TRA FARAGE E FARAGE, A SORPRESA VINCE FARAGE - REFERENDUM ON LINE M5S: GRILLO E CASALEGGIO ESCLUDONO L’OPZIONE DI VOTO PER I VERDI E TRIONFA IL SÌ ALL’ALLEANZA COL LEADER UKIP- MA MEZZO MOVIMENTO INSORGE: “COSÌ SI FINISCE A DESTRA”

Jacopo Iacoboni per ‘La Stampa’

 

GRILLO E FARAGEGRILLO E FARAGE

Tra Farage, Farage e Farage, a sorpresa ha vinto Farage. Il referendum on line del Movimento cinque stelle di ieri è stato vinto con percentuale bulgara (il 78 per cento dei votanti) dall’idea di allearsi con il discusso Nigel, capo dell’Ukip, personaggio polemico, estroso, pure troppo, soprattutto con frequenti scivolate xenofobe (anche se occultate nel recente passato) ma - unica cosa che interessava ai capi - con una fortissima polemica antieuro in corso. 

 

Nella scelta se privilegiare il no euro o l’ambientalismo, vera cifra delle origini, Grillo e Casaleggio volevano la prima a tutti i costi, anche al rischio (più che reale) di spostare a destra la loro creatura. Il fatto è che in questo voto l’altra scelta (i conservatori riformisti, nati su iniziativa dei tories inglesi), non era praticamente mai stata caldeggiata dal blog, a dispetto di quella pro Farage, di cui erano stati variamente spiegati i pro e ridotti all’osso i contro. 

 

MONICA FRASSONIMONICA FRASSONI

E, soprattutto, era stata espunta preventivamente dalla consultazione l'altra vera scelta, quella di fare gruppo con i verdi; tante persone nel Movimento propendevano e propendono per questa idea. Vittorio Bertola uno dei militanti storici, non certo ostile a Casaleggio, aveva fatto a caldo una piccola inchiesta sulla collocazione europea, tra i militanti piemontesi. Era venuto fuori che 63 erano per i verdi, 36 per Farage, 4 per Tsipras, uno per Alde e uno per la Le Pen. A Bruxelles e a Milano raccontano che i verdi sono stati esclusi con questa motivazione: sono stati contraddittori e tardivi, solo alla fine hanno dato un cenno al M5s, e soprattutto l’hanno condizionato al sì del voto on line. 

 

Come a dire: gli altri ci aprivano le porte, i verdi uno spiraglietto, e solo se avessimo preventivamente detto di sì noi. «Non si tratta così», spiega Claudio Messora a chi gli obietta che in questo modo si è data una collocazione politica di vera destra a un Movimento che dice di essere «oltre». «Far votare anche sui verdi? E cioè era meglio secondo lei far scegliere un’opzione che nei fatti non esiste?». Lui è convinto: «Il gruppo con Farage non ci snaturerà. Continueremo a votare le idee singole, non gli schemi ideologici».

CASALEGGIO E GRILLO f afd a a f f d a ea CASALEGGIO E GRILLO f afd a a f f d a ea

Sarà; ma in tutto questo c’è anche almeno un’omissione. Sia pure un po’ tardi (domenica sera), i verdi europei avevano emesso una nota per dare un sostanziale ok all’alleanza. Avevano spinto pro M5S soprattutto i francesi, mentre è vero che i tedeschi sono contrari, molto più vicini al Pse. Fatto sta che non è stato possibile votarli. Moltissimi non sono contenti, questa è la verità. Si è astenuto persino un militante storico, legato a Casaleggio, come Nik il Nero. 

 

index index

C’è chi parla di «voto falsato», come il deputato Cristian Iannuzzi: «Spero che, anche alla luce della crescente insoddisfazione che traspare tra i frequentatori della rete e tra gli attivisti locali, Beppe Grillo abbia l’umiltà e il coraggio di tornare sui propri passi e di ascoltare». Il capodelegazione a Bruxelles, Ignazio Corrao, ammette che le tante protesta «mi hanno fatto venire un mal di testa...», poi prova a dire che «su molte cose voteremo comunque con i verdi». Poco convincente. Più sensato chi sul blog, semplicemente, domanda: «Perché non ci hanno fatto votare tra tutti i gruppi?». Altri, secchi, scrivono: «L’ultima tafazzata».

Nel referendum se andare o no alle consultazioni con Renzi avevano votato 40mila iscritti su 85mila che avevano diritto. Ieri 29584 su 85mila, poco più di un terzo. Chissà cosa pensano tutti gli altri. Farage è «assai lieto», dice che «saremo un dream team, la vera voce del popolo, un incubo per Bruxelles». Da uno spettro s’aggira per l’Europa siamo passati a un incubo s’aggira per Bruxelles. 

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…