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(STRA)PAGHI TOBIA E TE LO PORTI VIA - ALDO GRASSO: “NICHI HA ELUSO LA LEGGE, LASCI LA POLITICA” - CARLO TAORMINA: “LA SIGNORA VENDOLA VA ARRESTATA E IL BAMBINO AFFIDATO AGLI ASSISTENTI SOCIALI” - EDDY E NICHI HANNO SPESO CIRCA 150MILA $ PER IL LORO BAMBINO: MINUTO PER MINUTO LA CRONACA DELLA LORO ''ESPERIENZA''
1. CARLO TAORMINA: “LA SIGNORA VENDOLA VA ARRESTATA”. “UTERO IN AFFITTO, REATO PROGETTATO IN ITALIA”. “BAMBINO DA TOGLIERE A VENDOLA”. “BAMBINO DA AFFIDARE AGLI ASSISTENTI SOCIALI”.
“La signora Vendola? L’utero in affitto è un crimine contro l’umanità e in Italia è un reato. La surrogata è vietata dalla legge penale. Il bambino di Vendola lo hanno fatto in Canada ma la cosa è stata progettata in Italia, tutto è partito dall’Italia. Vendola va arrestato”. Lo dice l’avvocato Carlo Taormina a La Zanzara su Radio 24. “Il bambino – dice ancora Taormina – va tolto a Vendola e al compagno. Come succede per le coppie complicate, ci sono gli assistenti sociali che possono occuparsene”
2. VA BENE NICHI, MA ORA DIMETTITI
Aldo Grasso per “Oggi” – www.oggi.it
La prima cosa che ci auguriamo è che Tobia Antonio abbia una vita felice, lontano dalle polemiche che in questi giorni stanno investendo uno dei suoi padri, Nichi Vendola. Mentre l’ex governatore della Puglia sta inviando alle persone che gli sono care la foto del figlio (il neonato è disteso di fianco sul cuscino bianco di un fasciatoio e sfoggia una curiosa bandana color pastello che copre i capelli lisci e castani), le critiche più dure gli arrivano da sinistra.
Per esempio, Debora Serracchiani: «Ho qualche perplessità sull’utero in affitto. Questa pratica è vietata in questo Paese e resta vietata nonostante l’approvazione delle unioni civili».
Vendola si è inventato la storia della “maternità surrogata di tipo solidale” («donne che non sono in condizioni economiche disagiate e che scelgono, come gesto d’amore, di mettere a disposizione il loro corpo per una gravidanza per altri»), ma in Italia la pratica è vietata dalla legge 40 del 2004 che punisce «la commercializzazione di gameti o embrioni e la surrogazione della maternità». Per questo Nichi e il suo compagno sono andati negli Stati Uniti.
Negli ultimi anni, Vendola si è speso tanto contro la mercificazione del corpo delle donne: «Questa è la cosa di cui bisogna vergognarsi, non avere rispetto delle donne, della loro dignità, della loro sensibilità, immaginare che siano carne da macello, che siano escort, corpi per mercimonio!».
EDDY TESTA CON VENDOLA E MICHELE EMILIANO jpeg
E adesso? Che Tobia Antonio sia felice per tutta la vita, ma Vendola, per il suo desiderio di paternità, ha aggirato la legge italiana. Bene. Lo fanno in tanti. Ma può farlo uno che è presidente di un partito, parlamentare per due decenni, ex presidente di Regione, insomma un uomo delle istituzioni? Vendola può fare ciò che vuole, ma se elude la legge dovrebbe almeno dimettersi dai suoi incarichi e abbandonare la politica. Non inventarsi l’utero solidale!
3. EDDY TESTA E NICHI VENDOLA HANNO SPESO CIRCA 150MILA DOLLARI PER IL LORO BAMBINO
Giuseppe Fumagalli per “Oggi”
In assenza di pancioni e montate lattee, nascondere la gravidanza non è un problema. La sera di martedì 26 gennaio, mentre in Italia infuria il dibattito su uteri in affitto e stepchild adoption, Nichi Vendola è ospite a Matrix.
Nessuno può immaginare la notizia che di lì a un mese deflagrerà sui media italiani: l’ex governatore della Puglia e il suo compagno Eddy Testa sono diventati papà e, in barba alla legge italiana, festeggiano Tobia Antonio, loro figlio, nato il 27 febbraio in una clinica californiana da madre surrogata.
Negli studi di Matrix, Vendola «all’ottavo mese» non tradisce emozioni e quando il conduttore lo pone davanti al rischio di mercificazione del corpo femminile, risponde che sì, il pericolo esiste, ma esistono anche Paesi come Stati Uniti, Canada e Israele dove donne benestanti «scelgono come gesto d’amore di mettere a disposizione il proprio corpo per una gestazione per altri».
L’affermazione da inguaribile romantico si perde nella spirale del dibattito politico. Ma alle prime indiscrezioni sul presepe californiano, qualcuno va a ripescarla. E indaga. Amore? Ma quando mai. E, ammesso pure che succeda, forse non è il caso di Vendola.
MICHELE EMILIANO NICHI VENDOLA EDDY TESTA jpeg
Per avere un bambino l’ex governatore della Puglia e il suo compagno si sarebbero rivolti a Extraordinary Conceptions (concepimenti straordinari) un’agenzia californiana, famosa in tutti gli Stati Uniti, con clienti da tutto il mondo. Dal russo al cinese, italiano compreso, il personale è in grado di esprimersi in otto lingue. E qualunque sia la lingua, la parola «amore» non viene mai pronunciata.
Francesca Sordi, romagnola di Forlì, assunta nell’agenzia per seguire le coppie etero e omo provenienti dall’Italia, già al primo appuntamento telefonico mette subito le carte in tavola: «In media siamo sui 140 mila dollari». Confermati a breve giro di mail da un allegato di otto pagine con piano di spesa in 5 comode rate. La “botta” screma subito la clientela. Davanti a certe cifre molti battono in ritirata.
EDDY TESTA NEL COMITATO PER VENDOLA PRESIDENTE jpeg
Ma chi mette mano al portafoglio, come per magia, vede aprirsi davanti a sé un lungo viaggio. Probabilmente lo stesso compiuto da Nichi ed Eddy, un percorso a tappe che cercheremo di ripetere passo passo, immaginando, come in una fiction, di essere al loro fianco.
Il contatto avviene via Internet. Il sito contiene ogni genere d’informazione. Ma quando si scopre che dall’altra parte del filo risponderà la voce amica di un’italiana è difficile resistere alla telefonata. Francesca è preparatissima, risponde a domande, elimina dubbi, scioglie un groviglio di leggi, regolamenti e procedure.
Donatrice dell’ovulo e portatrice del feto possono essere la stessa persona? «No», risponde, «la legge lo vieta, non deve esserci legame biologico tra portatrice e bambino». Il perché è ovvio. In presenza di legame biologico la donna sarebbe a tutti gli effetti madre del bambino e potrebbe reclamarlo come suo.
LA DIFFICILE SCELTA DI CHI DONA L’OVULO
Primo passo uguale per tutti. Eddy e Nichi devono riempire il formulario d’iscrizione al sito Extrordinary Conceptions. Da quel momento hanno accesso al catalogo on line delle donatrici, 2.090 ragazze, tutte molto giovani, alcune molto belle, divise in nove aree razziali: asiatiche, native dell’Alaska, afro-americane, indiane d’America, bianche caucasiche, indiane, ispaniche, mediorientali e polinesiane stile Gauguin.
Sono loro che daranno l’impronta genetica al nascituro e per questo ognuna è descritta nel minimo dettaglio: album con foto dall’infanzia all’età adulta, dati anagrafici, tratti e caratteristiche fisiche, informazioni familiari e mediche, più intervista su studi, impiego, abitudini, religione, interessi, passioni ed eventuali vizi.
I futuri genitori selezionano dall’Italia la candidata ideale. Tra diritti d’agenzia (6.250 dollari) compenso alla donatrice (variabile), spese legali (1.750), assicurazioni mediche, spese di viaggio partono i primi 25 mila dollari. Comincia la procedura.
La ragazza entra in clinica per certificare l’idoneità fisica e psicologica alla donazione, una volta ottenuto il via libera firma un contratto con Extraordinary Conceptions, dopodiché può iniziare la stimolazione per preparare il suo corpo all’espianto dell’ovulo.
LA TRASFERTA CALIFORNIANA
Selezione delle ragazze, contratto e costituzione del legame parentale col nascituro si possono fare dall’Italia, ma ci sono passaggi che richiedono la presenza fisica dei futuri genitori. Nichi ed Eddy volano in California per la creazione dell’embrione. Eddy, prescelto come padre biologico, deposita il seme per la fecondazione in vitro dell’ovulo.
L’embrione viene congelato e inizia la seconda fase per individuare, tra 280 candidate a catalogo, la portatrice del feto. Per risparmiare Eddy e Nichi possono scegliere una ragazza dell’Arizona, a un’ora di volo da Los Angeles dove la vita è meno cara e l’assicurazione medica costa 211 dollari al mese. Quisquilie, anche se tutto costa il doppio e il premio è di 580 dollari, meglio la California.
L’America è il paradiso degli avvocati dove nulla si fa e senza aver steso un contratto. La donna scelta per la gravidanza (denominata carrier, come un qualsiasi mezzo di trasporto), prima che in clinica deve passare in uno studio legale per firmare la sua rinuncia a qualsiasi diritto sul bambino. Da quel momento, può sottoporsi al trattamento farmacologico per ricevere l’embrione.
Intanto l’agenzia apre a nome di Eddy e Nichi un conto fiduciario. Dall’Italia sono arrivati i fondi che a partire dalla registrazione del battito cardiaco del feto sono stati interamente distribuiti su vari capitoli di spesa. Prima tranche di 6.500 dollari, 5.000 per esami clinici più 1.500 per i test di idoneità psicologica della portatrice e degli aspiranti genitori.
Più pesante la seconda, 25 mila dollari per diritti d’agenzia, indennità mediche e consultazioni psicologiche. La terza di 35 mila è il compenso alla portatrice da versare in 10 rate mensili. L’ultimo di 40 mila, da dividere equamente a metà.
Venti per spese mediche e pratiche legali di costituzione del legame parentale. Altri 20 a titolo di indennizzo della madre surrogata per eventuali assenze dal lavoro, premi assicurativi, rimborsi, spese di baby sitter e di guardaroba pre-maman.
MA QUANTO È DURA FAR L’AMERICANO
Eddy e Nichi per mesi hanno come unica consolazione i referti medici, le immagini delle ecografie e le foto della pancia che cresce. Poi finalmente tornano in California per il lieto evento. Come dicono un po’ crudamente a Extraordinary Conceptions «il bimbo può essere subito staccato dalla donna che lo ha messo al mondo, esce, lo lavano ed è in braccio ai suoi genitori. La portatrice non ha nessun diritto».
Eddy è già stato registrato come padre del bambino e le autorità californiane dovrebbero aver già consegnato il passaporto che fa di Tobia Antonio un born in the Usa, cittadino americano pronto a viaggiare per il mondo. Italia compresa.
E allora perché non arriva? Potrebbe esserci una spiegazione. Nichi è pugliese doc e per quanto si sforzi di far l’america’, è figlio di una cultura dove la mamma è la mamma. Come altri italiani prima di lui non se l’è sentita di separare subito il piccolo dalla donna che lo ha messo al mondo:
«Il 99 per cento delle nostre ragazze», informa una dipendente di Extraordinary Conceptions, «non vuole che il bambino si attacchi al seno. Però, a richiesta dei genitori, possono allattarlo col tiralatte». Certo, rimarrebbe qualcosa da aggiungere al conto. Ma anche questo è amore.