GRILLI TOSATO! - IL MINISTRO DELLA SUA ECONOMIA CHIEDE I DANNI A BLOOMBERG PER LO SCOOP SULLA CASA “SOSPETTA”: “DANNEGGIATO PER I FUTURI INCARICHI NAZIONALI E INTERNAZIONALI” - IL LUSSUOSO APPARTAMENTO AI PARIOLI COMPRATO PER LA META’ DEL SUO VALORE DI MERCATO (UN MILIONE INVECE DI DUE) – QUALCOSA NON QUADRA: IL MUTUO PRESSO MPS PER 1,5 MILIONI: INFERIORE AL VALORE MA BEN SUPERIORE AL PREZZO PAGATO (UN MILIONE) – IL VENDITORE E’ SOCIO DI GRILLI IN UNA SOCIETA’ DI CORTINA…

Andrea Cuomo per "il Giornale"

Una lettera e tanti dubbi irrisolti. Il ministro uscente dell'Economia Vittorio Grilli torna sull'acquisto sospetto della casa ai Parioli e lo fa scrivendo una lettera all'agenzia Bloomberg, «colpevole» dello scoop. Non si può dire che il ministro di via XX Settembre si sia affrettato a chiarire la sua posizione. Né che abbia dissipato tutti i punti oscuri di una compravendita per lo meno anomala.

Ripercorriamo la vicenda: Grilli nel 2004, quando è Ragioniere generale dello Stato, acquista un appartamento in via San Valentino, ai Parioli. Un immobile prestigioso, nella palazzina Colombo disegnata da Mario Ridolfi, e anche sterminato: 14 vani, sette camere, quattro bagni, cucina, giardino, cantina, due posti auto, 310 mq. Il tutto per un valore ben superiore a due milioni di euro considerando che all'epoca il prezzo del mattone in quella zona di Roma è di 7.340 euro a mq.

Grilli però se la cava con la metà: 1.065.000 euro e passa la paura. «Il prezzo indicato nell'atto di acquisto - scrive Grilli - è del tutto compatibile con i parametri desumibili dai dati catastali e anzi risulta più del doppio del valore fiscale desumibile dai suddetti dati come risulta da una comunicazione scritta, precedente la stipula dell'atto di compravendita, del notaio rogante sicché le imposte calcolate sull'importo dichiarato sono state pagate in misura di molto superiore rispetto al parametro fiscale minimo richiesto».

Insomma, Grilli ci avrebbe addirittura rimesso. Secondo il contratto di mutuo in possesso di Bloomberg i contraenti attribuiscono però alla casetta il valore di 2,03 milioni. Qualcosa non torna. La seconda incongruenza riguarda il mutuo acceso dal futuro ministro: la cifra erogata dalla banca è di un milione e mezzo, inferiore al valore ma ben superiore al prezzo pagato.

«Il mutuo erogato dalla banca Monte dei Paschi di Siena- scrive Grilli a Bloomberg - è stato concesso sulla base della valutazione dell'immobile data dai periti alla banca e che prende-va in considerazione l'effettivo stato dell'immobile comprensivo delle migliorie» operate da «un congiunto del venditore» con il quale, scrive il ministro, «contestualmente all'acquisto e con operazioni perfettamente tracciabili e con l'utilizzo di mie risorse ho dovuto regolare tutti i profili economici». Ma se Grilli paga le migliorie cash perché chiedere un mutuo così alto?

Proprio il venditore rappresenta la terza anomalia della vicenda. Si tratta di Massimo Tosato, banchiere e gestore di grandi patrimoni. Secondo il senatore Idv Elio Lannutti, che sulla vicenda ha presentato un'interrogazione parlamentare, Tosato e Grilli all'epoca della compravendita sono in rapporti molto stretti.

Per dire, come scoperto proprio dal Giornale, sono compartecipanti nella società «Cortina Srl», che gestisce il green del proprio nella capitale delle Dolomiti teatro di uno dei più spettacolari blitz anti-furbetti orchestrati dallo stesso Grilli quando da ministro si metterà in testa di fare il Robespierre della lotta all'evasione. Insomma, i dubbi restano in piedi.

Per noi, non per Grilli. Che parla di «notizie superficiali e poco professionali » che hanno creato «un grave pregiudizio alla mia immagine professionale e alla mia dignità, con inevitabili ripercussioni negative economicamente ponderabili, anche con riferimento ai possibili futuri incarichi sia in ambito nazionale che internazionale». E Grilli chiede i danni a Bloomberg.

 

VITTORIO GRILLI jpegVITTORIO GRILLI CASA GRILLILISA LOWENSTEIN EX MOGLIE DI VITTORIO GRILLI.lisa e vittorio grilli wwGetContent asp jpeg

Ultimi Dagoreport

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…