GRAZIA? NO, GRAZIE - OGGI RE GIORGIO SBUCCERÀ IL BANANA CON UN BEL “NO” A QUALUNQUE ATTO DI CLEMENZA

Ugo Magri per "la Stampa"

Il Capo dello Stato chiarirà «ad horas» le sue intenzioni in materia di grazia a Berlusconi: se sarebbe disposto a firmare un atto di clemenza, in che termini, a quali condizioni. Il responso presidenziale sarà ampio, motivato e soprattutto trasparente com'è nello stile di Napolitano.

E proprio per non farsi cogliere alla sprovvista, il Cavaliere ha trascorso la giornata di ieri ad Arcore, chiuso con i suoi consulenti legali. Un elicottero è andato appositamente a prelevare l'avvocato Coppi a San Benedetto del Tronto, dove il principe del foro ha speso qualche spicciolo di ferie. Insieme con lui, con Ghedini e con Letta (Gianni), Berlusconi ha passato in rassegna tutte le ipotesi.

E chi l'ha sentito sul far della sera lo descrive molto giù, parecchio depresso. Si è reso conto che la grazia, pure nel caso in cui gli venisse concessa, non sarebbe il toccasana per i suoi guai. Per dirne una, non impedirebbe al Pd di cacciarlo dal Senato in base alla legge Severino. E da quel preciso momento, che secondo gli addetti ai lavori cadrà ai primi di ottobre, qualunque Procura della Repubblica, anche periferica, potrebbe mettere in manette il leader del centrodestra, spogliato da ogni scudo parlamentare.

Non è tutto. Per ottenere la grazia, gli toccherebbe chiederla lui personalmente. Forse non basterebbe neppure una domanda dei suoi avvocati. In pratica, Berlusconi dovrebbe calarsi fino in fondo nei panni del condannato, accettare la sentenza che lo trasforma in pregiudicato, iniziare a scontare la pena e sperare nella benevolenza del Colle.

Il suo dubbio, espresso con chiarezza nel lungo rendez-vous con gli avvocati, è che ne valga davvero la pena: dovrebbe mortificare il suo megalomane orgoglio con un atto di contrizione, e abbandonare mestamente il palcoscenico della politica calcato per quasi 20 anni. Tutto questo per non trascorrere un anno agli arresti domiciliari oppure in affidamento ai servizi sociali (cioè, in pratica, a piede libero). Anzi, come è emerso nella riunione, la pena residua sarebbe di soli nove mesi, essendo già abbuonati 90 giorni dalla legge svuota-carceri...

Insomma, non è affatto certo che Berlusconi intenda sollecitare la grazia. Per quanto Coppi e Letta insistano con molta energia, il Cav è lungi dall'avere preso la decisione. Aspetta di sentire quanto dirà Napolitano, dal quale in verità (stando a certe confidenze di «amazzoni» che «chez» Silvio sono di casa) non si aspetta granché, anzi praticamente nulla di buono.

«Mai una volta che mi siano venuti incontro», è il suo lamento, «perché dal Colle dovrebbero scomodarsi adesso? Non lo credo davvero possibile». Diverso sarebbe se Napolitano avesse la forza di garantirgli la cosiddetta «agibilità politica», vale a dire lo scranno in Senato: ma qui siamo nel regno della fantascienza.

Per cui le ultime da Arcore, dove è stata accolta a cena Daniela Santanché per parlare della Convention di Forza Italia a settembre, raccontano un Berlusconi più «falco» degli stessi «falchi», molto orientato a vendere cara la pelle, per nulla disposto a tirarsi da parte, nemmeno se si trattasse di cedere il posto alla figlia Marina: «Non voglio che entri in politica», sostiene, «perché le farebbero passare gli stessi guai che sono toccati a me». Qualche consigliere di Arcore non è certo al 100 per cento che il governo collasserà a ottobre, quando Silvio verrà espulso dal Senato per mano dei Democratici. «Quale sarebbe il suo interesse a provocare il caos?», è la domanda in sospeso.

Ma si tratta di mosche bianche. La previsione quasi unanime è che la crisi di governo sarà inevitabile, e la Repubblica vivrà momenti di grave sbandamento. A meno che Napolitano, con un colpo d'ala imprevedibile, non risparmi all'Italia questo destino.

 

NAPOLITANO E TESTA BERLUSCONI BERLUSCONI NAPOLITANO Napolitano e Berlusconi addormentato BERLUSCONI E NAPOLITANO VIGNETTA VINCINO - NAPOLITANO E BERLUSCONI

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