDIANO

Difetti in parte ereditati proprio dalle due misure meloniane, introdotte dal governo di destra per rimpiazzare il Reddito: l'Adi e il Supporto da 350 euro al mese, massimo per un anno non ripetibile, per gli occupabili, cioè gli adulti tra 18 e 59 anni, senza figli minori o disabili.

 

Anzi, l'esecutivo Meloni ha reso talmente stringenti i requisiti di Isee e i moltiplicatori applicati alle famiglie che, come ripete Bankitalia in uno studio (citato anche dal governatore Fabio Panetta), la platea dei beneficiari si dimezzerà.

 

Al momento non sono possibili confronti con i numeri perché, come detto, la Commissione Forlani non ne dà. Pur raccomandando al governo di correggere la stretta con l'indicizzazione dell'Isee. Quanto al vecchio Reddito, abolito dallo scorso gennaio, ha beneficiato con almeno una mensilità 2,4 milioni di famiglie e 5,3 milioni di persone per una spesa di 34 miliardi. Solo un terzo dei beneficiari ha percepito il sussidio per tutto il periodo, ovvero 56 mesi. In media, sono 26 le mensilità incassate di Reddito e 32 quelle di pensione di cittadinanza.

 

Giorgia Meloni Marina Calderone

Come già ufficializzato da Istat, seppur con le storture sopra menzionate, il Reddito «ha consentito la fuoriuscita dalla condizione di povertà» di circa 450 mila famiglie all'anno nel triennio 2020-2022, corrispondenti a circa un milione di persone all'anno. Il rapporto mette poi il dito nella piaga delle politiche attive che non hanno funzionato.

 

E non funzionano ancora, visto che il governo non dice quanti seguono i corsi di formazione e hanno trovato un posto con i nuovi sussidi. Eppure nel 2022 c'erano 446 mila beneficiari già occupati, ma poveri: il 30,7%. Solo il 2,3% work-ready, pronti a lavorare. Mentre sette su dieci con «elevata difficoltà di inserimento o reinserimento». Tutto tranne che sul divano assistiti dallo Stato. Parola del governo Meloni.

giuseppe conte e luigi di maio con la card per il reddito di cittadinanza 2luigi di maio reddito di cittadinanzagiorgia meloni marina calderone lapresse

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