GRASSO CHE CALA, SILVIO SULLA RIVA DEL FIUME

Amedeo La Mattina per La Stampa

Magari si illude, ma Berlusconi parla di spiragli aperti, addirittura di un Bersani più duttile dopo l'incontro con Napolitano. Forse perché si è reso conto delle divisioni che si aprirebbero nel Pd se dovesse forzare la mano e piegare la situazione politica verso un nuovo ricorso alle urne.

Il Cavaliere tiene presente anche questo aspetto e spera che gli spiragli diventino sempre più chiari. Insomma, ragiona l'ex premier, un governo Bersani non deve necessariamente essere sostenuto da una «strana maggioranza» come quella che mantenne in vita, per oltre un anno, Monti. Si può fare qualcosa di più spurio.

Potrebbe avere la «non ostilità» del Pdl e intanto consentire una partenza che consenta di metter in campo una serie di provvedimenti per rilanciare l'economia. «In fin dei conti le cose da fare sono chiare a tutti». In questo contesto di maggioranza larga, verrebbe da sè, nei piani di Berlusconi, una tutela di fronte alla magistratura e si spianerebbe la strada per un nuovo capo dello Stato di garanzia per tutti.

Uno scenario che si potrebbe verificare anche con un governo guidato da una personalità non politica, fuori dalle contese elettorali e parlamentari, che comunque non insegue i grillini, ai quali più dai più pretendono. Allora, in attesa che gli spiragli diventino porte aperte, si mette il silenziatore alla manifestazione di domani a Piazza del Popolo. Così lo slogan che campeggerà sulla tribuna non sarà quello barricadero «tutti con Silvio contro l'oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria», ma «tutti con Silvio per un'Italia nuova».

Ovviamente oggi, con le decisioni di Napolitano, si capirà se questo depotenziamento ci sarà (sabato mattina è stata convocato l'ufficio di presidenza del Pdl) oppure si ritornerà a tirare fuori le unghie. Altro indizio. Sono in corso molti contatti con i Democratici, soprattutto al Senato.

C'è addirittura chi racconta colloqui tra il presidente Grasso, Gianni Letta, Angelino Alfano. Tra i pontieri pura l'avvocato Ghedini che si inventò la norma che avrebbe consentito a Grasso di diventare Procuratore Antimafia, tagliando la strada a Caselli. Insomma, se ne sono sentite tante ieri tra Camera e Senato. Resta però un punto fermo per Berlusconi: «Bersani comincia ad avere la consapevolezza che in qualche modo deve fare i conti con me». Come è tutto da vedere. Le parole del leader dei Democratici sono state analizzate in controluce quando ha detto che intende rivolgersi a tutto il Parlamento, non parlando più espressamente di «pregiudiziale nei confronti del Pdl e di Berlusconi».

Certo, ha pure detto «ci sono punti che la destra ha impedito di realizzare in questi anni e immagino che sarebbe una singolare via di Damasco...». Ma come si sa Berlusconi è capace di farsi concavo e convesso. Tuttavia nel complesso nel Pdl sembra un primo passo indietro. «Bersani - spiega l'ex ministro Fitto - cerca un incarico disperatamente». «Mi è sembrato un uomo in fuga che ha capito la complessità della situazione», osserva Cicchitto. «La sua linea esce indebolita dal Quirinale», secondo Gelmini.

Il Cavaliere forse si illude che il suo avversario della sinistra alla fine apra alle larghe intese e che senza questa apertura Napolitano non gli darà l'incarico. È rimasto però sorpreso, positivamente, quando lo stesso capo dello Stato gli ha detto che darà l'incarico solo a chi ha i numeri. E il segretario del Pd, se continua a guardare solo verso i grillini, non ce li ha. Anzi, il Cavaliere racconta di avere avuto più che un'impressione, la certezza che Napolitano non intenda giocare al buio e inoltre esclude che l'alternativa a Bersani sia il presidente Grasso, considerato «troppo leggero politicamente». E poi dopo la «gaffe» di dire sono «disposto a qualunque prospettiva», le sue chance sembrano precipitate a zero. Oggi l'arcano verrà scoperto.

Ma per Berlusconi la formazione del governo è solo la precondizione per l'altro passo considerato fondamentale: chi andrà al posto di Napolitano? «A me un Napolitano bis va più che bene», ha confidato ieri dopo il colloquio al Quirinale.

 

 

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