1. "L'EBETINO È ANDATO A DARE DUE LINGUATE A QUEL CULONE TEDESCO DELLA MERKEL" 2. "NON SONO HITLER, SONO OLTRE HITLER. SE NON CI FOSSE IL M5S CI SAREBBERO I NAZISTI’’ 3. "SCHULTZ HA DETTO CHE IO SONO COME STALIN. LUI CHE È TEDESCO DOVREBBE RINGRAZIARE STALIN PERCHÈ SE NON FOSSE STATO PER LUI CHE HA SCONFITTO I NAZISTI SAREBBE IN PARLAMENTO CON UNA SVASTICA DISEGNATA IN FRONTE. E TU DAI DELLO STALINISTA A ME? VIENI A OFFENDERE 10 MILIONI DI ITALIANI? SCHULZ, VEDI DI ANDARE AFFANCULO" 4. "IO NON MI STUPISCO QUANDO ALLO STADIO FISCHIANO L'INNO DI MAMELI. ‘’FRATELLI D'ITALIA’’, DICE. MA FRATELLI DI CHI? DEI PIDUISTI, DEI MASSONI, DELLA CAMORRA? CHIEDIAMOCI PERCHÈ SI FISCHIA UN INNO. IO INVECE INORRIDISCO QUANDO IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA RICEVE AL QUIRINALE UN CONDANNATO IN VIA DEFINITIVA" 5. GRAN FINALE: "LA DIGOS È TUTTA CON NOI, LA DIA È TUTTA CON NOI, I CARABINIERI PURE” 6. CROZZA: “GRILLO CHE VA DA VESPA È COME CHE GUEVARA CHE BALLA ALL’HOLLYWOOD”

1. GRILLO: "IO SONO OLTRE HITLER. E SENZA STALIN, SCHULZ AVREBBE LA SVASTICA"
Repubblica.it

Di sé dice di essere "oltre Hitler". E lancia una critica a Martin Schulz che ricorda certe battute infelici di Silvio Berlusconi. Beppe Grillo in comizio a Torino attacca il candidato del Pse alla presidenza della commissione europea: "Bisogna ringraziarlo Stalin. La guerra contro i nazisti l'ha vinta lui. Se non vinceva Stalin, Schulz era dentro al parlamento con una svastica sulla fronte. E tu dai dello stalinista a me? Vieni a offendere 10 milioni di italiani? Schulz, vedi di andare affanculo...".

Rincara la dose e urla alla folla, travalicando il limite delle parole: "Dicono che io sono Hitler. Ma io non sono Hitler...sono oltre Hitler!". E aggiunge: "Se non ci fosse il M5s adesso ci sarebbero i nazisti. Il nostro populismo è la più alta espressione della politica".

Poi spara a zero contro i politici facendo un appello alle forze dell'ordine: "La Digos è tutta con noi, la Dia è tutta con noi, i carabinieri pure. Noi facciamo un appello, non date più la scorta a questa gente", perché "non ce la fanno più a scortare quella gente al supermercato o al festival. Loro sono noi", grida il leader del M5s.

E assicura le migliaia di persone radunate in piazza Castello: "Siamo scesi in piazza per vincere e vinceremo queste europee con il 100 per cento". Anzi, ribadisce che "queste europee le abbiamo già vinte e lo sanno e cominciano di nuovo con il dossieraggio, la stesa tecnica non cambia di una virgola. Dicono che 32 anni fa prendevo soldi in nero, ma i risultati ci daranno ragione vinceremo con il 100%, non ce la faranno. Io non sono candidato, non sono il loro avversario sono un pregiudicato e li riconosco prima, il loro avversario è l'onestà di chi fa buona politica".

Come da copione, attacca anche il Capo dello Stato: "Io non mi stupisco quando allo stadio fischiano l'inno di Mameli. Fratelli d'Italia, dice. Ma fratelli di chi? Dei piduisti, dei massoni, della camorra? Chiediamoci perchè si fischia un inno. Io invece inorridisco quando il presidente della Repubblica riceve al Quirinale un condannato in via definitiva".

E conia un nuovo soprannome per Berlusconi: "Non è più lo psiconano, ma Tinto Brass: Vediamo chi metteranno nel cesso Tinto...", riferendosi alla battuta dell'ex cavaliere di qualche giorno fa.

Contro Renzi dice: "Portano i bambini in piazza e li fanno gridare 'Matteo, Matteo'. Bisogna prendere quelle maestre e licenziarle in tronco perchè non possono fare queste cose con i bambini". E ironizza sull'efficacia delle politiche del governo Renzi in Europa con insulti a sfondo sessuale al cancelliere tedesco: "L'ebetino è andato a dare due linguate a quel culone tedesco della Merkel".

Tra le reazioni post comizio si segnala quella di Nichi Vendola: "Quando un giorno ci si attribuisce la proprietà della magistratura, il giorno dopo quella di polizia e carabinieri, e poi ci si contende con Berlusconi la Marcia su Roma o le battute alla kapò, siamo ormai all'esibizionismo impudico di espressioni da fascisti comunque camuffati", dice il presidente di Sinistra Ecologia Libertà che sostiene alle prossime europee L'Altra Europa con Tsipras.

2. CROZZA, TRAVAGLIO & CO: I FEDELISSIMI SCARICANO GRILLO
Maurizio Cavaerzan per Il Giornale

"Grillo che va da Vespa è come Che Guevara che balla all'Hollywood. Come Giovanardi che va ai concerti dei Village People". Chi l'ha detto? Renato Brunetta, Checco Zalone o Massimo Cacciari? Nessuno dei tre. L'ha detto, con la sua aria sardonica, Maurizio Crozza durante l'ultimo Paese delle meraviglie su La7 (9,19 per cento di share).

Del resto, cosa c'è di più "meraviglioso", di stupefacente e mirabolante, dello Sciamano pentastellato, insultatore seriale della televisione, della Rai, dei conduttori di talk show, che va a sedersi sulle poltroncine bianche di Porta a Porta? Nulla, davvero. Però, anche se ne abbiamo viste tante e niente dovrebbe più sorprenderci, un margine d'incredulità persiste.

Ma tant'è. Qui quello che interessa è la critica frontale di Crozza al suo vecchio amico, vicino di casa, maestro di comicità e ribellismo antisistema. Quoque tu, Maurizio? Ebbene sì. Anche lui lo scarica, lo molla, lo attacca. Non una gag scivolata per caso, tanto per bilanciare il pantheon dei bersagli, una parodia di Renzi, un'altra di Maroni e una gomitata a Beppe.

Nelle scorse puntate il comico aveva messo in scena la saga di Game of streaming ambientata in uno strampalato medioevo in cui Grillo, ribattezzato Lord Blog, vi appariva come un leader ossessivo-bipolare. L'altra sera, per esplicitare il concetto, Crozza ha mostrato un titolo dell'Huffington Post: "M5S, Beppe Grillo lancia la campagna di adesione: I cento più attivi vincono una cena a casa mia".

Dopo averlo letto, Crozza si è girato verso il pubblico e ha assunto un'espressione interrogativa: "A cena a casa tua? Ma chi sei, il capo di Scientology?". Orbene, finché le critiche arrivavano da Michele Santoro e Vauro Senesi, mai stati adepti di Grillo sebbene Servizio Pubblico ne abbia spesso rilanciato slogan e invettive, vabbé, bastava includerli nella lista di proscrizione del blog e chi s'è visto s'è visto.

La satira di Crozza è qualcosa di più, il segno di un'escalation nella presa di distanze di tutto quel mondo che ha a lungo simpatizzato con l'M5S. Giovedì scorso, per esempio, era stato Marco Travaglio a schizzare di fango il profilo barbuto dello Sciamano five star parlando degli arresti per le tangenti dell'Expo.

In quell'occasione, Grillo "ha perso un'occasione per stare zitto, attribuendosi il merito della mobilitazione della Procura di Milano, come se in passato la Procura non si fosse mossa autonomamente", aveva sottolineato il collaboratore non si sa per quanto di Santoro. Anche perché poi, quella stessa Procura è alquanto divisa e chissà chi è il magistrato grillino, il capo o il suo vice.

"Forse quello che grida per primo vaffanculo", si era risposto il vicedirettore del Fatto quotidiano. Anche in questo caso il passaggio è degno di nota provenendo da uno dei difensori più strenui del grillismo, già autore un paio d'anni fa di un'ossequiosa intervista all'ex comico nella sua casa genovese e ora a rischio divorzio da Santoro proprio a causa della sua acriticità nei confronti del leader pentastellato. Insomma, sono i fedelissimi a sgrillarsi, a smarcarsi dal partner di Casaleggio.

I sondaggi sono trionfanti, qualcuno ipotizza addirittura il sorpasso sul Pd. Ma i toni populisti stanno raffreddando i fiancheggiatori abituali. Nella diatriba tra Santoro e Grillo, per esempio, un intellettuale assai influente in quell'area come Carlo Freccero non ha avuto remore nello schierarsi con il giornalista.

"Quando fai l'elenco dei giornalisti peccatori e ti metti con il dito puntato passi da fascista e sei ridicolo", ha detto qualche giorno fa a La Zanzara di Radio 24. "Grillo ha sempre bisogno di inasprire la battaglia. Anche se i giornalisti sono una casta fare l'elenco di quelli cattivi è ridicolo". Tanto più se un anno dopo aver consegnato a Vespa il "microfono di legno" per la sua faziosità, pur di rivolgerti a nuovi elettori, sei costretto ad andare a Canossa. Chissà se, al contrario, dopo la serata "delle meraviglie" la diaspora grillina coinvolgerà anche i militanti duri e puri, ma senza pedigree intellettuale...

 

ANGELA MERKEL PUNTA IL DITINO GRILLO GRILLO Beppe Grillo a napoli Beppe Grillo a napoli nel rione sanita BEPPE GRILLO NELLO SPOT YOMOSCHULZ Paolo Mieli saluta Martin Schulz OLIVIERO PONTE DI PINO - COMICO E POLITICO - LIBRO SU BEPPE GRILLO LA CULONA A ISCHIA SI CAMBIA IL COSTUME MARCO TRAVAGLIO MICHELE SANTORO SANREMO MAURIZIO CROZZA CONTESTATO VIGNETTA BENNY DA LIBERO GRILLO VESPA FLORIS ANNUNZIATA GABANELLI

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...