renzi 1

MI SI NOTA DI PIU’ SE RESTO O DICO DI ANDARMENE? LA GRANDE FRENATA DI RENZI: “NIENTE SCISSIONI. RIMANGO NEL PD, CHIARO? NON SONO IL BURATTINAIO DI NULLA. MI VOGLIONO FAR PASSARE COME IL KILLER DEL PARTITO. MA IL PD DA SOLO NON BASTA” - L'IDEA DI ZINGARETTI: GENTILONI PRESIDENTE E CALENDA CAPOLISTA ALLE EUROPEE

Nino Bertoloni Meli per “il Messaggero”

 

gentiloni e renzi

«Io resto nel Pd, chiaro?». «Non sono il burattinaio di nulla, né della mia corrente che non esiste, né di altro, le correnti sono la rovina del Pd». E' Matteo Renzi che parla e si sfoga, teso soprattutto ad allontanare da sé l' immagine di killer del partito che fino all' altro giorno ha guidato dopo averlo scalato e conquistato.

 

«E' inutile che si sbraccino e si diano da fare per farmi passare come l' affossatore del Pd, non è vero, i problemi del Pd ci sono ma prescindono da me, sono di portata mondiale, e non a caso l' altro giorno ho ricordato l' Andalusia, l' ultimo posto dove la sinistra ha preso una sberla, e ho detto: dipenderà mica dal mio carattere?». Lo sfogo continua: «Hanno l' ossessione di Renzi, o forse gli fa comodo indicare sempre e solo un avversario, me, ma è meglio che smettano. Io non faccio alcun nuovo partito, al massimo lavoro per allargare il perimetro del Pd che da solo non basta per arginare l' ondata populista, per questo ho fatto quegli incontri a Bruxelles in vista delle Europee».

matteo renzi assemblea pd

 

L' ANGOLO E per dimostrare l' assunto che nel Pd c' è chi lavora per mettere all' angolo Renzi facendolo passare per il burattinaio dietro le quinte, i renziani fanno circolare una riflessione molto critica di Goffredo Bettini, ricordando che l' europarlamentare che fu braccio destro di Veltroni già a suo tempo aveva teorizzato l' idea di una separazione consensuale di Renzi dal Pd, «lui e la sua cerchia se ne vadano e facciano un' altra cosa, poi magari ci alleeremo, ma meglio separarsi». Adesso Bettini è più caustico e attribuisce lo stato comatoso in cui versa il Pd «alle furbizie, alle piroette e alle ambiguità di Renzi, che hanno fatto venire meno le elementari regole di lealtà».

 

RENZI ALLA DIREZIONE PD

Il giorno dopo il grande ritiro di Marco Minniti, più che interrogarsi sulle ragioni, si riflette sulle decisioni da prendere. Shock titola Democratica, la testata on line che ha sostituito l' Unità. Di Minniti nessuno dei renziani ha molta voglia di parlare, solo qualcuno si spinge a dire su un divano del Transatlantico che «voleva vincere il congresso con il c.. con il voto degli altri».

 

Fatto sta che il ritiro minnitiano ha provocato lo sconcerto dentro l' area renziana, spaccata verticalmente tra chi accarezza l' idea di andarsene e chi vuole fermamente restare. «Vi sembrerà clamoroso, ma finanche Lotti non seguirebbe Renzi fuori dal Pd», scandisce serio serio Giacomelli, quello dell' ukase a Minniti («o decidi in poche ore o provvediamo altrimenti»).

 

renzi alla festa per i dieci anni del pd

I renziani si riuniscono oggi per decidere il da farsi e chi candidare alle primarie: il nome di Guerini non esiste, al solo ipotizzarlo l' interessato mette mano alla pistola («Uno come Guerini lo candidi per vincere il congresso, non per fare da bandiera», spiegano nella cerchia ristretta). Di nomi ce ne sarebbero vari, qualcuno ha anche ipotizzato quello di Ceccanti, «ma io non sono un politico, sono un tecnico», si schermisce lui, costituzionalista di battaglia sovente preso di mira dai grillini. «Non è una grande trovata quella di uscire dal Pd per poi allearsi, si è visto come è andata con Bersani», spiega Enrico Morando, il capo della pattuglia liberal tra i più convinti a restare.

marco minniti

In questa situazione, per Zingaretti la strada appare ormai in discesa. Lui si muove da leader in pectore, al punto che ha proposto, se diventa segretario, di nominare Gentiloni presidente del partito, offrendo poi a Calenda il posto di capolista alle Europee. Il quale Calenda, nel ginepraio dem attuale, secondo altre voci starebbe lavorando a un raggruppamento lib. E a chi gli ha chiesto una valutazione sulla proposta di Zingaretti ha risposto con un enigmatico no comment.

RENZI PD STREAMINGMINNITI CON I CAPELLIgentiloni all assemblea nazionale pdcarlo calenda (2)RENZI PD STREAMING

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...