IL GOVERNO MELONI PREMIA GLI EVASORI – IL “FISCO" DELLA DUCETTA È "AMICO” SOLO DI CHI FREGA LO STATO A DANNO DEI POCHI ITALIANI CHE PAGANO LE TASSE PERCHÉ COSTRETTI (I DIPENDENTI): AUTONOMI, PICCOLI IMPRENDITORI FALLITI E GRANDI EVASORI SARANNO ANCORA PIÙ INCENTIVATI A EVADERE - LA RIFORMA DELLE SANZIONI VOLUTA DALL’ESECUTIVO È UNA RESA CHE VALE OLTRE 600 MILIARDI DI EURO. È IL VALORE DELLE CARTELLE CHE SARANNO CESTINATE NEL 2027. E LA SORA GIORGIA HA PURE IL CORAGGIO DI DIRE: “AIUTIAMO GLI ONESTI. NON DIRÒ MAI CHE LE TASSE SONO BELLISSIME"
MELONI, NON DIRÒ MAI CHE LE TASSE SONO BELLISSIME
giorgia meloni e il pizzo di stato - vignetta by emiliano carli
(ANSA) - "Non penso e non dirò mai che le tasse sono una cosa bellissima, sono bellissime le libere donazioni non i prelievi imposti per legge, per questo" C'è "una grande responsabilità" nel "gestire quelle risorse che non possono essere usate in modo irresponsabile per garantirsi facile consenso immediato e lasciare a chi viene dopo a ripagare quella irresponsabilità". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al convegno sul fisco alla Camera.
FISCO:MELONI, SANZIONI ILLOGICHE, LE ALLINEIAMO ALL'UE
(ANSA) – “Stiamo lavorando per allineare le sanzioni ai parametri europei perché quelle che avevamo erano sproporzionate, illogiche e vessatorie. E anche abbastanza inutili". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel corso del convegno sul fisco alla Camera.
MELONI, FISCO AIUTA GLI ONESTI MA NIENTE FAVORI AI FURBI
(ANSA) - "Il messaggio che vogliamo dare è molto semplice: non abbiamo amici cui fare favori se non gli italiani onesti che pagano le tasse e contribuiscono al bilancio pubblico, anche quando non riescono a pagare ma che vogliono farlo. Non c'è spazio per chi vuole fare il furbo ma chi è onesto ed è in difficoltà merita di essere aiutato". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al convegno sul fisco alla Camera.
LEO, LOTTA ALL'EVASIONE È CENTRALE, NON ABBASSIAMO LA GUARDIA
(ANSA) - "Non possiamo abbassare la guardia sulla lotta all'evasione. La lotta all'evasione rimane per noi un elemento fondamentale". Lo ha detto il viceministro dell'Economia Maurizio Leo all'evento 'La riforma fiscale, attuazione e prospettive'. "Ricordiamo che oggi abbiamo un tax gap che dal 1990 tra 75 e 100 miliardi ogni anno" e bisogna intervenire, ha detto Leo riconocendo il merito va alla Guardia di Finanza e all'Agenzia delle entrate. "Noi non vogliamo assolutamente abbassare la guardia sulla lotta all'evasione" ha aggiunto.
IRPEF, MULTE E CONTRIBUTI IL PERDONO DELLA DESTRA CANCELLA SEICENTO MILIARDI
Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per "la Repubblica"
MAURIZIO LEO COMMERCIALISTA - FOTOMONTAGGIO
La grande rinuncia vale 600 miliardi. Si arrende, lo Stato. Ai grandi evasori, ai piccoli imprenditori falliti, agli autonomi infedeli che tali restano nonostante i pignoramenti e i prelievi sui conti correnti. A sé stesso, soprattutto. Perché i 600 miliardi in questione sono dovuti: tasse, contributi, multe. […] Finiranno invece nel cestino, sotto forma di cartelle che da strumento di riscossione si trasformeranno nel veicolo della resa.
Perdona e cancella i debiti, la destra al governo. Eccolo il lato oscuro del Fisco «amico» che stamattina Giorgia Meloni tornerà a rivendicare in Parlamento, affiancata dal fedelissimo viceministro dell’Economia Maurizio Leo, il regista del «discarico » che si declinerà presto nel grande regalo a chi non è in regola con il pagamento delle imposte. Anche il titolare del Tesoro Giancarlo Giorgetti ci metterà la faccia. Domande dei giornalisti non ammesse, modalità convegno-comizio. Ma nel decreto approvato 48 ore fa dal Consiglio dei ministri sono chiare le tracce del colpo di spugna.
Basterà aprire le porte del magazzino dell’Agenzia delle Entrate, arrivato a contenere 1.206 miliardi di crediti non riscossi, e i giochi saranno fatti. Oltre la metà di queste somme, circa 661 miliardi, fa riferimento a cartelle datate. Alla fine del 2027, quando finiranno nella discarica della grande rinuncia, avranno tra i 10 e i 27 anni d’età. Anni in cui l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha provato invano a recuperare il dovuto. L’alibi per il colpo di spugna è pronto: le cartelle sono intestate a soggetti deceduti e a ditte cessate. Vero, per un valore di 148 miliardi.
Fanno riferimento a nullatenenti, in tutto 73 miliardi. Altrettanto corretto. Ma evidentemente qualcosa non ha funzionato […]. E il legislatore è stato altrettanto latente se quei crediti da somme dovute si sono trasformate in una sorta di ricatto da parte dei contribuenti infedeli. E poi c’è chi è riuscito a farla franca - in questo caso i miliardi “bruciati” sono ben 295 perché i pignoramenti possono arrivare fino a un certo punto: sono i miliardi che lo Stato non avrà mai indietro nonostante le cosiddette azioni cautelari ed esecutive che hanno aggredito solo una parte della montagna dei debiti.
Il conto inevaso è […] ancora più consistente. Nella lista ci sono i contributi previdenziali che l’Inps ha chiesto alle Entrate di riscuotere e lo stesso hanno fatto i Comuni con le multe stradali, l’Imu, la Tari e tutti gli altri tributi di propria competenza che non sono riusciti ad incassare.
In tutto 181 miliardi, considerando anche le Regioni, le Casse di previdenza, le Camere di commercio e gli ordini professionali. Sono tutti enti creditori “traditi” dalle Entrate. Dal 2030 diventeranno anche il capro espiatorio del governo. Saranno loro, infatti, i destinatari del “pensateci voi”, alla fine dei cinque anni concessi alle Entrate per riscuotere le nuove cartelle che recheranno la data del 2025.
Potranno affidarsi a soggetti privati per tentare di recuperare il dovuto, ma la possibilità offerta dall’esecutivo suona come una beffa: non ce l’hanno mai fatta, […] non ce la faranno neppure ora. Ma a loro toccherà l’ingrato compito di stralciare le cartelle, certificando così la resa. Lo stesso faranno le Entrate, con l’Irpef e l’Iva, la parte più “succulenta” del regalo del governo.
La beffa è stata già annusata dai Comuni. Alle Entrate sono rimasti circa 10 miliardi in affidamento eppure, incalzano dall’Anci, l’Agenzia non è riuscita a recuperarli. Piccole somme - in media 250 euro per una multa e 600 euro per l’I-mu - ma l’interesse sembra riservato solo alle grandi cifre. E con la maxi-rateizzazione fino a 10 anni, voluta dal governo, le cose si complicano ulteriormente: l’incasso di una multa spalmato in 120 rate. Due euro al mese girati alle case comunali. Eccola la riscossione della discordia.
GIORGIA MELONI - TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI DELLE BANCHE - VIGNETTA DI GIANNELLI
Ma alla destra importa solo il colpo di spugna.