1. DIETRO ALLA SVOLTA NAZIONALPOPOLARE E ALLE OSPITATE TELEVISIVE (DA MENTANA A VESPA), C’E’ IL CAMBIO DI STRATEGIA DI GRILLO: DA MOVIMENTO DI LOTTA A PARTITO DI GOVERNO 2. DA UN PAIO DI SETTIMANE CASALEGGIO HA AVVERTITO GRILLO CHE VALANGHE DI ELETTORI BERLUSCONIANI SONO PRONTI A VOTARLO: CONVINTI DI ESSERE ARRIVATI AL 30% 3. LA PROVA? SULL’EXPO I GRILLINI HANNO EVITATO DI PASSARE PER IL NUOVO PARTITO DELLE MANETTE PER NON GIOCARSI IL VOTO DI CHI COMUNQUE CE L’HA CON LE “TOGHE ROSSE” 4. SIA GRILLO CHE CASALEGGIO NON PENSANO DI ANDARE A PALAZZO CHIGI IN QUESTA LEGISLATURA. L’EX COMICO È CONVINTO CHE RENZIE, IN CASO DI GRANDE RISULTATO GRILLINO, VERRÀ PUGNALATO DAL SUO STESSO PARTITO E LASCIATO AFFONDARE DA BERLUSCONI 5. IL VERO NEMICO DEL M5S RESTA NAPOLITANO: “CON LUI AL COLLE, NON SI TORNA A VOTARE”

Dagoreport

C'è Beppe Grillo che tratta per andare a ‘Porta a Porta' da Bruno Vespa, premiato l'anno scorso dal blog del leader genovese con il "Microfono di legno" dopo vasto sondaggio web sui giornalisti più faziosi. C'è il telegenico Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera in quota Cinque Stelle, che nelle ultime 48 ore si è presentato all'Arena di Massimo Giletti e a Uno Mattina. E C'è Alessandro Di Battista, anche lui spedito in Rai per andare da Lucia Annunziata a parlare di Expo e riforme costituzionali.

Per le ultime due settimane di campagna elettorale, il Movimento Cinque Stelle ha deciso di occupare tutti gli spazi televisivi dei partiti "normali" e puntare a un pubblico nuovo, più anziano, tendenzialmente più scettico nei confronti di chi spesso viene simpaticamente dipinto come un semplice urlatore populista, "fascistello", adepto di Hitler. Vespa e la Rai non sono più il Male assoluto? E la tv dei talk show non è più l'orgia mediatica della partitocrazia, popolata per altro solo di "cadaveri", come ha urlato più volte Grillo dal palco?

No, in casa grillina, dal punto di vista delle opinioni, non è cambiato assolutamente nulla. Ma da una settimana, si sta facendo i conti con una novità. "Siamo sopra il 30%, possiamo diventare il primo partito già alle Europee", racconta più di un deputato. E Casaleggio ha convinto Grillo a non accontentarsi di riempire le piazze, ma a provare a sfondare anche in campo avverso, sulla tv generalista.

Gli ultimi sondaggi ufficiali diffusi prima del blackout elettorale, in realtà, non sembravano dire questo. Davano il Movimento stabilmente sopra il 25% delle ultime Politiche, in ascesa rispetto ai mesi scorsi così pieni di liti interne ed espulsioni, ma comunque sotto di 5-8 punti rispetto al Pd di Renzie.

Invece Casaleggio e Grillo hanno numeri diversi, oltre che una sensazione forte. "I voti che stiamo guadagnando arrivano da cittadini che tradiscono Forza Italia e non si sono neppure accorti di Alfano", spiegano nello stato maggiore grillino. Potenzialmente, si tratta di milioni di voti in libera uscita, compresi molti che un anno fa si sono astenuti e vengono sempre dal centrodestra, ma sono voti ancora molto incerti, "diffidenti", che non vanno spaventati o indispettiti. Sono voti di persone che non voteranno mai il Pd per principio o per diffidenza anagrafica nei confronti di Pittibimbo.

Un esempio della nuova strategia arriva dall'atteggiamento tenuto dal Movimento sugli arresti di giovedì mattina per l'Expo di Milano. Pd e Forza Italia, a mezza bocca, hanno sospirato: una nuova Tangentopoli sarebbe solo un favore a Grillo. E dal Quirinale Re Giorgio si è affrettato a mettere le mani avanti: "Le vicende dell'Expo? Non peseranno sulle elezioni europee".

Ma Grillo e i grillini hanno taciuto per un bel po'. E quando hanno deciso di intervenire lo hanno fatto con un taglio scelto a tavolino: no all'Expo perché è inutile e impiega miliardi che potrebbero andare a giovani e Pmi. Ma nessun appello alla magistratura per una stagione all'insegna delle manette.

Certo, oggi Grillo sarà a Milano per provare a fare il controcanto a quel Renzie che sull'Expo ha deciso di "metterci la faccia". Ma a meno di clamorose svolte, non cambierà linea e criticherà l'ennesima "inutile grande opera". Il perché lo spiega sempre quel flusso elettorale ipotizzato da Casaleggio: i voti berlusconiani in uscita. La strategia dei Cinque Stelle è quella di non spaventare quei votanti atteggiandosi a fan degli odiati pm e invocando più galera per tutti.

La scelta soft sulla giustizia è l'altra faccia della svolta nazionalpopolare sulla comunicazione. Ma qui, i grillini, sono meno disposti ad ammettere la brusca virata. "Non è vero che Vespa o altri conduttori sono dei nemici sui quali abbiamo cambiato idea: noi li monitoriamo tutti e diamo delle seconde opportunità", prova a minimizzare uno dei senatori più esperti.

Parlando però con altri colleghi più giovani, si raccoglie qualcosa in più su Bruno Vespa: "Casaleggio e i nostri esperti di comunicazione lo hanno seguito con attenzione anche nelle ultime settimane e hanno concluso che è uno che non fa scherzi, anche se il suo format è arcaico".

Il format di "Porta a Porta" sarà anche arcaico, ma il suo share fa gola e i suoi spettatori non è detto che accorrano a ogni comizio di Grillo o smanettino compulsivamente su Internet.

Poi c'è la questione del Movimento come "forza di governo", che comincia ad affacciarsi anche nella dialettica interna, insieme alla convinzione di poter davvero diventare il primo partito italiano. Grillo è già da due settimane che annuncia l'intenzione di chiedere Palazzo Chigi in caso di vittoria e questa richiesta, caso strano, ha preceduto di poco il cambio di strategia mediatica e la decisione di non cavalcare gli arresti degli "altri". E Di Maio va dicendo in giro che se il 25 maggio M5S sarà il primo partito, Napolitano si deve dimettere perché è lui il "padrino" di quelle riforme istituzionali Pd-Ncd-Fi che uscirebbero sconfitte dalle urne.

Sia Grillo che Casaleggio non pensano di andare a Palazzo Chigi in questa legislatura. L'ex comico è convinto che Renzie, in caso di grande risultato grillino, verrà pugnalato dal suo stesso partito e lasciato affondare da Berlusconi. Ma ritiene che Giorgio Napolitano non concederà mai le elezioni anticipate. Ed è per questo che spera nelle sue dimissioni per stanchezza, senza ovviamente lasciar cadere la minaccia di una richiesta di impeachment. Ma questi non sono ragionamenti "moderati" e quindi di qui al 25 maggio è vietato parlarne.

 

 

CASALEGGIO E GRILLO f afd a a f f d a ea beppe grillo a genova MENTANA INTERVISTA BEPPE GRILLO9 beppe grillo enr mentana lapbeppe grillo intervistato da mentana nella sua casa di bibbonaSilvio berlu BerlusconiSILVIO BERLUSCONI A PORTA A PORTA DA VESPA FOTO LAPRESSE LUIGI DI MAIO NAPOLITANO E TESTA BERLUSCONI

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