vladimir putin grano

IL GRANO È UNA GROSSA GRANA - LA GUERRA IN UCRAINA POTREBBE MANDARE GAMBE ALL’ARIA MIGLIAIA DI PANETTERIE: IL COSTO DEL CONFLITTO È DI ALMENO 8 MILIARDI DI EURO PER GLI AGRICOLTORI ITALIANI. UN PREZZO CHE SARÀ SCARICATO SUI CONSUMATORI FINALI - LE QUOTAZIONI SONO AI MASSIMI E I PANIFICATORI PROVANO A MANTENERE I BENI DI PRIMA NECESSITÀ AL DI SOTTO DELL’INFLAZIONE. MA CON MARGINI SEMPRE PIÙ RISICATI…

Fabrizio Goria per “la Stampa”

 

LA GUERRA COLPISCE ANCHE IL GRANO

Almeno 8 miliardi di euro. La guerra fra Russia e Ucraina potrebbe costare caro agli agricoltori italiani, con un trasferimento netto sui consumatori finali. Le associazioni di categoria lanciano l'allarme sui margini delle aziende. Il rischio che molte finiscano a gambe all'aria è elevato.

 

Le fiammate dal panettiere, così come al bar, sono intorno al 10% rispetto a novembre, secondo l'Istat. E il caro-energia potrebbe alimentarle. Il grano tenero che passa oltre i 422 euro sulla borsa mercantile di Parigi ha fatto sussultare economisti, ma soprattutto i panettieri. Perché con incrementi compresi fra il 40 e il 50% da inizio anno a oggi per i maggiori cereali, fare affari è difficile.

 

LA CRISI DELL AGROALIMENTARE - I RINCARI DEI CEREALI DALL INIZIO DELLA GUERRA

A meno che non si viaggi a margini risicatissimi, se non nulli. «Decine di panetterie sono a rischio chiusura - avverte Stefano Fugazza, presidente di Unione artigiani, panettiere di terza generazione a Lambrate - a 10 giorni dall'inizio del conflitto le farine di grano tenero sono cresciute del 40-50%, non possiamo scaricare questi costi sul prezzo del pane, si lavora in perdita per mantenere il rapporto coi clienti».

 

L'impegno di diversi panificatori è mantenere i beni di prima necessità al di sotto dell'inflazione: il pane è aumentato del 3%, a fronte di un'inflazione del 4,8%. Di contro, ad aumentare - fino al 15% secondo le associazioni dei consumatori - sono i prodotti dolciari. In altre parole, il cornetto già adesso costa più di quanto era a novembre. E potrebbe essere ancora peggio.

 

PANE PASTA

Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, da settimane è preoccupato. «Nelle prossime settimane ci sono tanti fattori che agiranno sui prezzi al dettaglio di numerosi prodotti venduti in Italia, dalla pasta al pane, passando per crackers, biscotti, dolciumi», dice. Il rischio è «l'inserimento, nei vari passaggi della filiera speculazioni finalizzate a sfruttare il conflitto in Ucraina, per ritoccare da subito i listini dei beni venduti in Italia», avverte Truzzi, che stima rincari compresi tra il 15 e il 30% per beni come pasta e pane.

 

Il fenomeno in corso, finora definito come temporaneo dalla Bce, è destinato a durare più del previsto. E le ripercussioni sono in prevalenza sui prezzi, non sull'offerta. Secondo la Cia-Agricoltori italiani, «non esiste il pericolo di restare senza pane, né ci sono colli di bottiglia nell'approvvigionamento di grano tenero dall'estero».

LA GUERRA COLPISCE ANCHE IL GRANO 4

 

Nel caso dell'Italia, dice la Cia, le importazioni di grano tenero da Russia e Ucraina sono marginali, circa il 5% del totale del fabbisogno italiano. Non esiste un tema, dunque, di disavanzo dell'import da compensare con la produzione nazionale, visto che questo copre circa il 35% del fabbisogno.

 

Piuttosto, rimarcano gli agricoltori, esiste un problema di efficientamento della filiera internazionale, che vale circa il 65 per cento. E questo potrebbe portare a extra-costi per circa 8 miliardi di euro.

 

PREZZO PANE

Nel frattempo, però, il problema si sta già trasmettendo su buona parte della filiera. Secondo Confagricoltura, la prima settimana di guerra ha portato a un incremento del 13% del prezzo del grano tenero e a un 29% del prezzo del mais a livello globale. Ad aumentare, dunque, non sono soltanto i cereali per i prodotti da forno.

 

L'incremento di mais e soia stanno alimentando i rincari per l'alimentazione del bestiame (+40% da inizio anno), fattore che, se unito ai maggiori costi per l'energia (+70% da inizio febbraio), ha portato il costo medio per la produzione di latte a quota 46 centesimi al litro, secondo l'ultima indagine Ismea. Il massimo da un decennio. Analoghi aumenti per sale e zucchero, così come il pomodoro.

grano.

 

A questo scenario di fiammate si dovrà aggiungere un ulteriore aspetto. Ovvero la crisi energetica in caso di ulteriore allargamento del fronte di guerra. Secondo la banca statunitense Goldman Sachs, il petrolio potrebbe giungere oltre 150 dollari al barile entro poco tempo. E il rischio è che ci sia un passaggio diretto sullo scaffale. Non solo per il segmento della panificazione, bensì per tutti i prodotti alimentari.

grano trebbiatoPANE 11grano

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…