NUOVO CAPITOLO DELLA FAIDA TRA FORZA ITALIA E FRATELLI D'ITALIA! - IN SICILIA A SCHIFIU FINI', ANZI A SCHIFANI: IL GOVERNO NEGA LO "STATO DI EMERGENZA" LEGATO AI RISTORI RICHIESTI PER I DANNI DEGLI INCENDI ESTIVI: UN PACCHETTO DI 150MILIONI NEGATI ALLA SICILIA PROPRIO DALL’EX GOVERNATORE NELLO MUSUMECI, ORA MINISTRO DELLA PROTEZIONE CIVILE – IL MELONIANO SOSTIENE DI NON AVER DATO IL VIA LIBERA PER “CARENZA DI DOCUMENTI”, MA IL FORZISTA VA ALL’ATTACCO ALLARMATO DAL “FUOCO AMICO”: “NON È LO STATO IN CUI MI RICONOSCO…”
Estratto dell’articolo di Felice Cavallaro per il “Corriere della Sera”
È come se nella notte della Befana su Palazzo d’Orleans fosse caduto giù un carico di carbone. Perché sulla dimora palermitana della presidenza della Regione è precipitato un niet del governo Meloni allo «stato di emergenza» legato ai ristori richiesti per far fronte ai danni degli incendi estivi. Roba da 150 milioni di euro.
Negati alla Sicilia proprio dall’ex governatore oggi ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, che non firma lo stato di calamità «per carenza di documentazione». Con furiosa reazione del suo successore, Renato Schifani, l’ex presidente del Senato che dal fortino di FI attacca il ministro di Fratelli d’Italia: «Non è lo Stato in cui mi riconosco».
Allarmato dal «fuoco amico», il pur sempre pacato Schifani si era limitato lo stesso giorno della Befana a fare intervenire il capo della Protezione civile siciliana, Salvatore Cocina. Protestando perché con quel niet, sottoscritto dal capo della Protezione nazionale Fabrizio Curcio, si esporrebbero al disastro centinaia di aziende e famiglie danneggiate dagli incendi dello scorso luglio, quando i roghi azzannarono monti e città provocando anche sei morti.
Poi, forse incalzato dalle opposizioni, a cominciare dal capogruppo del Pd in Consiglio, Michele Catanzaro, che lo accusava di stare in silenzio, il governatore ha dichiarato: «Uno Stato che nega ai cittadini il risarcimento di un danno di pubblico dominio, subito per colpe o eventi altrui, e lo fa sulla base di cavilli procedurali non applicati prima, non è lo Stato in cui mi riconosco.
Uno Stato che viene meno al principio della leale collaborazione dei suoi vari livelli, così come previsto dall’articolo 120 della Costituzione, non è lo Stato in cui mi riconosco».
Musumeci, a sei mesi di distanza dagli eventi e a tre dalle ultime relazioni presentate dagli uffici di Cocina, promette per mercoledì un summit fra i due direttori: «Gli uffici romani mi riferiscono di una carenza di documentazione da parte della Regione.
Diverso invece il discorso sulle altre calamità: solo nel 2023, infatti, all’isola sono state destinate da Roma risorse per circa 94 milioni di euro. Il difetto sta nella relativa norma del codice di Protezione civile, che va rivista...». Restano nero su bianco le pesanti affermazioni di Curcio che rimette la materia «agli enti ordinariamente preposti».
Cosa che fa sbottare Schifani. […]
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