GRILLO CHE DELUSIONE - FELTRI: “FORMICA DICEVA CHE LA POLITICA È SANGUE E MERDA. QUI MANCA IL SANGUE’’

Vittorio Feltri per "Il Giornale"

Se diamo retta ai sondaggi, non infallibili ma indicativi, dobbiamo prendere atto che il Movimento 5 stelle ha cominciato a scendere e non è più il primo partito italiano. Assestamento naturale verso il basso? Non credo. Direi piuttosto effetto delusione dopo l'inattesa e sorprendente sbronza di voti del 25 febbraio.

Gli elettori di Beppe Grillo (il procacciatore di suffragi è lui e soltanto lui, e il suo è un esercito di marmittoni) al responso delle urne esultarono. Ne avevano ben donde. Si aspettavano un futuro e anche un presente da protagonisti. Il Movimento - pensavano - detterà legge. Farà sentire il proprio peso nella formazione della maggioranza e del governo. Ne condizionerà il programma. Assisteremo a cambiamenti epocali.

Invece non è successo niente di tutto ciò, se si esclude l'esilarante negoziato di Pier Luigi Bersani. Il candidato premier piativa un appoggio ai pentastellati e questi sistematicamente rifiutavano di darglielo, creando così una situazione imbarazzante per il Pd e il suo leader. Il quale, dopo un paio di mesi spesi in tentativi patetici di corteggiamento, fallì la missione e fu costretto a dimettersi da segretario. Ecco, questa è stata l'impresa epica dei grillini: invece di far fuori Silvio Berlusconi e la sua elegante orchestra, hanno stecchito il numero uno dei progressisti.

Sorvoliamo sull'elezione del capo dello Stato, altro capolavoro d'insipienza politica da cui sono dipese la riconferma di Giorgio Napolitano al Quirinale e la nomina di Enrico Letta a presidente del Consiglio: sconfitte brucianti per Peppino Grillo da Genova. Il popolo «stellare» ci è rimasto male.

Non ha capito le strategie né di Bersani né di Grillo, i quali nella scalata al potere (esecutivo) si sono annullati a vicenda obbligando il giovin (si fa per dire) Letta a intraprendere quella via delle «larghe intese» che fino a qualche settimana prima era considerata impraticabile da chiunque avesse in tasca la tessera del Pd, essendo stata indicata dal Cavaliere come la sola percorribile.

Ovvio che il M5S si sia alienato molte delle simpatie conquistate durante la scoppiettante campagna elettorale condotta dal proprio guru. Altri numerosi errori sono stati poi commessi dagli esordienti grillini. La composizione delle liste dei candidati al Parlamento si è rivelata alla prova dei fatti una catastrofe.

I novelli senatori e deputati hanno mostrato un'imperizia sbalorditiva. Vero che nessuno nasce imparato, ma le reclute mandate allo sbaraglio alla Camera e al Senato dall'ex comico hanno dato l'impressione di essere più comiche di lui, non certo all'altezza del compito assegnato loro dai cittadini.

Basti pensare che la capogruppo a Montecitorio, Roberta Lombardi, ignorava la Costituzione nel punto in cui fissa a 50 anni l'età minima indispensabile per diventare presidente della Repubblica. Da notare che la gentile signora è laureata in giurisprudenza, dal che si evince che il valore dei diplomi è commisurato alla testa di chi li consegue.

Con gente di questa levatura a rappresentare il M5S, selezionata attraverso Internet, immagino che Grillo si sia persuaso della debolezza della propria teoria, in base alla quale conviene affidare la guida dei ministeri alle brave massaie piuttosto che ai professionisti della politica.

Ci sta che la tecnica del cabaret venga utilmente applicata all'arte del comizio. Ne abbiamo apprezzato i risultati ottenuti dal santone ligure, l'unico capace di riempire le piazze e di ammaliarle. Ma per agire nel Palazzo, e piegarlo alla propria volontà, serve altro: anzitutto il senso della realtà. Un conto è affermare che l'euro è una condanna alla miseria, un altro è organizzare un referendum per abolirlo e scoprire che i protocolli internazionali non si possono sottoporre a plebiscito: lo vieta la Carta.

Il populismo affascina e seduce le masse, soprattutto se la politica tradizionale è in crisi e suscita disprezzo, come accade nel nostro Paese. Ma nel momento in cui occorre tradurre in pratica le suggestioni del capopopolo di turno, si profilano due possibilità: o si viaggia rapidamente verso un regime tirannico, data l'esigenza di essere ubbidito avvertita dal dittatorello, oppure altrettanto rapidamente finisce l'incanto e il populismo viene riassorbito dalla democrazia rappresentativa, sempreché questa riprenda vigore e sia in grado di ispirare un minimo di fiducia.

La sensazione è che il M5S, scosso al proprio interno da polemiche di bassa lega per questioni di soldi (i parlamentari si ribellano alle regole monastiche del priore: campare a Roma costa e l'indennità di carica dimezzata non consente di sopravvivere), inizi a sgretolarsi e minacci di sfaldarsi. Sono trascorsi meno di tre mesi dal trionfo elettorale e già alcuni grillini meditano di costituire un gruppo autonomo. Il seme della ribellione al «padre» ha attecchito: presto darà frutti velenosi.

Occorre riconoscere che il deus ex machina del Movimento è Beppe Grillo; senza di lui il partito non sarebbe mai esistito. Ma siamo di fronte a un fuoco di paglia, non a un serio fenomeno politico, e le fiamme sono destinate a produrre soltanto un mucchietto di cenere. Una forza politica richiede una struttura allo scopo di consolidarsi. Per adesso non c'è che la Rete, ottima per fare propaganda, insufficiente per creare una classe dirigente.

Nemmeno in Parlamento ci si può improvvisare: occorre imparare il mestiere. Inoltre non si era mai visto un generale comandare le truppe da casa sua, in riva al mar Ligure, anziché sul campo di battaglia. Quello di Grillo è il primo caso di leader in ciabatte.
Rino Formica, socialista di qualche spessore, diceva che la politica è sangue e merda. Qui manca il sangue.

 

VITTORIO FELTRI Beppe Grillo roberta lombardi con vito criminapolitano giorgio Beppe Grillo Beppe Grillo Beppe Grillo

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…