BEPPONE IN ROTTAMAZIONE - GRAMELLINI: “GRILLO HA INVENTATO DAL NULLA UN PARTITO DI MASSA, LO HA INCARNATO FISICAMENTE E PORTATO AL GOVERNO MA QUANDO LA RIVOLUZIONE È DIVENTATA AMMINISTRAZIONE, GLI È MANCATA LA VOGLIA DI ANDARE AVANTI E SI È RIFUGIATO NEL RETROPALCO - NON IMMAGINAVA CHE GLI UOMINI DI APPARATO, A CUI AVEVA CONSEGNATO LA SUA CREATURA, GLI AVREBBERO SOTTRATTO PERSINO GLI APPLAUSI, DISEGNANDO PER LUI UN RUOLO DI ‘SPALLA’. HA FATTO LA FINE DI CHE GUEVARA ACCANTONATO DA CASTRO”
1 - GRILLO NON SERVE PIÙ
Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”
È la solita storia: il potere detesta il talento. Beppe Grillo avrà mille difetti, ma ha una luce strana negli occhi, quella che distingue gli uomini di pennacchio - smaniosi di riconoscimento - dagli uomini di apparato che vivono la politica come un codice freddo di clan, compromessi e favori. L'uomo di pennacchio crea, ma si annoia della sua stessa creazione. L'uomo di apparato invece non crea nulla e non si annoia mai.
Amministra con pazienza le emozioni degli altri senza perdere di vista i rapporti di forza, gli unici che gli interessino. Sì, è la solita storia: il potere detesta il talento. Lo sfrutta e prima o poi lo fa fuori. Grillo ha inventato dal nulla un partito di massa, lo ha incarnato fisicamente e portato al governo a colpi di comizi e parole d' ordine. Ma quando la rivoluzione è diventata amministrazione, gli è mancata la voglia di andare avanti e si è rifugiato nel retropalco per farsi desiderare e richiamare in proscenio dagli applausi.
Non immaginava che gli uomini di apparato, a cui aveva consegnato la sua creatura senza pretendere in cambio neanche un sottosegretario, gli avrebbero sottratto persino gli applausi, disegnando per lui un ruolo di semplice «spalla» nella prossima festa nazionale del movimento di cui si sono presi anche il simbolo. Con le debite proporzioni, Grillo si ritrova a vivere il destino dei Trotskij e dei Che Guevara accantonati dagli Stalin e dai Castro, i volti di un potere che non conosce altro desiderio che quello di durare.
2 - SIMBOLO E FESTAGRILLO SI SFILA «MA LUI RESTA IL GUARDIANO»
Emanuele Buzzi per il Corriere della Sera
«Finalmente ha ripreso a fare ciò che gli piace fare, ciò per cui è nato: stare su un palco». «Il Movimento? È sempre nei suoi pensieri, ma ora è quasi esclusivamente un guardiano dei suoi valori»: un anno dopo la svolta, il passo di lato da capo politico del Movimento, Beppe Grillo - per chi ha condiviso con lui il percorso dei Cinque Stelle - rimane un punto fermo. Ma le prospettive però sono cambiate.
beppe grillo con roberto fico e virginia raggi
L'ulteriore passaggio di mano del vecchio simbolo dato in uso gratuito all' Associazione Rousseau (presieduta da Davide Casaleggio) è solo - come lo definiscono i ben informati - un «atto quasi scontato». Grillo ha lasciato la prima linea e anche tutti gli oneri che derivavano dal ruolo di leader indiscusso del Movimento. In primis i procedimenti legali. Sui processi il fondatore dei Cinque Stelle ha spesso scherzato anche dal palco. «A me arrivano le cause...», diceva nel 2017. Ora non più. E lo sottolinea ancora durante gli show.
Il calendario dei suoi appuntamenti teatrali è fitto e riprende dopo una breve pausa proprio il 20 ottobre a Locarno. Una data non proprio come le altre: quel giorno si apre a Roma la kermesse Italia 5 Stelle e per la prima volta in cinque edizioni il garante prenderà parte solo a una delle giornate. «Grillo dimezzato? Ma no, non scherziamo - dicono alcuni pentastellati -. Aveva già preso un impegno e oltretutto in questa fase lui preferisce che a parlare siano i suoi "ragazzi"».
BEPPE GRILLO - DI MAIO - DAVIDE CASALEGGIO
Già. Le presenze si sono diradate, gli interventi pubblici ancor di più. «I consigli di Beppe Grillo sono sempre ben accetti ma abbiamo sempre detto il M5S cammina sulle proprie gambe: continuerà a essere così», aveva detto Luigi Di Maio alla Bbc lo scorso settembre in una delle prime interviste da capo politico pentastellato. C' è chi teme che lo stile delle sue invettive sia troppo lontano dal nuovo appeal moderato dei Cinque Stelle e che possa frenarne la crescita. Così, dopo la staffetta con Di Maio, Grillo è stato di parola. Pur a volte non condividendo la linea presa dai «suoi» parlamentari, come nel caso Ilva o in alcune dure prese di posizione sui migranti, è rimasto in disparte.
Sul suo blog - oltre a post sui suoi temi più classici, innovazione e ambiente - campeggiano spesso interventi degli altri leader del Movimento, ma quelli del garante assomigliano sempre di più a degli sketch. Come l' ultimo, di pochi giorni fa. Grillo vede sulla copertina di Forbes Di Maio e dice «Bello il mio guaglione».
O come quando - a maggio - in piena crisi nella gestazione del governo pubblicò la sua personalissima ricetta: tonno e schiacciatina toscana (a simboleggiare l' esecutivo legastellato). Oppure ancora quando sulla manovra ha difeso il reddito di cittadinanza: ci sono «solo due strade: lasciare i cittadini meno frou frou nelle mani della speculazione finanziaria oppure cercare di difenderli da questi numeretti folli» (riferendosi ai vincoli europei).
«Se si è estromesso dal Movimento? Impossibile». E infatti il fondatore rimane la stella polare dell' ala movimentista, custode di quella ortodossia che una parte della base, quella più vicina ad Alessandro Di Battista, vorrebbe di nuovo sulla plancia di comando. E spuntano così ipotesi, suggestioni. «Se sarà il caso si farà sentire», dicono i parlamentari ricordando il ruolo di garante. Ma sembrano quasi più speranze che reali prospettive. Lui padre nobile, Davide Casaleggio stratega della piattaforma e del think tank e Di Maio alla guida: l' orizzonte per ora è cristallizzato.